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   Migogn e sass de Rocia, 10/08/2013
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Migogn e sass de Rocia
Regione  Veneto
Partenza  Ronch  (1500 m)
Quota arrivo  2400 m
Dislivello  900 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento 10 agosto 2013, the day after dopo la giornata passata sul Viaz dei camorz e dei camorzieri e terminata con la rocambolesca fuga per temporale dalla Cima dei Sabioi e conclusasi col “salvataggio” a Gioz di Gian e rientro a casa oltre la mezzanotte. Salutato Nico che torna a casa, dopo pranzo propongo ai bimbi di fare una sgambata fino in cima al Migogn, la nostra montagna di casa. Sono con me, David 12 anni e Gio di 8. Partiamo da Caprile e in auto saliamo fin nei pressi di Digonèra, sulla destra orografica del Cordevole (che scorre un centinaio di metri sotto,incanalato nello sbarramento di quello che doveva diventare il bacino artificiale più grande d’ Europa e di cui poi la tragedia del Vajont decretò la fine dei lavori), stacca la rotabile che porta con qualche tornante ai vasti ripiani dov’è posto l’abitato di Laste e altre piccole borgate. Da Laste, proseguiamo a un bivio che assecondiamo a sinistra, per stretta carreggiata, fino alla piazzetta di Ronch (m 1508, un chilometro dopo Laste). Qui lasciamo l’auto. Ci dirigeremo verso il Monte Migogn che con la sua lunga e piacevole dorsale prativa, percorribile, s’abbassa al Passo de le Crepe Rosse, per poi andare incontro alle severe muraglie della Mesola e fino alla Val di Fassa. Una lunga catena di roccia scura, calda ai raggi del sole, coperta da un soffice velo d’erba. Il versante settentrionale invece è aspro, nere pareti di roccia vulcanica si ergono di prepotenza sopra un tavolato arido e inospitale, dove stenta anche la magra vegetazione. Noi andiamo a salirlo dal Cordevole lungo i suoi rilievi orientali, così da mostrare ai miei figli l’engadino altopiano di Laste . Antichi paesi, sfollati durante la Grande Guerra e poi riabitati con orgoglio e cocciutaggine,. Luoghi che si presentano oggi come un autentico paradiso, impreziositi ulteriormente dai roccioni che vediamo puntellare il bosco di larici. Di tutte le misure, i più piccoli s’intravedono appena, mentre altri alti una sessantina di metri, segnano e caratterizzano una località unica sulle Dolomiti. Costituiti inoltre di Calcare della Marmolada, misteriosamente adagiati su un altopiano di rocce ignee, sovrastato in successione vulcanica dallo stesso Monte Migogn. Sono i misteriosi Monoliti di Ronch, sui quali saliremo percorrendo la ferratina con Gio che balla nell’imbrago enorme per lui e facciamo una piccola sosta contemplativa al bivacco Pian delle Stelle, luogo da cui si domina la bellezza del mondo e delle Dolomiti: alti su un immenso roccione precipite, circondati dai monti. Per la stessa via scendiamo girando attorno ai Sassoni di laste e ammirando le evoluzioni di alcuni climber su queste vie che raggiungono l’8b. Un grande sentiero erboso falciato a macchina che si snoda fra grandi e lucenti larici, si lascia alle spalle la grande prua rocciosa del Sass de Murada. Giona arranca facendomi venire qualche dubbio sulla possibilità che ce la faccia a salire i 900 mt di dislivello che ci aspettano Alle 15.40 siamo al bivio con la bella strada sterrata che sale alla Malga Laste, e continuiamo sul 636 che s’infila nel bosco seguendo il bel cartello che indica il sentiero delle creste. Rimontiamo un costone,poi in piano con Gio beve ad una fonte e poco dopo ammiriamo i sassoni dall’alto. Che panorama idilliaco con i tetti di Ronch che punteggiano i verdi prati chiazzati dalle macchie scure dei gruppi di abeti. Il civetta sorge maestoso oltre il profilo del bosco e riempie di bellezza il cielo azzurro chiazzato da candide nubi. Dopo un’oretta attraversiamo un tratto di fitto fogliame e alle 17 usciamo sui prati alti, liberi da aberi. E continuiamo a salire su ripidi tornantini tra le erbe alte che disegnano magie di colore sullo sfondo azzurro in una luce dorata che tutto fa brillare. Gio e david sono machie di colore che rendono tutto magico con i loro movimenti in simbiosi con la natura che li circonda. Erbe,cieli e colori d’Irlanda. Un quarto d’ora dopo arriviamo ad una bella sella prativa, una culla erbosa, oltre cui compare la Marmolada. Abbiamo davanti gli ultimi dossi erbosi che precedono la vetta. Scolliniamo dalla Pala de Méz (m 2340), e ci caliamo di qualche metro alla successiva selletta divisoria e poi di corsa fra verde e cielo attacchiamo gli ultimi divertenti metri erbosi in cresta del Monte Migogn, toccando la croce che ci sorprende all’ultimo momento (m 2384, h 17.30). Gio è felice, si sente in cielo. Il Civetta ammicca,la Marmolada e il Pelmo anche e poi un mare di gobbe verde verso il passo di Fedaia. Non lontano il Regno di Fanes e le Tofane e le Counturines, e le montagne di Cortina d’Ampezzo. Infinite creste verdi scendono verso il Piz Guda e le Cime di pezza anticipano la visione dell’altopiamo di Fradusta dominato dalla forma a panettone della Pala di San Martino. Il Piz Zorlet invece precede la poderosa armata dell’Agner che schiera in fila tutte le sue cime. E poi onde di verde ovunque che come un mare placido brillano di sole, e lo sguardo che si perde sognante verso i monti del Friuli guidati dal Capitan Duranno. Alle 18 una macchia rossa e una azzurra come aquiloni planano sul verde; sono gio e david che a corse saltellanti, hanno iniziato la discesa. La Tofana di Rozes e il Civetta ancora ci ricordano che siamo al cospetto delle montagne più belle del mondo e nei colori sfumati della sera non si può che dar loro ragione. Verso le 19 le ombre della sera coprono i boschi e il civetta sotto i raggi del sole che da Ovest raggiungono la sua meravigliosa parete che chuide la valle come un’ostrica, brilla di bellezza irreale come quei castelli che al buio sono illuminati dalla luce dei riflettori. Venti minuti dopo sul sentiero che costeggia i Sassoni ci viene regalata l’ultima emozione di giornata con un fruscio forte e l’irruzione improvvisa dal bosco di un branco di cervi che ci passano accanto e di cui ammiriamo il galoppo nei prati sotto di noi. Le case bianche di Caracoi dall’altra parte della valle brillano come un’oasi di luce colpite dal sole nel buio che copre ormai i boschi che le avvolgono. Alle 19.30 sul promontorio verde della piazzetta di Ronch, le ultime foto sono per le commoventi pareti del Pelmo e del civetta che si scaldano agli ultimi raggi di sole di una giornata da ricordare. Grazie Gio, grazie Da. Foto1 Giona sulla ferratina ai sass de Rocia Foto2 bimbi cima e Civetta Foto3 noi tre in cima
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