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   pizzo Coca for(za) Jari 2007, 24/08/2007
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Onicer  oscarrampica   
Gita  pizzo Coca for(za) Jari 2007
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  3050 m
Dislivello  2150 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Coca
Attrezzatura consigliata  da escursioni
Itinerari collegati  Pizzo Coca (3050m), Normale
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo tanti problemi e preoccupazioni, l’11 agosto 2007, jari, veramente eletto da Dio come il suo nome significa, è nato. La gioia come un’onda di piena ha spazzato via tutte le preoccupazioni che si erano accumulate. Anche se lui è ancora intubato in Terapia Intensiva Respiratoria essendo nato prematuro a 30 settimane.Sento il bisogno profondo di ringraziare ed avere un giorno libero da passare allo scopo in montagna. E’ con un atteggiamento di offerta e di preghiera che decido il 24/8 di salire sulla vetta più alta delle Orobie per ringraziare del dono ricevuto. Parto presto nonostante oggi la meta, sia solo salire su un monte senza concatenamenti, anelli, giri o traversate che solitamente riempiono fino a tardi le mie giornate alpine. Alle 6.30, mi allontano dal parcheggio a Valbondione,attraverso la strada e scendo nel bosco, per poi risalire, traversato il Serio dall’altra parte della valle. Dopo un piccolo riscaldamento, il sentiero s’impenna e prende a salire deciso. La cascata che precede l’ultimo salto prima del Rifugio, spumeggiante mi dà il benvenuto e alle 8 passo senza fermarmi dal Rifugio (1.892 metri di quota). Poco dopo la vista s’apre consueta sulla scogliera di Scais che appare spruzzata di neve. Chissà se ne incontrerò anche salendo sul Coca fra qualche ora? Comincio a risalire per creste erbose e pietraie oggi abitate da diversi stambecchi che si crogiolano al sole, e sempre su pendenza impegnativa, raggiungo la bocchetta del Polledrino (2.670 metri) in vista della Bocchetta dei Camosci la cui severa pietraia è oggi ingentilita da una spolverata di neve leggera. Attraverso la conca che conduce alla soprastante sella (2.719 metri) dove arrivo alle 10. Qui inizia la cresta finale di 300 m circa per l’ascensione al pizzo con passaggi di difficoltà I e II. Si affronta subito un camino di circa una trentina di metri, cui seguono tratti di sentiero e roccette e singolari gradoni di roccia. Infine, ancora su sentiero e roccette si guadagna la croce della vetta (3.050 metri) più alta delle Orobie. Il panorama spazia dal Monte Rosa al Badile,poi Bernina, Disgrazia(anticipato dalla mole del Dente di Coca),Adamello,Grigne, Presolana. Ma è sempre la grandiosa pinna della scogliera di Scais ha suggestionarmi, farmi sprofondare nell’ammirazione e nel desiderio di poter prender volo vs di essa. Oggi vista quasi dall’alto,scarmigliata di bianco e incisa dai profondi solchi dei canaloni che la risalgono, appare ancor più possente. Sono le 11 e mi accorgo che la sommità della montagna è ricoperta di un leggero strato di neve di qualche cm. Allora mi ha aspettato, allora mi ha voluto donare la sua candida presenza. Questa attenzione della montagna mi commuove e mi siedo sulla cima col kway e in braghette al ginocchio a veder scorrere il film di questi ultimi mesi agitati. Sento come la montagna curi alcuni aspetti della mia spiritualità in piena armonia con la Siritualità della mia fede cattolica. Un’armonica fusione fra sacro e Profano che quassù si tengon per mano senza le rigide divisioni e convenzioni che dettano le regole della nostra società civile. Rendo grazie e quando su un piano immacolato di neve indurita dal vento scrivo FORZA JARI è come se facessi un’offerta votiva, è come se scrivessi al Cielo di aiutare il mio piccolo laggiù sulla terra chiuso in una vaschetta come un pesciolino rosso e attaccato a tutti i tubi che lo aiutano a sopravvivere. E quassù la percezione della propria anima è così nitida e meno rigida la divisione tra il proprio Io e il resto dell’Universo che sento già dentro di me pulsare positiva l’energia della risposta alla mia preghiera. Grazie. Resto un’ora assorto fra pensieri e preghiere. Poi mi alzo e torno a sentire sulle ginocchia la pesantezza del mio essere uomo..ma son felice di essermene andato per del tempo in un’altra dimensione a parlare col Re del Tempo. Ora devo scendere, smontare la tenda che mi sarebbe piaciuto erigere, ritornare non tardi come ho promesso a Dani, la madre delle mie meraviglie. Ritornato alla Bocchetta dei Camosci, vado a sx e per nere infinite pietraie(Karakorum) e punto la Valmorta di cui raggiungo l’amena piana bagnata dal verdeggiante lago alle 13.30. Ritorno al verde dopo tanto bruno scuro. La sagoma vigile del Recastello guida la mai discesa vs l’invaso artificiale del Barbellino. Alle 14.45 passo dal Curò e giù veloce nuovamente vs Valbondione che raggiungo correndo alle 16.
Foto 1 io in cima Foto 2 scogliera di Scais Foto 3 FORZA JARI
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