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   Pizzi Rabbi, Ledų e Cavregasco. Che meraviglia!, 19/10/2014
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Gita  Pizzi Rabbi, Ledų e Cavregasco. Che meraviglia!
Regione  Lombardia
Partenza  Pra Pinceč  (917 m)
Quota arrivo  2535 m
Dislivello  2500 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Bivacco Petazzi
Attrezzatura consigliata  Spezzone di corda per il Ledų, piede saldo e assenza di vertigini per il Cavregasco.
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Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Una straordinaria due giorni che mi ha permesso di chiudere il conto con il pizzo Ledų e di salire sul tanto fantasticato Cavregasco, cima pių alta della provincia di Como. A queste due vette, abbiamo aggiunto la salita al facile ma remunerativo pizzo Rabbi che, da par suo, ci ha regalato uno dei tramonti pių belli della mia seppur limitata esperienza alpina.

Ma andiamo con ordine:
sabato, poco prima delle 13, lasciamo l'auto a Pra Pinceč per risalire la val Garzelli in direzione della bocchetta del Cannone. Lambiamo il curioso pianoro dell'omonima alpe, risaliamo il bosco sulla destra idrografica della valle, sbuchiamo all'alpe Dosso. Nel circo sommitale, alcune nuvolette impadronitesi delle cime sovrastanti, ci impediscono di godere appieno dello scenario, giā di per sé superbo. Con determinazione, affrontiamo la rampa di erba e placche che si fa via via pių detritica in prossimitā della bocchetta. Affacciatomi sul versante lariano, non riesco a trattenere un certo disappunto per il panorama guastato da nebbie e foschie.
Risaliamo allora pigramente la costa orientale del pizzo Rabbi, guadagnandone in breve la cima. In cielo c'č fermento: un andirvieni di nuvole e nebbie fa presagire sorprendenti cambiamenti. Fa capolino anche il mio primo spettro di Brocken. Rimaniamo in vetta in attesa del tramonto, qualcosa mi dice che l'attesa verrā premiata. E, in effetti, saremo spettatori di uno spettacolo sbalorditivo: il grosso delle nuvole si dissolve, creando vortici progressivamente infuocati dalla calda luce del tramonto; i profili delle montagne lariane si evidenziano in tutta la loro bellezza, un mare di nuvole ricopre il lago lasciando affiorare Legnone, Grignone e poco altro. Le rocce del pizzo si infiammano dorate: cornice ideale per le cime di Valchiavenna.

La notte trascorre tranquilla: la temperatura relativamente mite, la stellata, le nubi basse, le chiacchiere tra amici, sono un mix sensazionale. E noi siamo qui apposta per godercelo.

La mattina, di buon ora, ci incamminiamo alla volta del pizzo Ledų. Lame di luce si fanno strada sopra le nuvole, lo scenario č diverso da quello di ieri, ma ugualmente magico. Non possiamo fare a meno di attardarci ad ammirarlo. Dopodichč la nostra attenzione č tutta per il Ledų, cima che quattro anni fa aveva respinto il mio assalto solitario. Risalito il canalino detritico, e salutato il tentennante Gabriele, una frastagliata ed aerea cresta ci deposita in vetta. Che gioia! E che meraviglia: il mare di nuvole si estende anche a nord, da Bodengo allo Spluga.

Ritorniamo sui nostri passi e, riassettati gli zaini al bivacco, ci incamminiamo in direzione opposta verso l'Avert di Inghirina prima e il lago Cavrig poi. "Una traversata fantastica, una rottura di coxxxioni" (cit. Mario Giacherio). Giunti al lago, non possiamo fare a meno di notare il risalire delle nebbie. Ma la giornata di oggi č troppo bella per essere vera: nemmeno il tempo di studiare la via di salita, che le nuvole si fanno da parte. Risaliamo i ripidi pendii erbosi fino all'intaglio immediatamente ad est del Cavregasco. Spostandoci sul lato Bodengo, un paio di esili cenge ci riportano sull'assolato versante sud. Da qui alla cima č solo questione di minuti. Di nuovo… che gioia! E che panorama.

Rientrati sotto la placconata sud del pizzo, ci spostiamo ancora verso ovest, alla volta della bocchetta delle Streghe (non nominata sulla carta svizzera). Da questa ci caliamo ripidamente e rapidamente verso il fondovalle, sperando che impervi salti di roccia non ci sbarrino la strada. Cosė fortunatamente non č, sebbene la ravanata sia notevole. C'č anche tempo per una gustosa scorpacciata di mirtilli: ne raccogliamo a piene mani, fino a colorarci dita e labbra di viola. Fantastico ad ottobre!

Ci lasciamo quindi pigramente scivolare a valle, toccando le ora pių che mai malinconiche localitā di Corte Prima, Seconda e Terza in questo ordine. Nel buio di Bodengo rivivo le molteplici emozioni di questa splendida due giorni.


ALCUNI BREVI MA DECISIVI SPUNTI PER LE SALITE:
-LEDU': dal bivacco contornare la parete sud del monte. Superata l'anticima, individuare un canalino detritico (larghezza 3 m, lunghezza 20 m circa) che da destra verso sinistra, porta in prossimitā della cresta. Quasi al suo termine conviene legarsi per obliquare a destra (est) fino ad intercettare la cresta ovest del Ledų. Percorrerla tutta stando sempre sul versante comasco ad eccezione di un primissimo aggiramento sul lato Bodengo. [II grado, esposto]

-CAVREGASCO: dal lago Cavrig, alzarsi in verticale e lievemente a sinistra per pratoni. Giunti sotto alla bastionata del monte, non addentrarsi per canali, ma aggirarla verso destra (est) sempre per pratoni, fino a raggiungere una evidente placconata che scende da un intaglio della cresta. Ora, lasciandoci a destra la cresta della Lavine Rosse, percorrere una piana ma aerea cengia sul versante di Bodengo per circa un centinaio di metri. Invertire ora il senso di marcia lungo una seconda e ancor pių esile cengetta (uno spit) quasi scavata nella roccia, fino ad un nuovo intaglio sulla cresta. Da qui, riportarsi sul versante sud e, con percorso evidente, risalire fino in vetta. [I grado ma molto esposto]

FOTO:
1- Dal pizzo Rabbi, contempliamo il calar del sole tra i pizzi Cardinello e Paglia.
2- Favoloso risveglio: un soffice manto di nubi lambisce il bivacco Petazzi.
3- Tipico passaggio esposto sulla cresta ovest del pizzo Ledų. A far da sfondo, al centro, il Cavregasco.
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