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Sasso Nero, 27/09/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Sasso Nero |
Regione | Lombardia |
Partenza | Rif. Barchi di San Giuseppe (SO) (1745 m) |
Quota arrivo | 2917 m |
Dislivello | 1200 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Palù |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | La prima volta in Valmalenco fu in occasione di una memorabile scialpinistica sul Pizzo Scalino. Oggi torniamo in questa bella e selvaggia valle per andare a salire il Sasso Nero, cima poco impegnativa e nota per i suoi scorci in primis su Disgrazia e Bernina. Partiamo nei pressi del Rifugio Barchi dalla frazione San Giuseppe di Chiesa Valmalenco, prendendo uno dei due sentieri, quello leggermente più lungo, diretto al Lago Palù, passando per la caratteristica piccola frazione Barchetto. Giunti al Lago, lo costeggiamo per un tratto fino al Rifugio Palù, tenendoci poi sulla destra. Ancora pochi metri e le pendenze vanno via via aumentando, fino a quando diventano ripide sotto il Colle denominato Bocchel del Torno. A questo punto svoltiamo a sinistra passando sotto i piloni di una seggiovia, arrivando a monte di essa. Da qui in avanti individuiamo una traccia di sentiero, ottimamente segnalata da bolli rossi, che ci conduce in ambiente più roccioso. Il cielo è piuttosto grigio e le nubi avvolgono le cime. Nei rari momenti di schiarite il nostro stupore è però grande nell’osservare la magnificenza dei giganti montuosi nel circondario. Continuiamo la salita sempre in ambiente contornato da rocce, iniziando a pestare chiazze di neve che metro dopo metro si fanno più diffuse. In prossimità della vetta dobbiamo addirittura effettuare qualche opera di aggiramento dei nevai, dal momento che l’attraversamento diretto è difficoltoso. Senza troppe difficoltà arriviamo sulla vetta secondaria, quotata 2917 metri, in concomitanza a schiarite un po’ più ampie che ci permettono una panorama migliore, assolutamente ragguardevole. La nostra attenzione ora si sposta verso la poco distante cima principale del Sasso Nero, di cinque metri più alta. Per raggiungerla bisogna scendere dalla cima secondaria e, andando verso ovest, seguire per un tratto in falsopiano alcuni bolli gialli e ometti, fino a quando si giunge in prossimità di un canaletto che si getta in verticale per una decina di metri. Per agevolare la discesa provvidenziale è la presenza di una catena, che purtroppo però versa in cattive condizioni (molto arrugginita) e non invoglia per nulla a metterci sopra le mani. Decidiamo perciò per la ritirata, per non prenderci rischi inutili. Tornati sul sentiero di salita, ne percorriamo solo un tratto per poi svoltare a destra, prendendo un canalone costellato nella parte centrale da massi sparsi ovunque. Per districarsi in questa selva di rocce è indispensabile fare attenzione agli ometti per assicurarsi di percorrere la via meno ostica. Ad ogni modo in questo tratto la nostra progressione è abbastanza lenta, ma una volta usciti fuori dalle difficoltà il nostro passo torna a essere più regolare. Scendiamo fino a incrociare il sentiero dell’alta via diretto all’Alpe Sasso Nero. Noi lo percorriamo in senso opposto per tornare al Rifugio Palù passando dall’Alpe Roggione, per poi prendere la sterrata non percorsa all’andata e fare così ritorno al Rifugio Barchi. Bella escursione in ambiente spesso selvaggio, ancora più godibile con condizioni meteo limpide.
Foto 1: il Disgrazia sullo sfondo Foto 2: contemplazione verso il Bernina Foto 3: il canaletto con la catena arrugginita |
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