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   Pizzo Cappuccello, Cavrel, cimetta di Valmorta in cresta, 30/10/2021
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Onicer  Beps65   
Gita  Pizzo Cappuccello, Cavrel, cimetta di Valmorta in cresta
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  2824 m
Dislivello  1924 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Curò-Consoli
Attrezzatura consigliata  da escursionismo su rocce; un cordino per i più insicuri sulla roccia semplice, ma infida.
Itinerari collegati  Pizzo Cavrel (2824m), traversata dal pizzo Cappuccello
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Accendiamo le lucine frontali e ci immergiamo subito nel bosco. Oggi la giornata sarà di quelle lunghe, l'incognita meteo deciderà man mano cosa e soprattutto dove riusciremo ad arrivare. Luce del giorno, accende migliaia di alberi colorati, quante volte ho percorso questa strada, eppure ogni volta mi stupisce. "Varco la porta del rifugio Curò, gli amici sono già seduti nella saletta, il crepitio della legna con il camino che emana calore, Claudio ha portato la trecciona di brioche, tutto è come fermo, come se fossimo già arrivati, invece è da qui che inizierà la gita vera. Entriamo in val Morta, i larici qui sono pochi ma ognuno è più bello del precedente, il sentiero sale a zig zag fino ad incontrare un enorme sasso a forma di lucertola, è da qui che inizia la lunga cresta, un insieme di sassi rotti impossibili da superare fino a quando ti avvicini, allora scopri un piccolo passaggio che ti permette di guadagnare altri metri, su, su, senza mai perdere un metro, così guadagniamo la prima cima, non è segnata sulle carte con un nome, ma molti la chiamano cimetta di Valmorta, cimetta solo perché tra giganti, altrimenti sarebbe una vetta fantastica. Ora le cose si fanno delicate, queste "antiche" Creste, hanno poco di impegnativo, nel senso gradi di difficoltà, sono come sempre i passaggi esili ed aerei a farne luoghi poco o nulla frequentati. La prima volta che l'ho percorse è stato quasi per errore, avevo scaricato la relazione sbagliata, sbagliata perché l'aveva percorsa uno abituato a questo terreno, io, allora no. Mi dissi: "mai e poi mai ritornerò su queste rocce". Eccomi invece per la quarta volta, ora mi sento quasi a casa, anzi questi passaggi li trovo addirittura molto divertenti, poi camminare a fil di cielo è sempre una sensazione fantastica. Con calma superiamo tutte le parti delicate e ci portiamo finalmente sul "muso di gorilla" siamo in vetta al Cappuccello. Vorremmo tutti fare una lunga sosta, ma il meteo non è molto d'accordo, se vogliamo raggiungere anche il Cavrel, dobbiamo muoverci, scendiamo con cautela, sul lato opposto del "muso" fino ad incontrare gli ometti della breccia, un altra cresta ci aspetta, delicata e particolare, ormai tutti conoscono il terreno ed in poco guadagnano l'ultima cima, il Cavrel. Il volto di Vale, sorridente, Vittorio, Andrea e Claudio, per la prima volta quassù, sono il regalo più bello, la montagna in questi anni mi ha regalato tante soddisfazioni, poter accompagnare amici, vedere la loro felicità è uno dei regali più belli che si possa ricevere. Finalmente ci possiamo concedere una meritata pausa, già parliamo sognanti della merenda che ci aspetterà in rifugio. Scendiamo, Pier va in avanscoperta per vedere se l'esile traccia con ometti e fattibile, un bel canale innevato, grazie alla tracciatura fatta dal nostro amico ci permette una discesa veloce, siamo fuori dalle difficoltà, inizia però a nevicare e la visuale si accorcia, cerchiamo gli ometti, dovrebbero essere qui, forse ci siamo abbassati troppo, su un enorme masso, spinta lui, un omettone fantastico, quasi a dirci, "sono qui, seguite gli altri che vi porto a casa!".. Arriviamo al sasso a forma di lucertola, scendiamo sotto questa magica atmosfera fino al "sognato" rifugio. Qui, calore della stufa e accoglienza fantastica da parte di Fabio e il suo personale, permetteranno di rilassarci felici della giornata lunga e meravigliosa. Ci vorrà ancora un po' per tornare a Valbondione, ma quello è un sentiero da mani in tasca.
Cappuccello e pizzo Cavrel più cimetta di Valmorta da Valbondione, lungo giro in cresta, dislivello circa 2100 più o meno metri, difficoltà max secondo grado, roccia tipica Orobica, spesso da controllare bene. Condizioni buone, utili ramponi per la discesa, oggi non usati.
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