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   Mesolina e Lajusel, 12/07/2012
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Mesolina e Lajusel
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  passo fedaia  (2000 m)
Quota arrivo  2640 m
Dislivello  650 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  biv. Bontadini, Rif. Padon
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Vacanza Associazione Papa Giovanni XXIII°,anno 2012, una raccolta di case famiglie, nell’albergo di proprietà a Canazei e tra un’incontro, una preghiera, un torneo, si riesce ad organizzare anche qualche giorno di montagna con un orecchio attento alle previsioni meteo. Lasciato il gruppo di anziani, sedentari, e carrozzine al Passo fedaia, e con un folto gruppo di giovani, alle 10.30 del 12/7 saliamo la strada sterrata che sale sopra la galleria (pista da sci in inverno), proseguendo inizialmente per la stradina a sinistra anziché la pista da sci. la parete della Mesolina si erge scura sopra di noi ma non sono questi gli appicchi che saliremo, ma i più facili pendii erbosi dietro la montagna.La stradina sale regolare mietendo selezione ma non defezioni fino a quando si immette nella pista da sci che seguiamo a svolte fino quasi al Rif. Padon, quando un gregge di pecore ci invita a deviare per i prati in cerca di divertimento ovino. Vista interessante sulla sommità erbosa della Crepa Rossa, sul Sass de Roi e sulle lontane creste del Migogn dove termina un interessante creste che qualche volta dovrò percorrere per intero. Bella la vista anche sul castelletto di sassi della Cima dei Popi. Gli ultimi ampi tornanti ci consegnano ai 2400 mt del Rifugio Padon, dove arriviamo alle 11. Bighelloniamo un poco e poi prendiamo a salire vs la sella del P.so Padon (cannone della prima guerra mondiale presso la stazione della seggiovia), con belle viste sulle scure rocce vulcaniche inframezzate da tappeti erbosi, seguendo verso sinistra la stradina sterrata (segnavia 636) con varie svolte. La pendenza aumenta,il gruppo si allunga e Manuel tira la fila. Qualche scalino roccioso ci avvicina alle pareti, fin sotto delle rocce attrezzate con cavo metallico scorrimano. Seguiamo il ripido canalone fino a sbucare sul pianoro del Biv. Bontadini( q.2580,h 11.50). Visita al bivacco, pausa per gli stanchi e visita alla galleria di guerra da cui inizia la Ferrata delle Trincee che percorsi in epoche remote con mia madre preda della tensione (probabilmente la mia ultima gita con i genitori). Bellissimo panorama sulla Marmolada e sul blu verde Lago di Fedaia che si estende e si allunga al piedi delle sue nevi. Prima del bivio per il bivacco seguiamo poi a destra un altro cavo corrimano che raggiunge la superiore traccia sul pendio erboso e che scavalca una bellissima parete vulcanica con concrezioni arancione. Sui prati finali un branco di pecore si avvicina incuriosito e scatta una gara fotografica sulle possibili interazioni fra ovini ed umani. Poi a zig zag per ripida traccia e poi nell’erba folta, risaliamo il pendio fino alla cima (q.2640, h12.30). Dominano i ghiacciai della Marmolada di cui la nostra cima è un eccezionale punto panoramico e la vicina e segmentata cresta della Mesola che è sorreta da sprazzi di verde e da rocce bruno arancioni. Il resto del panorama è coperto da rigonfiamenti nuvolosi per cui dopo la foto di gruppo ed aver esplorato un crepaccio nella roccia sul pianoro sommitale della cima, calandovi Armin con la corda, iniziamo la discesa. Alle 13 facciamo pranzo al sacco al Bivacco, poi ben rinfocillati dai panini preparati da Giovanni, rotoliamo vs valle. Il giorno dopo al pomeriggio propongo ad alcuni giovani un’uscita estemporanea. Decido di portarli a vedere un laghetto alpino da cui ero passato una volta che ero uscito a farmi una corsa in giro per i monti. Scendiamo ancora in auto a Pozza di Fassa e imbocchiamo in auto la strada della Val San Nicolò – a sinistra di Malga Crocefisso fino a Sauc 1735 m (sbarra, parcheggio a destra al di là del Rio San Nicolò). Seguiamo quindi la Strada dei Russi – indicazioni per Lagusèl – e prendiamo a destra il sentiero 640. Risaliamo il bosco raggiungendo il crocefisso Pauso del Pellegrin 1970 m, e dopo per bei prati fino ad un cancello che segnala l’ingresso nella baite e nei pascoli dove brucano tante mucche felici nel loro beato isolamento. Domina sullo sfondo la Cima di Costabella. In piano, per bei prati, dinanzi al Sass dal Pief, arriviamo al romantico specchio d’acqua del Lagusèl 2103 raccolto in una conca di prato (ore 1). E’ tutto verde, l’erba del prato l’acqua del lago e le fronde degli abeti. Dopo me e Giona che li abbiamo preceduti, arrivano i ragazzi che sfido a gettarsi nelle acque fresche. Dopo un bel bagno collettivo, ci asciughiamo al timido sole cercando qualche sasso che renda il calore incamerato. Bianche nubi orlate di sole spiccano nel blu del cielo. Osserviamo un magnifico stallone nero incedere con passo elegante fra le erbe e poi saliamo alla croce posta su un colletto sopra il lago. Quando torniamo al laghetto il sole scalda di più e ci concediamo un ulteriore bagno prima di tornare all’auto. Foto1 La Mesolina Foto2 gruppo in vetta Foto3 lajusel
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