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   dolomiti estate 2005 con Armin, 14/07/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  dolomiti estate 2005 con Armin
Regione  Veneto
Partenza  varie  (2000 m)
Quota arrivo  2650 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nda
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Nell’estate 2005 Armin, il mio figlio maggiore è ormai un ometto. A settembre farà 6 anni ma la grinta e il fisico massiccio che lo contraddistinguono , oltre alla voglia di seguirmi, lo rendono pronto all’avventura alpina. Siamo in vacanza di famiglia a Caprile, patria dei miei avi, dove è rimasta a mio padre una casetta quasi in fronte alla parete nordovest del Civetta. Cerco pendii ampi e soleggiati dove passare belle giornate salendo in quota fra le meraviglie dell’estate dolomitica.
Il 15/7 parto con lui in macchina e risaliamo da Selva fino al Passo Giau. saliamo sotto l’averau che ad ogni tornante diventa più grande e lo mostro ad Armin, che mi chiede se è la nostra montagna perché gli piace molto. Gli rispondo che oggi andiamo su un'altra un po’ più facile ma che se oggi riesce, possiamo provarci la prossima volta. Alle 10 lasciamo il passo seguendo la traccia che porta a F.lla Giau e scavalchiamo Forcella Col Piombin m 2239 . Poi scendiamo e riprendiamo a salire per bei prati in vista di Cernera Verdal e Loschesuoi e raggiungiamo la quota di 2360 m della Forcella Passo Giau, alle 11. Panorama spettacolare sulle Tofane e 5 Torri. Nei pressi pascolano stupendi ed enormi stalloni di cui Armin non appare per nulla intimorito. Son più preoccupato io che lo fotografo che lui che si avvicina fino ad accarezzarli. Davanti a noi si staglia l'altopiano di Mondeval de Sora e si intravede la bellissima conca del lago delle Baste.
Il silenzio e l'atmosfera di questo luogo sono un incanto e ci fermiamo a mangiare un panino contemplando il Pelmo che si specchia nel Lago e le incombenti pareti dei Lastion de Formin. Il Mondeval coi suoi dolci pendii erbosi riposa alle nostre spalle e a mezzogiorno ripartiamo in sua direzione. Mezz’ora dopo siamo in cima ad ammirare da insolita prospettiva la parete del Civetta. Armin beve felice dalla borraccetta accanto al piccolo bastone di vetta. Emerge anche all’orizzonte,un bellizzimo Bec de Mezdi. Scendiamo dalla stessa strada rifermandoci per la gioia di Armin a giocare coi cavalli e alcuni piccoli puledrini curiosi come lui, abituato ad infilare le dita in bocca ai vitelli delle cascine di Cavacurta.
tornando, passiamo da Malga Mondeval de Sora, di nuovo a F.lla Giau alle 14.30 e un ‘ora dopo siamo al Passo. Armin alla grande, una promessa dell’alpinismo. Un amore di bambino.
Una settimana dopo, come promessogli, ed ingaggiato anche mio padre, decidiamo di portarlo sull’Averau, addirittura per la via ferrata e quindi lo attrezziamo di tutto punto con imbrago e caschetto rosso fiammeggiante da alpinismo. Purtroppo di questa gita non son mai riuscito a ritrovare le foto che pure ho fatto e anche visto qualche volta. Sparite poi nell’era digitale, dove a bruciare non sono le biblioteche ma i ricordi. Dal Passo Giau alle 10.30, saliamo per ampio sentiero direttamente al rifugio Averau in un ora.
Nelle immediate vicinanze del rifugio una segnaletica indica la direzione per l'attacco raggiungibile in circa 15' attraverso comodo sentiero che aggira in parte la base dell’imponente torrione roccioso .
La ferrata inizia lungo l'esposta parete e con alcuni passaggi non banali. Inizialmente si traversa in diagonale a sinistra ,si aggira uno spigolo e con sviluppo verticale si guadagnano alcuni metri di parete. armin sale come un gattino, non ha paura e si sente al sicuro legato a me e supervisionato dal nonno.
Raggiunta una comoda cengia rocciosa attrezzata la si percorre per pochi metri con lieve discesa finale e ci si porta alla base del secondo ed ultimo troncone della via .Un gradone di roccia agevola l'attacco e l'apparente difficoltà del tratto verticale viene contenuta dalla roccia molto appigliata uscendo su un pianoro detritico . In questo tratto Armin si diverte come un matto dando prova di come per i bimbi sia naturale arrampicarsi. Attraverso una traccia di sentiero ed alcune facili roccette guadagniamo in circa 15' la panoramica croce di vetta a 2650 mt di quota,dove sostiamo a riposare alle 12.30. Alcuni alpinisti che escono dalla via Alverà(che percorrerò qualche anno dopo) rimangono sono sorpresi dal trovarsi quel bimbetto vestito come un alpinista e il suo sorriso da sotto il caschetto che gli copre quasi il viso, in risposta ai loro complimenti, è l’emblema della felicità. Dopo mezz’ora ci avviamo in discesa e alle 14 siamo nuovamente al Rif. Averau. Parto da solo e di corsa e in 10 minuti sono al Nuvolau e altri 10 minuti dopo in cima alla Ra Gusela. Alle 14.30 torno da nonno e figlio e insieme felici scendiamo al Giau dove arriviamo alle 16. Mitico Armin.
Il giorno dopo altra piccola gita con Armin e suo fratello David( 4anni ad ottobre!).
Saliamo in auto da caprile a Gares e al grande parcheggio del Pian delle Giare.
Dal parcheggio presso il rifugio alle 10.30, seguiamo la larga strada forestale con david che ciondola ammirato fra l’erba e attraversato l'ampio prato, ci si inoltra nel fitto bosco, in direzione della verticale bastionata rocciosa che sembra sbarrare la valle: dal centro di questa precipita, con salto vertiginoso, la bella Cascata Superiore di Garès. Superato su ponte un rio asciutto, la strada termina presso un piccolo spiazzo: un cartello ammonisce sul pericolo di caduta pietre nelle vicinanze della cascata. David prosegue eroico ed imperterrito e io e Armin decidiamo di nominarlo l’Eroe delle Comelle. seguiamo ora il sentiero n° 704, che prende a risalire con estrema decisione il ripido pendio boscoso: l'ambiente, nonostante la vicinanza con la "civiltà", è quanto di più selvaggio si possa immaginare! ma Daviod non si arrende e nonostante qualche pausa, tra cascatelle, massi a soffitto e alberi caduti e contorti, segue la traccia che sale ripida: trascurata una breve diramazione a sinistra per la più modesta Cascata Inferiore, proseguiamo a salire sul fondo dissestato e sdrucciolevole del sentiero fino ad uscire ai piedi delle pareti, proprio nel punto dove si infrange la Cascata Superiore (1519 m, h 1). Ammirati dal salto ci avviciniamo finchè gli spruzzi iniziano a bagnarci violentemente e allora giochiamo a saltare avanti e indietro cercando di evitare le nuvole di acqua. Prendo in braccio il mitico Da e mi avvicino con lui proteggendolo dagli schizzi: ride divertito. Giocando nel bosco ritorniamo e alle 13 facciamo picnic e prove d’arrampicata sul masso del Pian delle Giare, accanto al rifugio. poi torniamo a casa felici a raccontarci in auto della giornata meravigliosa passata insieme nella Natura.
Qualche giorno ancora dopo precisamente il 28/7 andiamo con mamma armin e Lorenzo( altro bimbo di 6 anni) al Passo Staulanza. In un oretta raggiungiamo il famoso Sasso dei Dinosauri sotto al Pelmetto e poi torniamo al Passo. La nonna è felice e ha ancora un bel passo e i bimbi si divertono come matti a cercare tracce nel bosco che la loro fervida fantasia fa apparire un poco ovunque. L’estate successiva ci ritorno portando anche David. E’ il 18/8 e nel pomeriggio porto i miei due bimbetti al Passo staulanza. Partiamo poco prima delle 16 ed è bello seguirli da dietro e vederli salire a passo spedito , chiacchierando e sguazzando nelle frequenti pozzanghere e zone umide che si devono attraversarenella prima parte del sentiero. Un ora dopo lasciamo il sentiero che proseguirebbe in direzione del rifugio Venezia e arriviamo al bivio dove sale ertega la traccia che porta alle tracce dei dinosauri. Una sosta per bere e riposarsi un poco e poi david si diverte a salire sopra un lastrone enorme e liscio come fosse di ghiaccio. Foto incredibilmente belle lo dipingono nel suo incerto sorriso. Poi poco dopo le 17 arriviamo al Sasso dove cominciano a giocare con la terra rossa e si divertono ad arrampicarsi sui tanti massi e anche su quello gigantesco tagliato in diagonale dalle orme di saurus. Facciamo merenda e david sorride con i baffi arancioni di succo. Poi scendiamo e traversiamo con Armin vs i sedimenti rossastri che caratterizzano la fascia cromaticamente magnifica alla sx del sentiero. Sono sabbie fulve che si smuovono mobili appena caricate e poi intervallate da fasce di roccia bianca che permettono di salire alla fascia successiva. Armin si diverte un poco e poi scendiamo. Quando siamo quasi arrivati cominciamo a correre in discesa e a saltelloni rimbalziamo giù per il sentiero. Alle 19 recuperiamo l’auto al Passo e poi scendendo dallo Staulanza reportage fotografico al Pelmo che diventa sempre più rosso ad ogni tornante. Poi al belvedere ci gustiamo le ultime luci del sole colorare d’arancione la Parete delle Pareti. Foto 1 Armin in cima al Mondeval
Foto 2 Armin e David nel bosco delle Comelle Foto 3 Armin e il sasso dei dinosauri
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