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   Monte Sises, 31/01/2016
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Sises
Regione  Piemonte
Partenza  Borgata di Sestriere (TO)  (1855 m)
Quota arrivo  2658 m
Dislivello  910 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Di passaggio da Sestriere, i nostri piani iniziali erano quelli di andare su per monti assi ai piedi, ma vista la persistente penuria di neve in zona decidiamo di lasciare ulteriormente in letargo gli sci d’alpinismo fino a data da destinarsi. Il problema è che a parte le scarpette da trial, non abbiamo altra calzatura adeguata all’escursionismo, visto che avevamo riposto tutte le nostre certezze nello scialpinismo. Diventa quindi d’obbligo un’uscita dai connotati soft.
Prendiamo perciò di mira il vicino Monte Sises, su cui si snodano gli impianti sciistici fin sotto la vetta. Ci incamminiamo dunque dalla Borgata di Sestriere cercando di stare quanto più possibile a margine o al di fuori delle piste da sci. In alcuni tratti le pendenze sono abbastanza sostenute e la progressione è un po’ difficoltosa, specie dove la neve è un po’ indurita.
A due terzi della salita il percorso si fa più agevole e arriviamo così senza difficoltà a monte dell’ultimo impianto aperto, seguendo una stradina laterale.
Da qui in avanti bisogna rimontare una pista chiusa che presenta scarso innevamento e una pendenza notevole. Qui sorgono problemi, considerando che le scarpette da trial non sono adeguate a tali tipi di terreni. Ci verrebbero comodi pedule e ramponi, ma ne siamo sprovvisti. A più riprese siamo sul punto di gettare la spugna e interrompere la salita, particolarmente dove la neve si indurisce e stare in piedi è difficoltoso.
Riflettendo sul da farsi, decidiamo di puntare almeno a un casotto in legno posto nella parte superiore della pista. Da lì in poi, in base a come ci sembrerà il prosieguo, prenderemo una decisione definitiva.
Giunti alla piccola costruzione, notiamo una stradina innevata che sale in modo più agevole, quantomeno per qualche metro. La seguiamo fino ad arrivare davanti a un piccolo ma ripido pendio, fortunatamente quasi spoglio di neve. Questo ci permette di rimontarlo e in qualche passaggio dobbiamo anche utilizzare le mani per aiutarci.
Superatolo con qualche difficoltà, siamo di fronte a un secondo ripido pendio dove sono presenti bolli gialli. L’assenza di neve anche lungo questo tratto ci permette di salirlo senza tanti problemi.
Arriviamo così nei pressi di una costruzione gialla fatiscente e per raggiungere la vetta, posta un po’ più in alto, seguiamo ora la facile cresta che si snoda in un ambiente fortemente antropizzato e deturpato.
In cima ci ripariamo dal vento grazie alla presenza di una seconda costruzione in cemento altrettanto fatiscente. Da qui la vista verso la severa Punta della Rognosa è molto spettacolare.
Dopo qualche attimo di pausa ci incamminiamo sulla via del ritorno e, una volta giunti nei pressi del pendio contrassegnato con bolli gialli, decidiamo di aggirarlo seguendo una comoda strada.
Arrivati sul primo pendio precedentemente rimontato, per scendere ci corrono in aiuto vecchi pali collegati da funi di ferro posti a bordo della pista, che ci danno una grossa mano a mantenere l’equilibrio.
Tornati al casotto scendiamo con cautela la ripida pista e, una volta raggiunto l’arrivo a monte degli impianti, terminano le difficoltà. Scendiamo così in modo più rilassato seguendo solo in parte il percorso d’andata.
Escursione che si è rivelata più impegnativa del previsto quella di oggi, soprattutto per via delle condizioni presenti e per non essere adeguatamente equipaggiati per affrontarla. Ottimo il panorama dalla vetta.

Foto 1: la ripida pista da risalire
Foto 2: al riparo dal vento sulla cima
Foto 3: la bella e severa Punta Rognosa
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