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   Cima Grande di Lavaredo via normale, 28/08/2014
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Onicer  darioalpago   
Regione  Veneto
Partenza  Rifugio Auronzo (2320m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  2999 m
Dislivello  450 m
Difficoltà  AD- / IV ( III+ obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Auronzo
Attrezzatura consigliata  N.D.A
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Davvero bella sorpresa!
Fatta senza pretese si rivela una via piacevole e logica.
Roccia articolata a volte unta specialmente nel tratto del camino trovato un po’ bagnato.
In via si trovano parecchi anelli cementati nuovi per il resto tutto facilmente integrabile.
Lo sviluppo è di circa 650 metri.

Ci troviamo a Misurina con la cordata delle gogliardie ovvero Tuio e Aronne alias Marco ed Elena.
Ci facciamo saccheggiare dal pedaggio per il Rifugio di Euro 24!
Zio canon a funivia dell’Aguille du Midì costa meno in proporzione!
Camminiamo verso l’attacco che ci accoglie con un enorme nevaio in cui serpeggiare fino al canale iniziale.
Si accavallano i ricordi della mia ultima volta qui con il buon Anto che sono preziosi per guadagnare tempo visto che siamo in tre.
Si arrampica slegati fino all’intaglio che porta alla parete Sud(possibile progressione a corda corta passaggi di III,Noi in scarpe da ginnastica senza problemi visto la roccia ammanigliata.)
Ci leghiamo per i primi muretti,divertenti e appigliati intervallati da due anelli cementati.(possibile saltare l’intermedio)
Si arriva ad un canale detritico a cui seguono muretti divertenti e tratti di cammino fino alla parete principale solcata da un profondo camino.
Qui finiscono i ricordi visto che con il buon Anto non ero in formissima mentre oggi il tempo ci nega il panorama con nuvoloni che rubano il cielo di colpi di umida nebbia.
Attacchiamo il camino per una lunghezza di corda per sostare sotto grandi strapiombi.
Si prosegue a destra infilandosi in un profondo camino appigliato ma bagnato che costituisce il tratto chiave.
Ci sono buone prese e ci si può proteggere con un friend medio e un cordino in un masso incastrato che bisogna superare direttamente sopra del quale qualche passo ci porta ad un anellone cementato.
Si rimonta verticalmente un muretto e ad un anellone si devia verso sinistra verso il camino principale dove si sosta vicino ad un bastone incastrato nella roccia.
Si risale a destra una decina di metri per poi puntare dritto alla cengia circolare dove spunta il naso della Piccola di Lavaredo.(un paio di anelli di sosta intermedi).
Ogni tanto si aprono squarci di blu soprattutto verso Nord mentre camminiamo su questa linea di piuma in mezzo a tanta verticalità.
Dopo una grotta che funge da luogo da bivacco arriviamo ad una rampa in vista delle vertigini della cima grande Ovest.
Dopo una cinquantina di metri arriviamo a un muretto con camino nascosto in cui trovo un friend incastrato sulla destra prima della sosta su tre chiodi tradizionali.
Si prosegue progressivamente verso destra su rocce facili e insidioso ghiaino fino ad un ultimo camino che porta ad una roccia mooolto unta che porta in vista della cima.
Il cielo si apre mentre facciamo gli ultimi passi ci abbraccia un caldo sole e la croce.
Il cielo è combattuto tra l’azzurro del nord e le nubi a sud mentre noi ci gustiamo la cima tutta per noi in comode poltrone di pietra.
La nord della cima Ovest fa paura e desiderio mentre verso l’Austria i ghiacciai si vantano dei loro diamanti.
Non lascerei più questo comodo posto che oggi disegna un po’ di felicità e la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta anni fa nel tornare indietro.
Scendiamo mentre arriva un elicottero che si appoggia su un pattino solo ad un piccolo terrazzo…
Si apre la porta è un omino fa un salto come fosse sul giardino di casa…
L’”Omino”è davvero di casa si chiama Christoph Hainz li in punta di piedi per alcune riprese…
Chissà cosa avrà combinato con il suo cilindro pieno di sogni…
Ci salutiamo mentre lui si gode la cima tutta per lui.
Ritorniamo sui nostri passi con un po’ di doppie nei tratti più verticali mentre ci rituffiamo nelle nuvole da cui siamo emersi.
Gogliardie varie decorano la giornata tra una doppia e l’altra dove raccogliamo momenti d’intimità.
Al nevaio ci accoglie un’atmosfera irreale dove intravvediamo i colori del cielo e della terra sotto e sopra di noi che scendiamo come fantasmi nella nebbia che avvolge i nostri passi.
Su nell’intaglio si scorge il blu sporco da ghiaie di nebbia mentre giù arrivano i raggi di luce dal lago di Auronzo.
Guadagnamo la strada e la consapevolezza della bella giornata con la malinconia delle persone che vorremmo con noi.
Penso a Caterina e a Laura a cui questo piccolo viaggio piacerebbe molto…
E ovviamente ad Antonio con cui ho condiviso il primo tentativo…
Come sospettavo la montagna è rimasta li…
Gli altri li ho portati con me anche se non fisicamente erano li…
Buone passeggiate a tutti!

Ps

Oggi è anche una delle poche vie senza acqua!
Cosa non da poco!
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