Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Pizzo Badile Camuno, 23/07/2013
Inserisci report
Onicer  oscarrampica   
Gita  Pizzo Badile Camuno
Regione  Lombardia
Partenza  Rif. Volano  (1400 m)
Quota arrivo  2435 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  volano
Attrezzatura consigliata  nde ,set da ferrata non necessario per il tratto finale se non per sicurezza ulteriore
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Complici degli studi sulle pitture rupestri in Valcamonica, decido di portarci David mio secondo figlio di 11 anni. Nostro obiettivo è la vetta simbolo della valle e cioè il Pizzo Badile Camuno che alza la sua pala di roccia sopra il paese di Paspardo. Ed è proprio lì che arriviamo il 12 luglio accompagnati da previsioni meteo incerte. Il tempo è anche peggio del previsto e basse nubi umide coprono la valle e così ci guardiamo un poco in giro, in attesa di decidere cosa fare. Diamo un occhiata alla bella falesia prima del paese, e poi individuata l’area delle pitture rupestri entriamo nel bello e selvaggio percorso che ci guida alla scoperta dei massi incisi e raffigurati. Gli uomini primitivi avevano certo un sesto senso che faceva percepire loro in maniera particolare questi luoghi carichi di fascino ancor oggi per chi non solo guarda ma vede e sa ascoltare la Voce della Natura. Mi piace farlo e abituare i miei bimbi a questo rapporto viscerale con la Terra che ci ospita, sulla quale viviamo e consumiamo spesso inutilmente la nostra esistenza. Come possiamo esistere felici se non stabiliamo con essa un rapporto, un legame, una fratellanza, se non stabiliamo con lei un patto d’amore? Se non comprendiamo il suo linguaggio di verdi meraviglie, di cieli multicolori, di boschi tenebrosi, se non sentiamo i profumi del suo respiro, se non ci sentiamo abbracciati quando piove o nevica come possiamo ricevere da lei energia vitale? L’istinto dell’ uomo primitivo gli permetteva questo, magari in maniera meno fine e poetica ma senz’altro decisiva e necessaria alla sua sopravvivenza. Con questi pensieri ci allontaniamo a malincuore da questo bosco che ci parla attraverso i suoi sassi che hanno passato molte vite prima di raccontare alle nostre. Vista la pessima guiornata passiamo anche un oretta nel Centro Faunistico guardando nelle gabbie gli ospiti: rapaci,l’aquila cervi e caprioli. Poi terminata la visita, passiamo accanto alla rocca e ci dirigiamo sulla strada che sale al Rif. Volano, entrando così nel Parco Naturale dell’Adamello. Si risale per una ripida strada che costeggia il torrente Re di Tredenus e, superato un gruppo di cascine, si giunge dopo una decina di minuti ad un parcheggio. Lasciata l’autovettura in 15 min circa si giunge al Rif. de Marie, posto a quota 1420 m. nella bellissima conca del Volano, incorniciata dalle frastagliate cime del Tredenus, e dal profilo inconfondibile del Pizzo Badile Camuno che noi vediamo a tratti tra un apertura e l’altra del massiccio combo di nubi che gravita sulle cime e che solo raramente si dissolve. Facciamo pranzo accanto al ruscello in un bell’angolo appartato consumando i nostri panini sotto un bel sole mentre i gelati acquistati al rifugio sono in fresca nell’acqua. Dopo il gelato David si appisola sopra un sasso e dopo il risveglio concludiamo la giornata con una visita alla rocca e con il Badile che finalmente si apre alla vista per invitarci a tornare. Cosa che facciamo una decina di giorni più tardi e precisamente il 23 luglio 2013. Passiamo da Ceto in Val Camonica, mentre il sole fa brillare le d’oro le punte più alte della Concarena e capiamo immediatamente che oggi la giornata sarà quella giusta. Il nostro Pizzo,dall’altra parte della strada, dorme ancora nell’ombra del nuovo giorno che non l’ha ancora raggiunto. Alle 7.15 dopo aver raggiunto la splendida Conca del Volano racchiusa fra le guglie dlla lunga cresta dei Tredenus e l’imponente pala del Badile, entriamo nel bosco monumentale del Pian Grande dove sono custoditi abeti rossi e larici secolari. Oltre le alte e ancora buie fronde emerge già illuminata la pala che da il nome alla nostra montagna e che sembra invitarci a raggiungerla. Incontriamo subito una bella calchera e proseguiamo poi nella vegetazione di ontani e rododendri col sentiero che incomincia a salire ripido, intervallato ogni tanto da tratti rocciosi superabili grazie ad appigli naturali. Giunti presso tre superbi abeti il sentiero piega a sinistra in piano e aggira un dorso roccioso. Il sentiero sale poi di nuovo ripido, incontriamo delle splendide steli di granito che sembrano piantate apposta nel terreno e arriviamo ad una ripida lastra rocciosa fessurata attrezzata con una catena metallica (h 8.30) che ne agevola la risalita e un successivo più lungo pendio roccioso con catena a penzoloni. Raggiunta la selletta alla sua sommità si prosegue verso sinistra fino ad arrivare sotto la parete Nord Ovest del Pizzo. Da qui il panorama superbo spazia su tutta la sottostante conca del Volano e la bassa e media Vallecamonica. In un quarto d’ora, con splendida vista sulla bianca pala calcarea finale del Badile che emerge dai verdi prati che la sostengono, raggiungiamo il piccolo bivacco della Fasa costruito nella roccia e da essa custodito a 2000 mt di quota. Che dire..nn so se sia più bello o più piccolo. Carino davvero. Costruito come nido d’aquila su una sorta di poggio naturale, permette una vista regale sul corno dell’Adamello che spunta lontano oltre creste rocciose e sul gruppo dei Tredenus appoggiato oltre il vuoto della conca che abbiamo lasciato. Da qui parte anche una via spittata che sale direttamente alla cima percorrendone l’articolata e non difficile cresta. Noi proseguiamo poco dopo invece, per il sentiero che, esposto, prosegue per un breve tratto a sinistra lungo una cengia che taglia orizzontale sotto la parete finale della cima fino all'inizio della scalata vera e propria. La salita finale (circa 25 minuti) è emozionante. Imbragatura, corda e caschetto sono d'obbligo avendo con me il piccolo David(11anni). Alle 9 a picco sulla malga sottostante, con la suggestione di 1000 metri di dislivello, iniziamo la via, attrezzata da una lunga corda metallica, che sale verso il cielo blu intenso che ci aspetta oltre il bordo delle rocce chiare. Dapprima saliamo lungo facili rocce erbose, poi pieghiamo a destra lungo un passaggio obliquo sino a uno spuntone roccioso superato il quale saliamo diritti sino a raggiungere una lunga fessurazione della parete che divide in due il Pizzo. Piegando verso destra si percorre l'ultimo tratto e finalmente si raggiunge la rocciosa e aerea ma larga, cresta sommitale. Osservo il minuscolo David col rosso caschetto e la maglietta arancione stagliarsi sullo sfondo blu e piegare a sinistra seguendo la dorsale che passa per la Madonnina di vetta, e poco oltre, attraverso gli ultimi massi, raggiungere la piccola croce di vetta(q. 2435). Dalla cima del Pizzo Badile la vista è spettacolare e spazia a 360° dai granitici pilastri delle vette dei Tredenus alla sagoma schiacciata del Lago d’Iseo, alla Presolana; dal dolomitico massiccio della Concarena,dietro il quale chiamano i giganti orobici, ai più distanti Disgrazia e Bernina, di cui si scorge l'immensa e stupenda catena dal Piz Roseg a sinistra fino al Cambrena a destra. Volgendo lo sguardo a est ecco apparire il Pian di Neve e il maestoso Monte Adamello, preceduto dal massiccio Corno Miller. Guardo con tenerezza anche verso l’aguzzo Monte Aviolo e di fianco il Roccia baitone dove ho rischiato di restare per sempre solo una settimana fa. Lo sguardo s’incolla alla cresta sommitale che prosegue fino al Corno baitone. Poi chiudo gli occhi e ancora ringrazio per la grazia ricevuta rimanendo in silenzio e preghiera per qualche momento. Quando li riapro, la felicità nello sguardo di Da entra nei miei e l’assaporo con un forte sospiro che mi fonde alle forze che muovono questo universo. Raccolgo l’attimo per portarlo con me. Sentiamo un botto e una colonna di fumo si alza dal fondovalle..chissà cosa è successo nel mondo degli uomini laggiù…Alle 10.15 da inizia a scendere lungo la cresta e mi piace osservarlo mentre procede sicuro fra i grossi massi, enormi rispetto alla sua esile corporatura. Due ore dopo correndo felici nei prati finali, arriviamo al rifugio Volano dove al sole festeggiamo la nostra salita guardando ammirati la montagna dalla quale siamo appena scesi. Grazie Da, grande giornata. Foto1 la punta finale Foto2 david quasi in cima Foto3 io e da in cima

Report visto  2239 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport