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   Alpe, Lago Devero e quasi Veglia, 30/12/2022
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Alpe, Lago Devero e quasi Veglia
Regione  Piemonte
Partenza  park strada del Devero  (1300 m)
Quota arrivo  1800 m
Dislivello  600 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  Alpe Devero e Crampiolo
Attrezzatura consigliata  nde, ciaspe e ghette
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Due mesi dopo (sic!) l’ultima fantastica uscita nelle terre alte degli Spiz, rubo alle impegnative giornate della casa famiglia e di Greg un’uscita nel giorno dopo lo smonto notte perché è l’ultima occasione prima delle feste. Sapendo che non sarò in grande forma non progetto una vera scalata ma semplicemente una giornata esplorativa seguendo le emozioni che mi hanno suscitato la lettura dei libri di Paleari su una zona alpina che non conosco e che sempre mi ha incuriosito. E’ quella zona chiamata più o meno Ossola o Alto Verbano e che comprende le terre di quella parte d’Italia che come un cuneo si spinge nella Svizzera. Tutte quelle valli e creste di confine che partono dal Passo del Sempione e vanno fino al Passo di san Giacomo e scendon poi fino alla Val Vigezzo. Nomi conosciuti ma mai percorsi: Val Antrona, Bognanco, Devero, Cairasca, Antigorio,Formazza,Isorno e altre. Nello specifico vorrei vedere l’Alpe Devero, l’Alpe Veglia e i villaggi di Bugliaga e Bugliaga di Dentro che si raggiungono dopo quello sol di poco più grande di Tresquera. Terre dimenticate dal turismo di massa dove gli scarponi dei contrabbandieri han scritto pagine di vita memorabili come le pagine che ne raccontano. In attesa di un esplorazione alpinistica mi accontenterò di vederli spostandomi poi in auto da un posto all’altro. Quando suona la sveglia alle 4 del 17/12/2022 sono come prevedibile troppo assonnato per alzarmi e stessa sorte riservo al trillo delle 5. E’ solo a quello delle 6 che mi costringo alla sveglia pena la rinuncia. Viaggio attorno a Milano e poi sull’autostrada verso Gravellona Toce con un Monte Rosa che appare gigantesco ed improvviso come in un Kolossal americano. Fotografo un sole rosso che gioca a saltare sulle brume padane e poi devio a destra lasciando la strada che sale verso il Passo Sempione per percorrere, l’ignota per me, statale che entra in Val Antigorio. Quando transito per Croveo un immenso monte che pensavo fosse il Leone si erge davanti a me e scopro poi invece essere il Cervandone. Imbocco la stradina che sale al Devero subito ammonito dall’avviso del park a pagamento e quando uno slargo della strada seminnevato, me lo consente, parcheggio confortato nella decisione da un biker che fa la stessa manovra e mi indica dove parte il sentiero per la Piana. Alle 9.40 supero il ponte sul fiume con bella cascatella ghiacciata e mi avvio a batter traccia sulla neve intonsa percorsa solo da tracce di cerbiatti, volpi e lepri. Poco più in alto un sole sfavillante mi aspetta e il riverbero della luce sulla neve mi scalda dopo tanta ombra. Ad una svolta mi godo la bella vista sulla sinuosa cresta che collega Corno e Monte Cistella alll’ampia sommità del Pizzo Diei. Una bella cappellina e poi appare la gigantesca massa del Crampiolo Sud. Traverso in piano sprofondando in venti trenta cm di fresca neve e arrivo all’ingresso del Devero con asfalto e nido di parcheggi. Fortuna che dietro troneggiano Crampiolo e Rothorn. Pare un po' di stare a Cervinia ma pochi passi oltre lo sbarramento delle prime case consegna allo sguardo casette più alpine in legno e soprattutto si apre la piana poetica ed ampia che certo doveva esser ben più romantica quando ci si arrivava a piedi senza il conforto stradale ed automobilistico..ma tantè. Al primo ponte giro a sinistra risalendo il corso del fiume e puntando sulla pista battuta dai gatti delle nevi ad un bel villaggio con case in pietra. Si è già in un'altra dimensione dove la gente che passeggia a piedi ben si distribuisce nel grande spazio a disposizione. Dietro alle case nel cielo blu, i Pizzi Boccareccio e Cornera dalle rocce chiare quasi dolomitiche. Passo accanto all’impianto di risalita che se ne sta quasi nascosto e discosto per non sciupar tanta bellezza e poi arrivo in pochi minuti alle belle casette antiche del villaggio di Pedemonte sovrastato dall’immensa parete e creste del Monte Cervandone. Faccio due passi fra le case sepolte dalla neve in un silenzio che mi trasporta nella bellezza e nella storia di queste mure ora manco riscaldate e abbandonate al gelo. Dall’altra parte delle case parte la pista da sci alpinismo che sale verso le montagne e in particolare verso il Bivacco Combi e Lanza. Ritorno al ponte e cambio idea, dirigendomi verso l’altra parte della piana e magari salire al lago Devero passando dal grazioso,villaggio di crampiolo. Alla fine della piana arrivo al borgo di Cantone( q. 1640, h 11) ultime case alla fine della piana e da cui s’inizia a salire su sentieri sempre innevati ma battuti entrando in placide vallette innevate fra boschi di timidi larici. Ci si alza lievi come in una preghiera ammaliati da tanta bellezza e dolcezza di cumuli di neve che rotondi coprono ogni masso. Si passa un’impossibile bivio per Binn in Svizzera attraverso il Passo della Rossa e poi la stradina battuta e innevata plana fin sopra la valletta dove sono deposte, quasi sparse come semi gettate da un bravo contadino le casette in legno di Crampiolo (q.1670, h 11.30). Luogo magico che può sopravvivere forse perché la civiltà non è così distante e allora i tre ristoranti tipici sono tutti al completo con menù da sogno che prevedono polenta con carni selvatiche e prodotti caseari lavorati in loco. E quanto dev’esser buono il vino bevuto quassù…procedo oltre le baite graziose, fino alla chiesetta seguendo cartelli che portano ovunque (qua dominano le pareti dei Pizzi Stanga e Fizzi che anticipano la più alta Cima di Crampiolo Sud) e tracce che univoche puntano il fondovalle per salire poi alla conca sbarrata dalla diga che ha fermato il torrente creando il bacino riempito dalle acque che hanno dato vita al Lago Devero( q. 1850, h12). Un folto gruppo di escursionisti chiassosi mi fa scattare un’attacco di mal di gente come direbbe il Pate amico di Zeno e supero il passeggio della diga regalandomi un frugale pasto nel vento e nel silenzio più assoluto e assolato. Mangio velocemente cercando inutilmente riparo e guardando l’ora che si fa tarda per il mio progetto di salire anche all’Alpe Veglia. La grande piana bianca immacolata del lago è circondata da montagne fra le quali spicca a sinistra la grande Punta d’Arbola. Il paesaggio è idilliaco e mi spiace lasciarlo riservandone l’esplorazione delle quote successive ad un'altra occasione. Scendo deviando vanamente in una valletta parallela a quella di crampiolo per vedere il bel Laghetto delle Streghe che probabilmente giace sommerso dalle nevi invernali e con il Cervandone che mi guida torno verso la piana del Devero e imbocco nuovamente il sentiero del bosco tornando all’auto per le 14. Guido in discesa fino a Baceno, Crodo e Crevoladossola e poi risalgo verso Varzo e fino a San Domenico dove dopo gli impianti fermo l’auto in un parcheggio nella neve da dove non si può procedere perché la neve non è stata sgombrata. Un bisogno impellente mi costringe a peripezie nella neve alta ma poi alle 15.15 sono pronto a scendere lungo l’innevata strada carrabile. Fotografo il panorama davanti a me dominato dal Pizzo Valgrande che domina blu nell’aria ormai serale. Dietro, enorme spunta la pinna sommitale del Monte Leone che mi diverto a zoomare. Sono felice di vederlo. A destra invece le ultime luci del giorno corrono sulla cresta che va dalla Punta Maror alla Punta Salarioli, passando per le bellissime Torri del Veglia che riflettono assolate. Inizio a scendere e poco dopo incontro uno scialpinista che ritorna e gli chiedo conferma sull’itinerario perché non ho più visto cartelli indicatori e quando gli chiedo se cela faccio in un’ora e mezza, storce un poco il naso. Vabbè arriverò dove riesco…nel frattempo arriva da dietro un ragazzo con le mie stesse intenzioni e decidiamo di provarci insieme. Io senza ghette e ciaspe, lui addirittura con scarponcini leggeri. Camminiamo in leggera discesa fino a Ponte Campo( q.1320, h 16) dove traversiamo sul fiume a sx e leggendo il cartello che indica 2 ore alla nostra meta. Scatto una foto ai Pizzi Dosso Balzo e Boni ancor illuminati e poi c’inoltriamo nel gelo del bosco con la neve che diventa subito più alta e meno battuta. S’intuisce che non riusciremo a salire molto ma ci proviamo fino allle 16.25 quando intuito il traverso vs destra che porta alle costruzioni e alla Chiesetta di Groppallo, molliamo il colpo perché ora sfondiamo veramente troppo. Senza molti rammarichi invertiamo il senso di marcia seguendo i buchi fatti in salita. Torniamo tranquilli chiaccherando di calcio e basket(lui è di Varese..). Nelle luci serali scatto qualche bella foto ai Pizzi Valgrande e Forato e poi le luci delle case di San Domenico ci riaccolgono nel buio delle 17.
Foto1 casette a Pedemonte e Crampiolo Sud Foto2 la piana dell’Alpe devero Foto3 Lago Devero e Punta d’Arbola
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