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   Menegosa e boschi piacentini, 09/11/2022
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Menegosa e boschi piacentini
Regione  Emilia Romagna
Partenza  P.so Linguadà  (930 m)
Quota arrivo  1365 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Weekend ai Frassini organizzato dalla mia Associazione nelle terre piacentine dove abbiamo in gestione una struttura per le vacanze. Con qualche cambio turno riesco a partecipare. Memore dell’incredibile esperienza visiva dell’anno scorso in cui assistei ad un incredibile esplosione del “foliage”, sono curioso di ritrovarmi fra quei boschi incredibilmente variopinti. Arriviamo alla bella casa in pietra in Loc. Mangiarosto(q.750) dopo aver superato Bettola e Farini e preso la strada per il Passo delle Pianazze che apre al territorio Parmense,nel primo pomeriggio di sabato. Con Andrea e Paolo due adolescenti, risaliamo il crinale del bosco dietro casa per salire alla quota max di 1120 m. e vedere se in quest’annata miracolosa, riusciamo a trovare qualche fungo residuo cosa che mi era capitata l’anno passato. Seppur ho percorso questa traccia di sentiero più volte è sempre difficile orientarsi fra le tante deviazioni o stradine che vengono aperte dai successivi lavori di taglio del bel bosco di faggi. Cerchiamo funghi trovandone pochi e restando più a destra arriviamo alla cima seguendo nell’ultimo tratto il crinale con vista a sx ve Lama e Menegosa e la bella Roccia delle Cinque Dita. Nell’area sommitale trovo come l’anno scorso diversi esemplari di un fungo bianco che quest’anno confronto con Ale che mi dice somigliare ma non essere Pruniolo. Scendendo sbagliamo percorso, stando molto più bassi e atterriamo sulla strada asfaltata da cui a sinistra recuperiamo poi il punto di partenza. La mattina della domenica sono con me per provare a salire il Menegosa o il Lama i soliti Andrea e Paolo cui si sono aggiunti Laura e suo figlio adottivo Riki. Arriviamo in auto fino al Vicino Passo di Linguadà(q 930) che lasciamo alle 10.30 salendo il sentiero che ripido nel primo tratto s’inoltra nei boschi principalmente di faggio e qualche betulla ed acero che l’anno scorso erano vestiti a festa. I cartelli all’inizio indicano 1.30h per il Lama e 1.45 per il Menegosa. Quest’anno meno ma restan comunque belli..manca il rosso che l’anno scorso era dominante e anche il giallo e il verde sono meno brillanti, prevalendo le tonalità marroni. Sembra, contrariamente alle mie aspettative che l’autunno sia più avanzato. Il tappeto di foglie copre completamente l’ampio sentiero e rende comunque affascinante l’incedere. I tempi di progressione non sono veloci e quando 1 ora dopo arriviamo al bivio della Costa della Strinata lascio scegliere al gruppo la direzione. Optano per il Menegosa e allora scendiamo un poco fino al successivo incrocio da dove si può scendere a sx vs il Passo di S. Franca e a dx vs il borgo di Teruzzi. Noi proseguiamo dritti vs il tratto roccioso che sale prima ad un anticima e poi per cresta di crinale verso la cima. Riki si ferma nella boscaglia, Laura arranca un poco sul ripido mentre Andrea e Paola aspettano alti, affacciati sul versante scosceso che noi stiamo risalendo. Fotografo un bellissimo cespuglio di ginepro con belle e grosse bacche blu, superiamo un signore molto anziano equipaggiato come stesse scalando il K2 con scarponi in cuoio che sembrano proprio di quel periodo post-bellico e a mezzogiorno li raggiungiamo. Il panorama sulle rocce montonate della cima è bello ma non sconvolgente come quello dell’anno passato in cui le erbe gialle splendevano contro il blu del cielo. Mi avvio sul crinale verso la cima e dopo pochi passi vedo che sono solo…arriveranno mi dico mancan pochi minuti ormai ma ogni volta che mi volto son sempre fermi. Allora mi metto a correre e alle 12.15 dopo aver rimontato il sassone finale sono davanti alla croce sommitale(q. 1365). Scatto una foto alla caratteristica cima piatta e prativa del Lama che l’anno scorso era coperta dalle nubi e c guardo un poco dispiaciuto quel lato di valle che l’anno scorso brillava nei magici colori dell’autunno mentre ora sembra un immagine sfuocata. Ricorro fino ai tre e ci facciamo un selfie. Poi iniziamo a scendere la parte un poco dirupata e all’inizio del boschetto troviamo Riki ad attenderci. Ripercorriamo la strada a ritroso, felice prima di arrivare al passo e all’auto di riuscire a fotografare un gruppo di aceri che rossi brillano nel verde e nell’assenza di luce vivida della giornata un poco opaca. Alle 13.45 ripartiamo in auto dal Passo di Linguadà per tornare alla nostra oasi dei Frassini. Foto1 nel bosco Foto 2 crinale vs la cima Foto 3 Cima Menegosa
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