Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Alta via n° 1 dell'Adamello, 08/09/2007
Inserisci report
Onicer  grigna   
Gita  Alta via n° 1 dell'Adamello
Regione  Lombardia
Partenza  Passo Croce Domini  (1850 m)
Quota arrivo  1550 m
Dislivello  4000 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  T. Secchi, Maria & Franco, Lissone,Prudenzini,Gnutti e Tonolini
Attrezzatura consigliata  Da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Nonostante la mia scarsa motivazione ad affrontare una simil mazzata, Kikko e Rosso mi convincono e, sabato mattina, alle 4.30 siamo già in auto diretti a Temù. Lasciamo un’auto presso Malga Caldea mentre con l’altra, scendiamo a Breno e risaliamo al Passo Croce Domini. E’ qui che inizia la nostra marcia lungo l’alta via numero 1. Raggiungiamo il Rifugio Tita Secchi e proseguiamo fino al Passo del Blumone. Il tempo è bello, tira un venticello fresco e piacevole. Le soste sono limitate a qualche minuto visto che arrivare al Prudenzini è questione di 11-12 ore di cammino…..a ritmo piuttosto sostenuto, raggiungiamo la Bocchetta Brescia e il vicino rifugio Maria e Franco dove sostiamo a mangiare un panino. Da qui, inizia un lingo tratto in leggera discesa che porta alla Bocchetta di Campo, punto di collegamento tra Lombardia e Trentino. Bellissima la vista sul Carè Alto e sul sottostante Lago d’Arno. Affrontiamo poi la ripida salita del Passo Avolo prima di toccare il Passo Ignaga dove sono ancora numerosi i resti della Grande Guerra.
Attraverso un sentiero esposto ma facile e ben attrezzato, percorriamo la cresta spartiacque tra Lombardia e Trentino prima di buttarci a capofitto in discesa verso l’ormai visibile rifugio Lissone. Rambo è purtroppo in una giornata no e di conseguenza, prima di proseguire per il Prudenzini valutiamo sul da farsi. Alla fine si va. Il Passo Poia è meno arduo di quanto sembrasse e in un’ora e mezza siamo al valico dove ammiriamo un bellissimo tramonto. Da qui, al Prudenzini, è questione di un’ora e mezza di discesa, in parte affrontata con la luce delle frontali. Al rifugio, contrariamente a quanto detto da Ares, l’accoglienza è davvero cordiale. I rifugisti ci preparano una lauta cena e si dimostrano assai affabili e gentili.
Alle 22 tutti a letto, Rambo e Kikko nel rifugio, io e il Rosso fuori con il sacco da bivacco.
Domenica la sveglia suona alle 6 e, alle 6.45, siamo nuovamente in cammino. Con calma, affrontiamo la salita del Passo Miller dal quale, scendiamo al rifugio Gnutti. Da qui, un lungo tratto con sali scendi, ci porta al rifugio Baitone e, successivamente, al Rifugio Tonolini dove troviamo la Giò ed un suo amico. Breve sosta rifocillatoria e poi ecco l’ultima salita di questo trekking, il Passo Premassone.
Giunti al passo, si spalanca davanti a noi l’Adamello, sicuramente la vista più bella dell’intero percorso (almeno per i miei gusti di montagna) e ci fermiamo a lungo ad osservarlo e a fotografarlo.
Scendiamo poi al Lago del Pantano e, infine, ai Laghi della Val d’Avio evitando il rifugio Garibaldi per questioni legate alla mia scarsa voglia e, soprattutto, alla scarsa condizione fisica di Rambo che ha comunque stretto i denti portando a termine dignitosamente il percorso.
Giunti a Malga Caldea, torniamo al Passo Croce Domini a recuperare l’altra auto e, finalmente, dopo 5 ore e mezza di viaggio, torniamo a casa.
Giudizi su questa alta via non riesco a darne visto l’atteggiamento negativo con il quale l’ho affrontata. Ad ogni passo era un calvario per me. Dover passare su gande immense mi faceva scappare la voglia di proseguire, i vari cambi di ritmo poi, sono stati davvero numerosi e massacranti.
Una nota doverosa sui dislivelli: Ares ha messo 5000 m per l’intero percorso comprensivo della risalita al Garibaldi.
A mio parere sono comunque esagerati perché noi, evitando la salita del Passo del Lunedì, abbiamo coperto circa 4000 m. Sballatissimi i 250 m di dislivello che mettono dal rifugio Maria e Franco al Lissone. Con i vari sali e scendi che si affrontano, il dislivello è di circa 450 m. Per chi sosteneva che il percorso in questione si faceva in giornata, io nutro qualche dubbio. Nel senso che si può fare nell’arco delle 24 ore sottoponendo però il fisico ad uno stress notevole, considerando anche il fatto che i tratti in cui ci si può rilassare, sono davvero pochi. Tra gande e tratti attrezzati, si copre circa il 30% del percorso.
Partecipanti: io, Kikko, Leonardo detto il Rosso e Rambo.

Report visto  2242 volte
Immagini             

[ Nessuna immagine disponibile ]
Fotoreport