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   Orsiera, 11/05/2023
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Orsiera
Regione  Piemonte
Partenza  Selleiraut  (1550 m)
Quota arrivo  2810 m
Dislivello  1300 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Selleries q.2030
Attrezzatura consigliata  picca e ramponi per il canalone con pendenze sui 40°, ciaspe per l'avvicinamento.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Che strano questo periodo in cui succedon cose che mi consentono fughe dalle pratiche quotidiane per puntate veloci sull’arco alpino. Stavolta mia moglie è più tranquilla se accompagno io, Giona e David che hanno ricevuto in regalo due biglietti per la partita della juve delle 18. Nn concesso il cambio turno e potendo saltare il mattino di lezioni di Giona, decidiamo di partire comunque dopo il mio turno di notte..e poi si vedrà. Alle 11 circa del 03/05/2023 lascio i ragazzi in quel di Torino liberi di scorazzare per la città mentre io cerco di uscire dal traffico in direzione di Pinerolo e poi della Val Chisone dove vorrei raggiungere il Rif. Selleries che, essendo chiusa la sterrata che vi sale ho letto sia consigliato salire fino al borgo di Selleiraut. Siamo nel Parco Naziomale dell’Orsiera- Rocciavrè .Trovo il cartello con l’indicazione e mi avventuro su una stradina piccolissima asfaltata ma così pendente che ho dei dubbi in curva che la macchinina mi si possa spegnere con conseguenze inimmaginabili. Finalmente trovo un cartello che mi impone la sosta e parcheggio in un pezzo di prato rubato allo splendido bosco di faggi in cui mi trovo. Mi preparo e vesto e alle 12.45 sono pronto a partire da questo minuscolo ma bellissimo borgo di case in pietra (q.1550) con i caratteristici tetti a lastre romboidali(lose). Parto lungo il bel sentiero che si apre la strada fra l’erba verde e brillante e mi volto a guardare trasognato la bellezza di queste case di sasso poggiate fra cielo e terra, fra verde e azzurro. Un bellissimo sentiero lastricato si fa strada in uno stupendo bosco di larici e in falsopiano lo attraverso puntando un fianco della montagna sopra al quale un grande spazio accoglie il rifugio. Traverso un ponticello in legno e poi scorro sopra belle cascate fino a guadagnare il verde alpeggio di Sors (q.1710). Ora il sentiero si fa ripido ma ho un buon passo nonostante la notte e mi fermo solo per fotografare una vipera che striscia sul sentiero. Un’ora dopo la partenza raggiungo il pianoro dov’è adagiato il Rif. Selleries(q.2030) e approfitto della cortesia del gestore per farmi spiegare un poco della zona e se, avendo picca e ramponi nello zaino, posso puntare al canale est dell’Orsiera per salirci in cima. Gentilmente mi dice che troverò mezzo metro di neve in alto ma che in un paio d’ore di buon passo posso farcela. Alle 14 riparto sfrecciando su per prati quasi in verticale nella direzione indicatami: Orsiera Gavia e Cristalliera mi tengono compagnia da sx a dx emergendo ogni tanto dalle nubi che liberano un bel cielo blu. Sogno di essere in cima alle 16 e quindi di farcela a tornare in tempo per recuperare i bimbi allo stadioSento la fatica sulle ripide zolle erbose ma nn seguendo i ghirigori del sentiero, salgo veloce e unfatti in mez’oretta sono alla costruzione della Bergerie(ovile) di Ciardonnet a q.2365. Soddisfatto mi fermo a mangiare qualcosa e a guardare il tetro vallone pieno di nebbie nella quale la neve ormai copre tutto. Devo mettere le ghette perché la neve è alta pesantissima e bagnatissima. Alle 15 riparto e la neve sale rapidamente passando in poco tempo da 10 a 20 a 30 cm fino a che non vedo più segni, il sentiero è completamente scomparso e le nebbie m’impediscono l’orientamento. Comincio a vagare seguendo tracce di animali o l’istinto ma sprofondo quasi sempre in una coltre morbida e bagnata fino alle cosce o su pietre instabili di cui non posso prevedere i buchi sotto il bianco manto che le ricopre: è la fine, non si può andare da nessuna parte in queste condizioni. Ci sarebbero volute le ciaspe..altro che picca e ramponi che sognavo di usare su per il canalone. Mi incastro nella neve facendo fatica a liberare alternativamente le gambe e decido di prolungare l’agonia almeno fino al lago che dovrebbe essere oltre il costone distante non più di un centinaio di metri. Ci arrivo stremato e rassegnato con l’unica soddisfazione di vedere il bianco lago adagiato sulla conca sotto ai mie piedi (Lago Ciardonnet q.2560, h 15.45). Guardo la montagna che dovrei salire e il lontano costone che probabilmente protegge alla vista il canalone che avrei dovuto risalire. Arrivare all’attacco mi costerebbe forse un’ora in queste condizioni e anche trovando poi per via della pendenza neve più portante, è ormai troppo tardi e quindi a malincuore registro il quinto fallimento consecutivo rispetto all’idea di partenza in questa mia tribolata e (quasi) odiosamente troppo nevosa primavera alpina. A fatica dopo le ultime foto ripercorro affondando nella neve il tragitto vs il costone e poi finalmente in discesa sulle tracce antiche riprendo a muovermi meglio. Un’ora dopo sono al rifugio a chiaccherarare con Massimo il gestore cui chiedo di farmi una birra e gazzosa se mi da gli estremi per poter poi saldare il conto visto che come al solito non ho niente con me. Acconsente ma poi mi frega dicendomi di tornare per saldare il debito…scherzo da rifugista. Nei suoi occhi furbi di simpatia leggo complicità… e mi rimane il ricordo di una bella persona che ha scelto di vivere quello che ama e lo dimostra nella bellezza dei suoi comportamenti. Scendo felice dell’incontro e riempio di bellezza i miei occhi fotografando begli esemplari di pino cembro, cascate, e case di pietra immerse nel verde. Alle 18 sono all’auto pronto per arrivare in orario all’Allianz Stadium e festeggiare con i figli la vittoria della Juve in quest’anno un poco avaro di soddisfazioni. Foto1 appare l’Orsiera Foto2 anfiteatro Lago Ciardonnet Foto3 attacco canalone Est Orsiera
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