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   Pala Alta( The Beginning), 28/04/2011
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Pala Alta( The Beginning)
Regione  Veneto
Partenza  Pian de la Fraina  (950 m)
Quota arrivo  1935 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La Pala Alta è una montagna imponente e localmente celebre, precipita a nord con una parete verticale di oltre 600 metri sulla Val Del Piero, mentre a meridione si adagia con terreni più rassicuranti, sebbene dirupati, lungo i quali sale l'ardito sentierino che conduce alla cima. Decido di salirci una brutta giornata di fine aprile del 2011 che promette pioggia. Ormai il Viaz è diventato un pensiero fisso e questa è la cima da cui parte dopo che un'altra volta ne ho percorso il tratto finale. Devo solo trovare compagno e data favorevole per almeno due giorni e poi si potrà organizzarsi. Intanto oggi salirò a conoscerne la via d’accesso. Scendo da Caprile in auto, supero agordo e prima di arrivare a Belluno alla rotonda di Mussoi, imbocco a destra una strada che passando per Bolzano Bellunese e Tisoi porta a Barp (608 m); poi per ripida e stretta stradina, insistendo per quattro chilometri dentro la valle si supera la radura prativa di Pian dei Castaldi, e si raggiunge la località di Pian de Fraina (q. 950 m - limitato parcheggio) dove la strada termina in un bel boschetto di piccoli faggi. Poco dopo mezzogiorno muovo i primi passi per un'evidente mulattiera che subito compie un tornante a destra e procede in lenta ascesa nel folto del bosco. Emerge subito in un apertura il profilo severo della rupe e delle pale erbose che dovrò salire per arrivare in cima. Tralasciata a destra la traccia per Casera Zoppa insisto in piano fino a un caratteristico arco fatto di pietre. Riprendo a salire sulla comoda mulattiera a lenti tornanti; giunto a un bivio abbandono la traccia migliore, che raggiunge la vicina chiesetta di San Giorgio e salgo direttamente per emergere tra i mughi in prossimità della Forcella San Giorgio (1302 m,h.0.30) con veduta sull’orrido sottostante. Tra vedute sui Monti del Sole oscurati dalle nubi, dalla forcella la buona traccia inizia a salire tra mughi verso N, superando due saltini rocciosi attrezzati con cordino metallico, e raggiungo la base di un canale ingombro di massi. Lo risalgo per uscirne sulla sinistra, e quindi per pala erbosa si incede con stretti tornantini sotto una fascia continua di pareti fino a raggiungere un intaglio della cresta tra i mughi (q. 1510 m) dove appare improvvisa la Val Medon con lo splendido allineamento del Terne e del Serva. Ora abbandono il sentiero principale 590, che raggiunge la cima con lungo e meno logico percorso, e volgo decisamente a sinistra tra i mughi , assecondando radi bolli giallo-rossi stinti sulle pareti. Costeggiata una fascia rocciosa con un grande landro, si risale lungamente la larga e ripida banca erbosa . Giunto sotto il roccione strapiombante della Bareta del Prete e superatolo un grande masso con scritte a spray avverte dell’inizio del “Viàz da Camòrz” vs la Pala Bassa. Pochi passi dopo arrivo ai due obelischi sull’anticima (1893 m) e scendo all’intaglio sottostante che divide dalla cima principale. Qualche metro a sinistra, con arrampicatina sul primo grado mi adagio sul punto più alto alle 13.30. Gli ultimi passi intimoriti, poiché si percepisce il vuoto impressionante sulla Val de Piero. Intricatissima e misteriosa, vi emerge la parete del Burèl con i suoi mille e passa metri a sfidare tutte le leggi della gravità. Tantissimo vuoto e silenzio con nubi pesanti che avvolgono le cime scure e bagnate dall’umidità notturna. Quando addento la mela lo schiocco forte del morso risuona nel nulla e il succo che bagna la mia gola rende l’attimo indimenticabile. Mi rendo conto di quanto sia fortunato ad esser quassù in cima ad un universo da ammirare seppur oggi nella sua versione tetra e misteriosa. Fotografo quel che si vede della traversata del futuro: la Pala Bassa poco sotto di me, l’intrigo dei Sabioi fusi nei Pinei e dopo la Forcella Oderz gli immensi appicchi e precipizi del Burel e oltre le Pale Magre l’arrivo al Coro dopo la costa dei Ciastelaz. In pochi secondi ho fatto il giro dell’intero Viaz dei Camorz , quanto mi ci vorrà a percorrerlo? Sogno beato le mie visioni fra presente e futuro cullato dal vento che suona la sua voce. Unico suono che raggiunge la mia coscienza. La Val Cordevole appare vicina e lontana, come vista da un aereoplano col suo solco profondo che incide la valle. Oltre, i Monti del Sole scuri imbronciati non cercano per niente di attirare l’attenzione. Come le donne le montagne più belle spesso esercitano un fascino discreto, non ostentato. Il cielo è bigio le nubi minacciose si raggomitolano e scendono. Meglio andarsene con sosta contemplativa solo per ammirare la scheletrica costa di alberi che adducendo il morbido profilo della Pala Bassa è la chiave d’accesso al magico mondo del Viaz. Folate di vento gelido mi spingono a valle raffreddando la tentazione di percorrerne qualche metro. A malincuore chiudo il cappuccio e a balzi correndo felice di un età che non mi raggiunge ancora, ritorno. Poi siccome il tempo regge faccio visita alla bella chiesetta di San Giorgio.
Foto1 salendo fra erbe e rocce Foto 2 Val Cordevole dalla cima Foto3 inizio Viaz dei camorz e dei Camorzieri
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