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Canzo, traversata dei Corni, sasso Malascarpa, Pra Santo e Cornizzolo , 10/01/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | fabiomaz |
Gita | Canzo, traversata dei Corni, sasso Malascarpa, Pra Santo e Cornizzolo |
Regione | Lombardia |
Partenza | Canzo - Gajum (450 m) |
Quota arrivo | 1373 m |
Dislivello | 1580 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rif. SEV |
Attrezzatura consigliata | Scarpe leggere, ki da ferrata, caschetto |
Itinerari collegati | Corni di Canzo (1373m), giro ad anello passando per il Terz'Alpe |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Visto che una tiepida primavera è venuta a farci visita, decidiamo di assecondare Lupin e il suo desiderio di scarpe da tennis con la speranza che l'inverno si sia preso una pausa per poi ripartire finalmente convinto.
Partiamo con un'idea di massima e con la voglia di fare una bella sgambata. Saliamo velocemente lungo il bel sentiero "geologico", io forzando un po' il passo e il Lupo soffermandosi ad approfondire puntigliosamente ogni cartello. Arrivati a Terz'alpe si unisce alla comitiva una terza socia, decisamente la meno bestia della compagnia, di nome Peluche, dotata di quattro zampe motrici e di un gran bisogno di carezze. Con Peluche che a volte ci segue a volte ci precede, ogni tanto afferrando qualche sasso per giocare, ogni tanto abbaiando gioiosamente ai rumori del bosco e del vento, arriviamo alla base della ferrata del corno occidentale. Qui ci imbraghiamo e cominciamo a salire, mentre Peluche ci abbaia la sua disapprovazione. La ferrata è carina, corta ma non banale, anche se un po'forzata (traversi a 5 metri da pratone). Provo ad arrampicarla tutta ma, anche tirando fuori le scarpette, devo rinunciare proprio sul muretto finale. In cima oltre al bellissimo panorama, troviamo ad attenderci Peluche che però, dopo un brusco saluto, si unisce a un'altro gruppo di escursionisti, dal suo canino punto di vista, più affidabili. In cima troviamo anche un altro ex on-icers, Dario, che ci indica la via della traversata dei Corni, che decidiamo di effettuare allungando un po' il giro. Con qualche problema nel trovare il sentiero raggiungiamo prima il corno Centrale e poi quello Orientale. In discesa dal Centrale troviamo anche un paio di catene di cui segnaliamo che LA PIU' BASSA E' MOLTO PERICOLOSA E ANDREBBE TRANCIATA, in quanto un ancoraggio è infisso in un MASSO CHE SI E' STACCATO ed è trattenuto soltanto dalla catena. Dalla cima del terzo Corno ci abbassiamo alla Colma, dove troviamo una bella fontana per rinforzare le nostre scorte d'acqua che, complici il caldo e il vento, si sono notevolmente assottigliate. Riprendiamo il sentiero in salita in direzione del Sasso Malascarpa e del Pra Santo, con il Lupo che ricomincia a soffermarsi puntigliosamente a tutti i cartelli. In cima al Sasso Malascarpa ci troviamo di fronte ad un'agghiacciante e monumentale ripetitore ed io, come sempre mi succede, non si sa se per suggestione o cosa, vengo preso da un leggero ma fastidioso malessere e mal di testa che non mi passerò fino a quando non ci allontaneremo dalla zona. Per fortuna dopo il Pra Santo, che il Nazza vuole assolutamente raggiungere, ci abbassiamo alla sella con il Monte Rai e da qui prendiamo la carrozzabile che in breve ci porta a rifugio SEC, dove ci fermiamo a mangiare. Dopo pranzo, con un'ultima breve salita, raggiungiamo la cima del Cornizzolo da cui godiamo del panorama amplissimo della cima. La giornata è tersa come cristallo e il Rosa, illuminato dal sole, sembra a portata di mano. Il Monviso e le marittime e gli appennini chiudono l'ampio bacino della pianura, dove si soffermano le foschie, come in un gigantesco acquitrino. Dalla vetta del Cornizzolo ci abbassiamo ad un'anticima dove è presente una colonnina del soccorso alpino e una manica a vento. Poco dopo prendiamo il sentiero 3 che scende ripidissimo verso Canzo lungo un ampio crestone boschivo. Giunti in prossimità di una casello di caccia ci perdiamo di vista, se non ci voce, e mentre il Nazza prosegue lungo il sentiero segnato, io prendo una mulattiera, ampia ma non segnata, che mi permette di tagliare più ad ovest, riportami quasi all'auto. In Nazza arriverà poco dopo, con una strada poco più lunga e risalendo circa un chilometro su asfalto. foto 1: il precisissimo tracciato GPS del Lupo foto 2: sui traversi della ferrata foto 3: La cima del corno Orientale con Lecco sullo sfondo. |
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