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   Traversata Como - Lecco, 17/09/2006
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Onicer  grigna   
Gita  Traversata Como - Lecco
Regione  Lombardia
Partenza  Como Stazione FNM  (210 m)
Quota arrivo  220 m
Dislivello  3200 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Vari lungo il percorso
Attrezzatura consigliata  Da raid
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Quale migliore degna conclusione dell’estate 2006, se non questa fantastica cavalcata sulle Prealpi del Triangolo Lariano? Ora, col senno di poi, dico che abbiamo fatto bene a non mollare un attimo, nemmeno quando a Brunate la pioggia non accennava a diminuire. E’ stata dura proseguire, ma alla fine siamo stati premiati. Grazie alle indicazioni di un indigeno, da Como imbocchiamo la pedonale per Brunate che porta direttamente alla stazione a monte della funicolare. Tagliando qua e là nel bosco, raggiungiamo la Capanna CAO e le successive Baite Carla, Bondella e Fabrizio. Mentre da NE avanzano le schiarite, raggiungiamo la cima del Monte Boletto e, rinfrancati dall’ormai sicura cessazione delle precipitazioni, proseguiamo saltellando fino alla vetta del Bolettone. Non fa caldo, anzi…..il forte vento da N, complici anche i vestiti totalmente fradici, ci fa battere i denti non poco……. Fortunatamente il sole guadagna spazio in fretta e, nei pressi del Pian del Tivano, siamo già asciutti e accaldati. Il tratto dal Pian del Tivano alla vetta del San Primo è il più ostico per via dell’assenza di sentiero e della folta vegetazione. Ma il pachidermico Kikko, ci conduce magistralmente sull’erbosa cresta S fino alla vetta. Dopo una pausa rifocillatoria, ecco la lunga discesa fino a Barni passando per l’Alpe Spessola. Da Barni, seguendo una vecchia mulattiera, saliamo fino alla Conca di Crezzo, dalla quale inizia una lunga traversata prima in falsopiano e poi in discesa, che ci porta fino a Malsano, frazione di Valbrona. Seguendo le indicazioni per il rifugio SEV, riguadagniamo quota, questa volta, purtroppo, su un teribile asfalto che ci prosciuga tutte le poche energie rimaste. Una volta giunti al SEV, scendere a Valmadrera è questione di un’oretta su un sentiero reso insidiosissimo dal fango e dai sassi bagnati. L’attraversamento di Valmadrera prima, e di Lecco poi, sono il completamento di questa eccezionale gita, condivisa con persone speciali in tutti i sensi. Voglio fare i complimenti a tutti, nessuno ha mai avuto il minimo cedimento strutturale, solo le vesciche hanno rallentato un po’ la marcia nel finale. Complimenti in particolare alla Marta. A trovarne di ragazze, ma anche ragazzi, con la sua forza d’animo…….
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