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lago di scais e lago nella 207, 24/06/2024 | Tweet |
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Onicer | oscarrampica
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Gita | lago di scais e lago nella 207 |
Regione | Lombardia |
Partenza | 6 km prima di agneda (700 m) |
Quota arrivo | 1500 m |
Dislivello | 800 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | no |
Attrezzatura consigliata | nde |
Itinerari collegati | nessuno |
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Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Dopo l’uscita nel canale Tua dove siamo stati respinti per l’assenza di neve sul secondo salto, riparto una settimana dopo per l’altro versante orobico, quello Valtellinese con l’intenzione di fare l’accoppiata Pizzo del Salto- Pizzo dell’Omo dove con lo stesso Filippo m’ero diretto per il vallone del Salto in terre bergamasche, in una primavera ancora troppo nevosa per quelle quote, l’anno scorso. Dopo due giorni al mare con Dani e Noemi, bimba di 5 mesi, mi viene in mente sulla strada del ritorno di chiamare Fil e sentire se è disponibile a partire la sera stessa e dormire in tenda alla fine del viaggio (cosa che gli avevo già accennato). Confermata la sua disponibilità, arrivo a casa verso le 18.30 ripongo pinne e gommoni e tiro fuori picche e ramponi visto che in quota c’è ancora tanta neve. Fil che ha appena compiuto 18 anni, viene con l’auto che gli han prestato i suoi e sapendo dei problemi della mia Peugot 207, mi vien la tentazione di chiedergli di usarla, ma alla fine confido sperando e partiamo come da programmi con la mia. Partiamo attorno alle 21, il viaggio va bene fino a quando scesa ormai la notte improvvisamente si accende la spia del motore in surriscaldamento e l’avviso stop. Ci fermiamo ad uno slargo e riempiamo la boccia del radiatore completamente asciutta. Ripartiamo e poco dopo il problema si ripresenta e andiamo avanti cercando un park e lo troviamo nel piazzale antistante La Brace dove mando Fil a recuperare acqua per il radiatore nuovamente asciutto. Ormai manca poco e pensiamo con qualche ricarica di potercela fare ma invece la macchina si surriscalda di nuovo immediatamente e nonostante il segnale stop immediato cerco di arrivare alla deviazione dalla statale 38 della Valtellina dove poter poi eventualmente lasciare l’auto e provare la ripartenza l’indomani con la macchina ben raffreddata. Giriamo verso Piateda e l’auto si spegne, pensiamo a dove spostarla che siamo in mezzo alla strada ma poi riesco a riaccenderla e ripartire finche un centinaio di metri dopo troviamo un piazzale sterrato dove l’abbandoniamo augurandole buonanotte e di farsi trovare in forma e bella fresca per l’indomani mattina. Manca poco alla mezzanotte e cerchiamo un posto dove piantare la tenda. Vaghiamo oltre la pesa pubblica giù per il bosco e alla fine risalendo vedo un prato oltre l’altro lato della strada sotto il suo livello e trovata la via d’accesso scendiamo e montiamo la tenda al riparo di un piantone foglioso purtroppo ben illuminati dai lampioni sul ciglio stradale. Tantè..ormai è tardi e cerchiamo di addormentarci veloci per nn rubar minuti alle 4 ore di sonno scarse che ci concediamo. La sveglia dimenticata dalla settimana prima suona alle 3 e poi alle 4 mi alzo ben riposato. Disfiamo la tenda, buttiamo tutto in auto, controlliamo il liquido che c’è ancora e fiduciosi partiamo. Facciamo 2/3 km di salita e l’auto comincia ad arrancare e poi va in ebollizione. La spingiamo al bordo della strada e dopo aver mangiato qualcosina dico a Fil se a voglia di salire fino ad Agneda dove saremmo dovuti arrivare in auto. Tanto non abbiamo null’altro da fare.. e allora alle 5 del mattino cominciamo a salire che a quest’ora manco possiamo chiamare nessuno. La motivazione è pari a zero ma io penso di fare lo stesso la gita e poi sentire se qualcuno vieni a prenderci la sera. Poi Fil pensa di avvisare sua madre e di scendere ma decidiamo comunque di arrivare ad Agneda pensando magari ci sia campo per il cell che dalla macchina in su non c’è mai stato. Di solito qui passiamo in auto e ora c’è tempo per guardare la valle e il bel torrente Venina che la solca facendosi spazio fra radi ma bei pascoli verdeggianti per l’insolita abbondanza d’acqua di quest’estate che non sembra voler iniziare. Dopo tre quarti d’ora passiamo dalla frazione San Bartolomeo le cui case deserte o abbandonate stanno oltre il ponte del torrente che le collega alla bella chiesetta e sembran radunate per una silenziosa preghiera. Passiamo dal piazzale dell’elisoccorso e alle 6 siamo fra i torrenti spumeggianti che scendono dalla Val Vedello per alimentare la Centrale idroelettrica dell’omonimo villaggio. Anche qua bellissime case in pietra abbracciate l’una all’altra per non perder la memoria di quando pulsava la vita quassù. Ora sembra di stare in un museo d’arte rurale. Sbucano oltre il bosco le cime del Medasc Soliva e i Cavrin e siamo al bivio con la Valle d’Ambria. Teniamo la sinistra in direzione Agneda- Scais e raggiungiamo le case dell’ultimo borgo della valle alle 6.30. Facciamo i turisti per le belle e pittoresche casette ristrutturate od antiche di Agneda, fra cui la casa natale della famosa guida Giovanni Bonomi e poi Fil decide di scendere per telefonare. Calcolando che comunque la mamma non arriverà prima di mezzogiorno gli dico che faccio un salto al Lago di Scais e che ci rivedremo alle 9 massimo. L’ultima casa ha una riga all’altezza di quasi un metro che segna il livello raggiunto dall’acqua nell’inondazione del 1987. Sembra inverosimile guardando l’ampiezza della valle che qui si apre..ma quanta acqua c’era penso guardando sgomento la verde piana aprirsi chiusa dalle montagne verso dove mi dirigo nella solitudine del mattino. Arrivo al Park dove si fermano le macchine e più di una volta ho dormito in tenda nel prato. Da una carta delle varie paline, mi rendo conto che siamo vicinissimi a Sondrio, cosa che non avevo mai notato. Si vede tutto il percorso della wt da Chiuro. Bei ricordi. Inizio a salire dopo poco e ad un cero punto la carrareccia passa fra due enormi (alti parecchi metri) cumuli nevosi sotto il quale il fiume ha scavato una tunnel alto circa tre metri. Impressionante e spettacolare. Vado oltre, col mio zaino pieno di materiale inutile ma ora salgo più leggero e arrivo al bivio tra la GVO e le Case di Scais. Supero il ponte sulla forra del Caronno e alle 7.30 raggiungo il lago artificiale di Scais sul cui sfondo a dx, si eleva la bella piramide del Pizzo del Salto con la magnifica linea della cresta che avremmo dovuto salire per toccarne la cima. Foto e poi giù corricchiando per non far attendere troppo Fil che trovo addormentato beatamente sull’auto. Si sveglia e mi dice che la mamma gli ha suggerito..e mi viene il flash del treno. Si..è decisamente l’opzione migliore. Intanto che mi cambio e mangio..ho fatto comunque quasi 1000 mt di dislivello, lo mando con tutte le bottiglie a disposizione a prendere acqua e riempiamo di nuovo l’auto. Scendendo non pare ci siano problemi e mi viene quasi la speranza di tornare in strada. Mi fermo in un posto tranquillo a lato della strada principale per ragionare sul da farsi e la lancetta della temperatura a macchina ferma ma accesa comincia a schizzare verso l’alto. La fermo, apro il cofano e la boccia è inesorabilmente vuota. Più per abitudine che perché serva a qualcosa ci ributtiamo acqua e la vediamo uscire dall’interno del motore e scorrere fino a bagnarci i piedi. Telefono al meccanico che mi conferma nell’idea di seppellirla fra le montagne che tanto l’hanno amata da volerla con sé per sempre. Chiamo il carroattrezzi e dopo varie vicissitudini ed errori che prolungano un poco l’attesa, permettendomi di sorprendermi che siamo a Montagna di Valtellina, viene a prenderci Massimo Betti che come me ha corso per la prima volta la wine Trail l’anno scorso e che entusiasta si è riiscritto invitandoci a rifarla. Completiamo le procedure burocratiche per la sepoltura e poi gentilmente ci accompagna in stazione da dove torniamo in treno fino a Casale. Ne son successe di cose così particolari che compongo una bella paginetta che le raccoglie e che intitolo l’auto e il treno a ricordo di due giornate comunque belle e particolari. Grazie Fil ..presto ci rifacciamo con gli interessi.
Foto1 Medasc Soliva e Cavrin Foto2 lago di Scais e Pizzo del Salto Foto3 addio Peugeot |
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