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   Punta del Druet, 13/06/2009
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Onicer  celtico   
Gita  Punta del Druet
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (950 m)
Quota arrivo  2868 m
Dislivello  2120 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rif Curò
Attrezzatura consigliata  visto le condizioni: picca, ramponi, ghette
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento ol Druet..e chi lo conosceva fino a poco tempo fà...Grazie agli amici Folkstone che mi hanno "illuminato" su questa zona delle Orobie frequentata pochissimo (sacrilegio!!), decido di arruolare 3 sherpa dal nome indigeno di Ezio, Roby e l' onicer Mario Rossi (sèmper lù) per tentare la vetta. Dopo mesi di compagnie femminili nel gruppo, il fatto di essere tutti uomini ci lascia andare a discorsi prettamente maschilisti..... Arrivati al rif Curò in tutta scioltezza (praticamente di corsa), ci incamminiamo lungo il sentiero del Coca perdendo circa 100 metri di quota per risalire poi la bellissima Valmorta; il dislivello totale indicato tiene conto appunto di questo su e giù sia all'andata che al ritorno. Superato il primo pendio ripido e disagevole arriviamo alla piana di Valmorta ancora ricoperta da tanta neve al di sotto della quale si dovrebbe trovare il "lago basso". Piccola sosta e ..gli sherpa cominciano a dare segni preoccupanti: Roby a corto di allenamento decide di fermarsi nella piana ricoprendosi di chili di crema solare..
Io e i restanti Ezio e Mario ci incamminiamo verso la cascatella che scende sulla sinistra e risaliamo il pendio ripido innevato con la picca in mano fino a giungere alla conca del "lago di mezzo di Valmorta" anch'esso quasi completamente ricoperto dalla neve. Aggirato il lago sulla destra, si apre dinanzi a noi il lungo vallone che scende allargandosi sempre più dal Passo del Druet. Altra sorpresa: il secondo sherpa Ezio decide di fermarsi essendo già enormemente soddisfatto del luogo che lo circonda; vabbè, io e Mario, picca in mano e ramponi ai piedi, risaliamo l'ampio pendio che si restringe diventando sempre più ripido fino ad arrivare al canalino che sbuca al passo (saranno più o meno 35-40 gradi). Salutiamo Disgrazia, Bernina e Badile e ci incamminiamo di traverso sulla destra costeggiando la cresta che porta al cocuzzolo sommitale. e qui l'ennesimo fattaccio: anche il terzo sherpa Mario decide di fermarsi a 100 m. dalla vittoria perchè indeciso sulle condizioni di neve e roccia (effettivamente non era il massimo). Dopo aver legato Mario a una roccia per non farlo scappare, proseguo da solo e dopo un volo all'interno di un buco fino alla cinta, arrivo sulla crestina finale di roccia schifosissima e pericolosa e finalmente sbuco sulla cima in completa solitudine..(non sono più gli sherpa di una volta..). Dopo i penosi autoscatti di vetta, si ritorna per la via di salita sotto un sole cocente, recuperando mano a mano quegli sfaticati di sherpa ; il miraggio di una birra fresca al curò ci induce ad accellerare il passo e per le 15.30 siamo a tavola!!!
Parlando seriamente, il giro è bellissimo, però ha un notevole dislivello e sviluppo; oggi era più una salita di inizio primavera che di quasi estate per la moltitudine di neve trovata...per chi vuole salire, adesso la traccia c'è...
foto 1: Barbellino e Recastello
foto 2: all'uscita del canalino del passo del Druet
foto 3: la vetta
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