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   PIZZO RECASTELLO (normale), 20/07/2013
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Onicer  maurizio1972   
Gita  PIZZO RECASTELLO (normale)
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  2888 m
Dislivello  1988 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Curò
Attrezzatura consigliata  Da escursione, utile caschetto per canalino
Itinerari collegati  Pizzo Recastello (2888m), Normale
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La sveglia suona alle 4.20 e alle sono a Valbondione alle 7 con 13 gradi e un cielo ripulito dai temporali che hanno insistito in questa zona fino a notte inoltrata. Non c’è nessuno e così in solitaria sarò praticamente fino in vetta. Taglio per sentiero/scorciatoia che stacca al primo tornante della comoda mulattiera e con calma in 1h30 sono al Curò. Il lago è di un verde smeraldo spettacolare, Recastello e Coca lo osservano dall’alto. Proseguo lungo la mulattiera per il lago naturale del Barbellino, ma giunto alle cascate (oggi queste più che quelle prodotte artificiosamente erano il vero spettacolo) devio con sentiero 321 verso la bella Valcerviera. Superato il primo salto roccioso il panorama ancora bucolico, lascia intravedere uno sfondo più severo con le nevi sottocresta tra Recastello e 3 Confini. Con salita più marcata per superare un altro salto si giunge a guadare un'altra cascata. L’acqua è tanta e la doccia inevitabile fa venire dei dubbi sula correttezza della traccia. Finalmente in alto il panorama si apre sulla Val Cerviera e poco oltre si trova una prima deviazione a sx con scritta Recastello. Si sale lungo la Valle del Cornello Rosso incontrando la prima neve e poco oltre un ulteriore deviazione ad abbandonare il sentiero 321 che prosegue a dx. Il panorama si apre sui laghi di Val Cerviera e sullo sfondo sul Pizzo del Diavolo di Tenda. Qui salgo un pò a naso perché il sentiero è sotto la neve, neve direi commovente per il periodo: tiene benissimo, anzi in corrispondenza delle rigole è perfino molto dura. Salgo quindi in linea diretta senza ramponi gradinando un pochino. Qui incontro la prima persona in discesa che mi rassicura sul percorso. In alto a sx si vede un bel bollo gigante a segnalare l’imbocco del canale attrezzato completamente libero da neve. Intanto dietro risalgono altre persone. Con calma visto che in alto non c’è nessuno che scarichi sassi risalgo il facile ma verticale canale attrezzato. Al limite dello stesso i bolli scompaiono, in ogni caso si traversa su sfasciume un pò esposto fino a raggiungere la cresta. Qui ancora neve sul versante Nord (oggi una persona salita dal canale Nord ancora in buone condizioni), ma stando sul filo tutto pulito fino in vetta. Alle 11 da solo in cima con un panorama spettacolare su tutti i giganti dell’alto Barbellino e vista impagabile sul lago omonimo. In breve vengo raggiunto da padre e figlio in traversata verso il Tre Confini e da altri due escursionisti con cui condividerò parte della discesa. Foto rituali reciproche e poi discesa rapida soprattutto sui nevai che coprono il ripido ghiaione. Il cielo intanto si copre e arrivo al Curò insieme alla pioggia. Rimarrò tutto il pomeriggio qui, tra un temporale e una schiarita, in attesa degli amici saliti per l’apertura delle cascate in notturna. Subito dopo l'apertura notturna si crea un carnaio inverosimile lungo una mulattiera ridotta a tappeto di fango per i numerosi scrosci. Faccio in tempo a polemizzare con alcuni volontari del Soccorso Alpino (sempre straordinarie persone) oggi costretti a dirigere il traffico di persone. Forse hanno ragione nel sostenere che con la picca sono pericoloso: la montagna è di tutti, ma oggi lo era soprattutto di gente che pattinava nel buio in infradito accendendo fuochi ovunque per scaldarsi…

Foto 1 – Panorama sul Barbellino
Foto 2 – Vetta
Foto 3 – Cresta verso pizzo Tre Confini e Gleno
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