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   Monte Scermendone , 20/03/2022
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Scermendone
Regione  Lombardia
Partenza  Buglio in Monte loc. Our di Sopra (SO)  (1384 m)
Quota arrivo  2127 m
Dislivello  1120 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Alpe Granda
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ciaspole e ramponcini
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Oggi, come al solito, siamo alla ricerca di percorsi inediti e l’attenzione ci cade su due cime secondarie poste a poca distanza da una vetta già conquistata, il Pizzo Bello, non lontane dall’imponente Monte Disgrazia: il Pizzo Mercantelli e il Monte Scermendone. La nostra ambizione è quella di percorrere integralmente la cresta che inizia poco sopra il Rifugio Alpe Granda, passa per le due cime e scende placida verso l’Alpe Scermendone. Temendo che la cosa non sia fattibile, non solo per la difficoltà della cresta, ma anche per la presenza di neve residua a complicare le cose, prepariamo un piano “B”, così da salvare eventualmente l’escursione e toccare almeno una delle due cime.
Per partire, saliamo con l’auto tramite una stradina asfaltata/cementata che da Buglio in Monte arriva al borgo di Our di Sopra e va poco oltre, parcheggiando presso un tornante dove inizia la strada agro silvo pastorale diretta al Rifugio Alpe Granda.
Seguendo la sterrata e deviando poi tramite sentiero nel bosco, raggiungiamo il rifugio.
Salendo appena sopra il rifugio, prendiamo un’altra strada sterrata diretta all’Alpe Scermendone, ma la abbandoniamo fin da subito per inoltrarci nel bosco a sinistra, nei pressi di un ometto di pietra che indica il punto giusto per andare a prendere il sentiero di cresta che porta sulla prima cima, il Pizzo Mercantelli.
Saliamo su traccia poco evidente nel bosco, su pendenze spesso sostenute e calpestando qua e là neve. Sebbene l’ambiente abbia poca parvenza escursionistica e non ispiri molta fiducia, continuiamo a salire prestando una certa attenzione. Avanzando, si alternano tratti nel bosco ad altri più aperti, passaggi ripidi e spianati, con neve o senza neve, per niente o un pochino esposti.
Continuiamo a guadagnare quota con alcuni dubbi sulla fattibilità della prosecuzione, che in effetti si materializzano in un passaggio in cresta molto breve ma esposto da entrambi i lati, coperto da chiazze di neve in un punto ripido da scendere e che costringerebbe a qualche peripezia per poterlo superare. Abbiamo con noi i ramponi, ma la visione di una paretina di roccia pulita dopo questo passaggio ci porta a pensare che una volta indossati, dovremmo toglierli subito dopo. Ci rendiamo inoltre conto che oggi questo non sarà di sicuro l’unico passaggio delicato reso ostico dalla presenza di neve residua (in particolare nel tratto di cresta di collegamento tra le due cime), così, dopo qualche tentennamento, decidiamo di girare i tacchi e rinunciare alla traversata, constatando di essere stati troppo ottimisti nel tentare questa via così presto, che necessiterebbe invece di essere completamente pulita per affrontarla con meno problemi.
Torniamo perciò nei pressi del Rifugio Alpe Granda e da lì prendiamo la strada sterrata diretta al Rifugio Alpe Scermendone (ripida nel primo tratto). L’obiettivo del piano B è quello di salire in vetta al Monte Scermendone dalla cresta che proviene dall’Alpe Scermendone e che avremmo dovuto percorrere in discesa nel caso fossimo riusciti a completare la traversata in cresta tra le due cime.
Anziché arrivare fino all’Alpe Scermendone percorrendo tutta la sterrata, prendiamo un sentiero che si stacca sulla sinistra a metà strada e che permette di accedere alla cresta da un punto più alto.
Sbucati sulla larga cresta, inaspettatamente ci troviamo ad annaspare nella neve non appena si sta appoggiati sul versante nord. Cerchiamo perciò di tenere più possibile il filo di cresta, perché altrimenti sarebbe difficile percorrere la strada rimanente per la vetta, nonostante sia vicina.
Nei pressi della vetta la cresta si restringe e diventa un pochino esposta. Mancano però pochi passi per arrivare in cima e superato un brevissimo canalino, la raggiungiamo.
Torniamo dunque sui nostri passi e con lo scopo di fare un giro ad anello ci dirigiamo verso la Chiesetta di San Quirico. La distesa di neve davanti a noi preannuncia che su questo tratto saranno dolori in quanto a sprofondamento, e così purtroppo sarà.
Sorpresi dalla quantità di neve, non possiamo fare comunque altro che tenere botta e avanzando con estrema lentezza e frustrazione, riusciamo a fatica a raggiungere una zona dove la neve prima diminuisce a poi scompare.
Potendo ora accelerare il passo, camminiamo spediti fino a raggiungere la deviazione tramite sentiero (indicato) che conduce in località Verdel (neve e ghiaccio a tratti).
Da Verdel, un lungo sentiero ci riporta a Our di Sopra e da lì al punto di partenza.
Grazie al fatto che la zona offre alternative, oggi siamo riusciti a salvare escursione e raggiungimento della vetta.

Foto 1: nei pressi della vetta del Monte Scermendone
Foto 2: dalla vetta, la cresta di collegamento con il Pizzo Mercantelli che avremmo dovuto percorrere
Foto 3: scenari nel tratto verso San Quirico, dove si sprofonda nella neve

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