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   M.te Valegino e Arete, dal Passo di Tartano, 16/08/2014
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  M.te Valegino e Arete, dal Passo di Tartano
Regione  Lombardia
Partenza  Cambrembo (BG), strada per S. Simone  (1490 m)
Quota arrivo  2415 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + corda per il tratto più esposto in cresta
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Quella cresta solamente sfiorata ci aveva incuriosito e stuzzicato, lasciandoci la voglia di percorrerla al più presto. Era luglio quando, facendo un giro ad anello tra il Monte Cadelle e il Passo di Tartano, avevamo tentato una deviazione che passasse parzialmente dalla sinuosa cresta che dal Passo culmina sul Monte Valegino. Allora le circostanze meteorologiche e non ci avevano fatto desistere negli intenti. Stavolta, invece, siamo qui appositamente per questo. Ci avviamo dunque poco dopo Cambrembo alla volta proprio del Tartano e con ritmo regolare, dapprima nel bosco e poi in spazi più aperti dove asini ci osservano incuriositi, siamo alla volta dell'oggi gremito Passo. Non lo raggiungiamo però, l'attacco della cresta ci attira infatti come una calamita e il nostro sguardo, così come i nostri pensieri, sono rivolti verso quella cresta che sa un po' di ignoto, consapevoli che l'entità delle difficoltà saranno da scoprire. Il passaggio del percorso dall'essere tranquillo e facile al diventare invece decisamente esposto è repentino. In men che non si dica dobbiamo metterci in guardia e prestare molta attenzione ai nostri passi, particolarmente considerando che il terreno è piuttosto umido, in seguito alle piogge dell'ultimo periodo. Nel primo tratto di cresta brevi spezzoni in falsopiano sono intervallati da altri molto ripidi da sormontare, dove è necessario qua e là usare anche le mani per aiutarsi. A circa poco meno della metà della cresta la labile traccia prima presente tende a scomparire dove il percorso si fa più esposto e roccioso. Notiamo poco più avanti una placca inclinata e subito dopo un espostissimo sperone roccioso, che fin dal primo istante ci paiono pressoché insuperabili, a meno di non rischiare veramente tanto. Ci facciamo comunque coraggio e ci avviciniamo per studiare meglio la situazione e l'eventuale presenza di un passaggio, ma desistiamo di fronte a una situazione che appare troppo pericolosa per essere affrontata senza alcuna protezione. Facciamo perciò qualche passo indietro e ritorniamo in un punto in cui la cresta, sul versante bergamasco, digrada in modo un po' meno ripido e ci permette perciò di scendere, su balze erbose, e di aggirare questo tratto molto ostico. Pochi metri più avanti, dopo avere traversato sul ripido, volgiamo nuovamente lo sguardo verso l'alto per andare a riprendere la cresta. A questo punto siamo letteralmente in fase esplorativa, non esistono né indicazioni né tracce che indichino che questa possa essere una soluzione fattibile, ma ci proviamo. Sormontati nuovamente i pochi metri molto ripidi scesi poco prima, siamo nuovamente sulla cresta. C'è subito da rimontare un'altra breve sommità che si erge da essa per continuare e l'operazione è ostacolata dalla presenza di una vipera proprio sulla minuscola via di salita. Dopo avere aspettato che gentilmente si facesse da parte, continuiamo domandandoci cosa ci aspetterà là dietro, dove non si vede. Con molta attenzione avanziamo, fortunatamente c'è solo un breve tratto più esposto rispetto alla media del percorso da superare e, una volta sopravanzato con cautela, le vere difficoltà terminano. La via da qui in avanti seguita a essere abbastanza esposta in qualche punto, ma la cosa ora è più blanda e facilmente gestibile, cosicché riprendiamo a camminare con passo più svelto. Gli ultimi metri prima della vetta sono faticosi, ma senza altre difficoltà giungiamo nel punto più alto dove è presente un ometto in pietra. Dopo esserci fermati ad ammirare il paesaggio riprendiamo il cammino sulla cresta diretta al Monte Arete che presenta solamente un punto in cui è necessario essere più cauti. Per il resto la discesa fila via liscia, fino a toccare la nostra seconda cima di giornata. Ora possiamo davvero rilassarci e abbassare la guardia, prendendo il più comodo sentiero che prima panoramico e poi nel bosco ci riporta a Cambrembo, chiudendo perciò il nostro anello. Alla fine non possiamo che essere soddisfatti anche oggi. La cresta che dal Tartano porta in vetta al Valegino si è rivelata bella, ma non del tutto fattibile nella sua interezza, quantomeno per chi come noi non aveva attrezzatura per fare sicurezza in quel tratto roccioso, a nostro avviso necessaria per poterlo attraversare senza eccessivi rischi.

Foto 1: nel primo tratto in cresta
Foto 2: il breve tratto roccioso aggirato sui ripidi pendii erbosi
Foto 3: in vetta al Monte Arete, alle spalle il Valegino e la cresta di discesa percorsa.
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