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   verso il Pizzo Scotes, 12/07/2011
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Onicer  oscarrampica   
Gita  verso il Pizzo Scotes
Regione  Lombardia
Partenza  piani di Agneda (SO)  (950 m)
Quota arrivo  2500 m
Dislivello  1500 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rif.Luigi Mambretti
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il 12 luglio del 2011 sveglio Armin per tentare di raggiungere la cima del Pizzo Scotes, una delle più belle vette delle Orobie e la quinta per altezza. Da W e da E si presenta con una larga piramide rocciosa con le creste simmetriche, mentre da nord mostra il suo versante più caratteristico e maestoso, soprattutto quando innevato, la cosiddetta pala, dove si svolge la via normale. Sono molto stanco e non avendo un appuntamento da rispettare, ho indugiato nel letto ogni volta che la sveglia suonava e solo alle 11 raggiungiamo in auto la bella Piana di Agneda. Ci siamo arrivati raggiungendo la Valtellina e poi piegando a destra vs il versante orobico raggiungendo Piateda, Pam, Vedello ed infine Agneda. Da quest’ultima località seguendo la stradina sterrata, che s’inoltra nella piana del Torrente Caronno, per circa 600 m, fino al parcheggio dell’area picnic. Chiudono la valle le belle Punte Medasc e della Cima Soliva e il profilo più tozzo del Pizzo Grò. C’incamminiamo lungo l’ampia strada sterrata sul fondovalle inizialmente pianeggiante poi più ripida e al termine di alcuni tornanti prendiamo il sentiero segnalato per il Rifugio Mambretti. Attraversato il torrente Caronno sopra il caratteristico Ponte della Padella con bellissime polle e marmitte di acqua verde cristallina iniziamo a salire con numerose svolte nel bosco. Dopo la casa del guardiano della diga alla cui fontana beviamo avidamente sudati per il caldo allucinante, seguiamo in piano, a sinistra, il profilo del Lago di Scais (q. 1500 m). Bella foto con Armin. Raggiunte le Case di Scais (q. 1547 m), assecondiamo le indicazioni verso le Baite Caronno (q. 1610 m, h 12.30) poste in una bellissima e bucolica piana verdeggiante. Chiaccheriamo con i pastori sulle possibilità del temporale pomeridiano che ci confermano essere probabili e andiamo oltre seguendo il sentiero, sempre ben marcato e segnalato, che traversa la piana pascoliva, supera in rapida successione due torrenti sopra due ponticelli in legno e poi prosegue a lungo e con numerose svolte su di un dosso con radi larici. Alla sommità di questo dosso e all’aperto, appare la piramide della nostra cima e poco dopo arriviamo al bel poggio panoramico su cui è adagiato il Rifugio Mambretti (q. 2004 m, h13). Il Rifugio Mambretti è generalmente chiuso, le chiavi possono essere richieste al CAI sezione di Sondrio tel. 0342214300 o ai guardiani della diga di Scais tel. 0342452525. Facciamo un piccolo spuntino ammirando la chiusa della Val Caronno con il Pizzo Scotes a sx e poi le Cime di Caronno, il piccolino perché più indietro porola e poi l’immensa Cresta Corti che sale alta vs i reconditi accessi della Punta di Scais. Infine a dx la mole massiccia del spesso dimenticato (anche da me) Pizzo Brunone che ha l’unico torto di esser più basso dei fratelli maggiori. Seguendo poi le indicazioni di un cartello della GVO per Lago Reguzzo e Rifugio Donati e sfruttando i segnavia che collegano il Rifugio Mambretti in Val di Caronno al Bivacco Corti in Val d’Arigna saliamo lungo il ripido prato dietro il rifugio. All’inizio la traccia è discontinua ma i segnali sui sassi sono ben visibili. Superato il primo pendio la ripidezza diminuisce, e si prosegue verso destra, su di una costa e ancora lungo i prati. Si compie poi un traverso in direzione N, al disotto di un largo risalto della cresta W del Pizzo degli Uomini, ormai al termine dei pascoli. Si prosegue nel traverso che diventa poi ascendente, fino ad arrivare ad un masso che riporta la scritta in giallo R. Donati e il segnavia della GVO. Sono quasi le 15 e la traccia diventa incerta, nuvoloni si ammassano sopra le cime in direzione del Medasc e la calura opprimente sembra preparare l’ondata di calore umido che scatenerà il temporale che potrebbe investirci non avendo il tempo di tornare dall’ancor lontana cima. Armin tutto accaldato è d’accordo e dopo aver fotografato i pendii detritici che salgono verso il Pizzo Biorco e quelli che dovremmo seguire in direzione della Punta degli Ometti, invertiamo il senso della nostra marcia. Alle 15.30 siamo nuovamente al Mambretti dove facciamo amicizia con fausto un signore che per lavoro viene spesso nei campi della nostra Bassa e che ci mostra il suo branco di cavalli che scorazzano per i pendii sopra la bella radura dell’Alpe Rodes. Prendiamo la via del ritorno, promettendo di tornare più in anticipo come orario, la prossima volta.
Foto1 Armin in pausa Foto 2 sasso-bivio per il Donati Foto 3 i pendii vs il Pizzo Biorco


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