Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Miniere Fursil,Sass de Rocia, cascata val del piero, 24/10/2023
Inserisci report
Onicer  oscarrampica   
Gita  Miniere Fursil,Sass de Rocia, cascata val del piero
Regione  Veneto
Partenza  caprile  (1000 m)
Quota arrivo  1100 m
Dislivello  100 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Salutati gli amici di Cavacurta e la moglie, dopo esser saliti al cuore, rimaniamo al Pian di Gares io e cecco con l’attrezzatura da montagna da stipare nei cassoni della sua moto e facciamo volta verso Caprile dove abbiamo intenzione di salire il Sassolungo. Ma le previsioni sono infauste per il giorno dopo che così passiamo a scorazzare nei dintorni del paesiello. Al mattino del 14/8 2018 andiamo a Colle Santa Lucia grazioso paesino adagiato in una culla verde e ninnato dal gigantesco pelmo che domina la Val Fiorentina e dall’ americano Averau che con le sue forme squadrate a torre e i colori rossastri, ricorda tanto una montagna da Grand Canyon. Faremo due passi sul sentiero guidato delle Miniere del Fursil che come tutte le cose troppo vicine a casa, finisce che son sempre le ultime ad esser visitate. Per secoli queste miniere, sono state una delle risorse economiche più importanti per tutta la zona dell’attuale Agordino e dell’intero territorio dolomitico. Pur trovandosi in territorio tirolese (Colle Santa Lucia fu per la maggior parte della sua storia recente parte della Ladinia tirolese, Wersil il none in ladino di Colle) la vicinanza delle miniere al confine con la Serenissima Repubblica di Venezia, situato a brevissima distanza (Caprile era l’estremo confine veneziano), rendeva queste cave molto allettanti anche per lo Stato Veneto. Il motivo dei tanti conflitti per il loro possesso, risiede nelle caratteristiche speciali del minerale estratto in questo luogo: si estraeva infatti un tipo di ferro particolarmente richiesto ed apprezzato, la siderite manganesifera. Si tratta di un particolare minerale ferroso che, grazie all’apporto naturale di manganese, quando veniva lavorato acquistava delle caratteristiche che lo rendevano simile all’acciaio: resistenza eccezionale, flessibilità e resilienza e bassissima ossidabilità erano caratteristiche rare in un’epoca in cui l’acciaio non era ancora stato scoperto. Per questi motivi, il ferro del Fursil, ricavato dal monte Pore, venne largamente impiegato nella produzione di spade e oggetti da taglio ed era così adatto allo scopo, date le sue caratteristiche uniche, che sono state trovate spade prodotte con questo minerale tra gli oggetti di famiglie nobili in Spagna ed Inghilterra. Per il trasporto della siderite manganesifera all’interno del territorio tirolese venne realizzata una strada speciale, la cosiddetta “Strada da la Vena” che collega ancora oggi le Miniere del Fursil al Castello di Andraz (dove si trovava un forno per la lavorazione del minerale) e più su fino alla Val Badia attraverso il Passo Valparola. Nel XVIII Secolo, l’estrazione mineraria in Europa inizia a diventare svantaggiosa. Diviene più conveniente comprare metallo dalle colonie che provvedere all’estrazione in loco. Per questo motivo, lentamente anche le Miniere del Fursil vengono abbandonate. A partire dal 2010, il Comune di Colle Santa Lucia inizia una massiccia opera di recupero del centro minerario del Monte Pore, 6 cave individuate, in ottica turistica. L’Istitut Ladin Cultural “Cesa de Jan” di Colle Santa Lucia organizza durante la stagione estiva visite guidate al tunnel recuperato con interessantissime informazioni storiche e culturali sulle miniere. Noi oggi ci limiteremo al giro per sentiero ad anello che conduce ai vari accessi, aggirando il cartello che ne interdice l’accesso per pericolo frane. Alle 10.30, iniziamo dalla miniera di Troi ( sentiero), per passare poi a quella di Vauz vicina ad un grande scoscendimento franoso e che regala una bella vista sulla parete superiore della Nordovest del Civetta che emerge sopra i boschi di un colle che la copre. Passarelle permettono di passare proprio sotto il Vauz (frana) che sebben evidentemente ripulito appare di resistenza molto precaria…chissà cosa vien giù di qua quando piove…passiamo dalla bella cappellina nel bosco di S.antonio dei vauz e poi traversiamo un'altra frana recente che ha coperto totalmente sommergendolo il sentiero . Ci riaffacciamo come da un balcone sui bei prati che fan da tappeto alla bella Pieve di Colle e proseguiamo fra tabiè inghirlandati di gerani e bei crocefissi lignei che legano sempre la terra dei monti al Cielo. Arriviamo al cantiere dove si sta costruendo il probabile museo del luogo in località Zarnadoi e dove verrà riaperta una lunga galleria della miniera. Pronti all’ingresso sbarrato, i carrelli in ferro fermi sui vecchi e arrugginiti binari. Riprendiamo il cammino passando dalle miniere di Ru(ruscello) immersi nel verde ladino e fra prati cosparsi di fioriture di Crocus e poi per la frazione Costalta e miniera omonima dove un altro cartello ci dice che non si può percorrere il sentiero. Arriviamo infine alla miniera di Zenge (cengia) il cui ingresso, come tutti gli altri, è protetto da ripristinata grata in ferro e anch’essa posta sopra altra zona franosa. Concludiamo il nostro anello mineralnaturalistico ritornando a Colle. Sono le 13 ed è ora di tornare da Serafino per il pranzo..anzi siamo già in ritardo!! Dopopranzo uno di quei bellissimi acquazzoni alpini c’impedisce di uscire na non certo di pisolare cullati dai tuoni e dai forti scrosci di pioggia. Solo a sera spiove e di corsa usciamo per salire in auto a Ronch, sotto laste, vs i Sass de Rocia dove per la solita ferratina saliamo al sempre fantastico Bivacco Pian delle Stelle che in cima alla rupe precipite mi accoglie sempre come un amico fraterno che da tempo non si vede e dove il tempo sembra rallentare improvvisamente per ricondurmi a tante vite passate qua a guardare il Cielo per capire cosa fare una volta tornato sulla Terra. Due giorni dopo (in mezzo l’avventura al Sassolungo) scendendo vs la pianura ci fermiamo in località Stanga, all’ingresso della forra della Val del Piero dove mostro a Billy un’altra delle chicche del luogo. Parcheggiata la moto entriamo nella caverna e saltellando fra le acque e la pozza arriviamo in una decina di minuti all’antro della cascata che alta una ventina di metri crea il laghetto. E’ una giornata fredda e abbiamo i kway a proteggerci dal fresco e dagli schizzi d’acqua che ci investono mentre facciamo le foto di rito con i piedi nell’acqua sotto la grande cascata. Tornando poi, non resistiamo al richiamo delle pozze smeraldine e nonostante il gelo incredibile, ci concediamo un paio di tuffi rigeneranti per la muscolatura indolenzita dalla gita di ieri. Concludiamo la mattina andando a trovare il Mot a Bolzano Bellunese dove fra risate e aneddoti ci viene offerta pastasciutta e vino. Sperando Billy non ne risenta alla guida del suo centauro! Foto 1 verde villaggio di Colle S. Lucia Foto 2 Sass de Rocia Foto3 io e la cascata in Val del Piero
Report visto  2245 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport