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   Pizzo Porola, 30/08/2015
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Onicer  cinzia   
Gita  Pizzo Porola
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (850 m)
Quota arrivo  2981 m
Dislivello  2100 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Rifugio Merelli al Coca
Attrezzatura consigliata  Casco
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Si parte dal paese, l'ascensione e` semplice su sentiero ben segnalato sino al laghetto di Coca, poi dal lago si sale puntando dritto al passo di Coca, che si trova in cima ad un largo vallone, tra il Porola e il Dente. Dal lago in poi si procede su sfasciumi che si fanno sempre via via piu` ripidi. C'e` peraltro una traccia di sentiero che agevola la salita e passa piuttosto a destra dei segnavia, traccia da evitarsi in discesa in quanto nella parte bassa e` rasata dai molti passaggi (o dalle slavine) e quindi molto scivolosa.
Giunti al passo (3.5 ore circa dal paese) sulla sinistra c'e` la cresta che si deve percorrere, ossia la est. Siccome le rocce di attacco appena sopra al passo presentano difficolta` decisamente maggiori del resto della cresta, ci sono due modi per evitarle. O si scende agevolmente alla Vedretta del Lupo sul lato valtellinese, che pero` abbiamo trovato ghiacciata (assolutamente necessari i ramponi). Oppure si cerca un canale che sale a sinistra e porta sulla cresta (sx guardando verso monte, mentre scendendo dal passo a dx si vede chiaramente che il primo canale e` cieco, il secondo sbuca in cima). Si risale quindi questo canale piuttosto franoso e si sbuca sulla cresta est di roccia accettabile, che abbiamo percorso integralmente quasi sempre arrampicando su I/II grado. Si trova qualche ometto. Quando la cresta si abbatte si vede interamente la parete est del Porola che dal mio punto di vista e` decisamente repulsiva: un ammasso di rocce scure accatastate e molto precarie. Si procede sulla cresta ora piatta ma piuttosto stretta e in alcuni punti affilata tanto da dover usare mani sul bordo affilato e i piedi sul lato nord. Occorre sempre verificare appigli e appoggi! C'e`in parte possibilita` di percorrerla tenendo il versante sud ma su spuntoni e erba non molto affidabili e comunque con forte esposizione. Si arriva cosi` a uno spuntone di rocce nerastre e lucide che si passa per la prima parte utilizzando una fessurona per i piedi, nella seconda parte (per tre metri circa) tenendo le mani sul bordo e i piedi in aderenza sul versante nord. In entrambi i casi in grande esposizione. Superato questo spuntone la cresta diviene piu` facile e salvo qualche altro passaggio si arriva in breve e camminando su una spalla ampia con tracce di sentiero e ometti. Si seguono le tracce che conducono a girare verso nord, e sfruttando una spalla esposta e un vago canale franoso, che terminano in un salto di roccia piu` solida ma anche piu` verticale, si giunge a una selletta da cui cambiando ancora direzione si affronta il crestone ovest che porta in cima. Su questo crestone si puo` seguire una specie di cengia sfasciumosa oppure salire le placche su cui peraltro sono posti degli ometti, in ogni caso tutto e` precario e mobile e bisogna prestare MOLTA attenzione. La cima con la croce e la campanella sono sorrette da una cupola di rocce nerastre che si scalano con facili passaggi (2.5 ore dal passo).
Si ritorna per la via di salita. Consiglio di memorizzare bene i passaggi perche` la discesa non sara` meno delicata della salita.
Ieri il tempo era fantastico, in caso di nebbia e tempo umido le cose sarebbero state parecchio complicate.
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