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   Croda di pelsa, 09/07/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Croda di pelsa
Regione  Veneto
Partenza  capanna trieste  (1150 m)
Quota arrivo  2350 m
Dislivello  1200 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  vazzoler
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Nell’estate del 2003, mi raggiungono a Caprile, dove sono in vacanza con la famiglia, Walter e Giambattista Torri, il nostro mitico fisioterapista. Il 20 luglio costeggiamo il lago di Alleghe e quindi scendiamo lungo il Cordevole fino a Listolade, assecondiamo il bivio per la Val Corpassa e per carrareccia raggiungiamo la Capanna Trieste(1135 mt), dove parcheggiamo, e da cui partiamo alle 9.30. Un’ora dopo arriviamo al Rif. Vazzoler(1715 mt). Circa 300 metri dopo, appena prima che il sentiero inizi a scendere, in direzione Tissi.si prende un chiaro sentiero sulla destra, senza indicazioni, ma segnato, seppur non subito, con bolli rossi. Lo si segue finche questo non gira a sinistra puntando decisamente a una gola rocciosa a fianco alla Torre Venezia. Qui si diparte una appena visibile traccia che punta a destra in leggera discesa e poi inizia a salire molto ripidamente. La traccia si fa evanescente, ma si incontrano ancora 1 o 2 ometti di pietra, poi più nulla, neanche la traccia…In ogni caso bisogna portarsi verso il centro del vallone e risalire direttamente il faticosissimo e ripidissimo ghiaione. Dopo parecchia salita e fatica si giunge a una zona ingombra da massi, non molto distante dalla forcella delle Mede: qui conviene tenersi sulla destra e salire 2 facili canalini con passaggi al massimo di primo grado e risbucare quindi sul ghiaone terminale sgombro da massi. Si sbuca quindi nuovamente sul ghiaione in vista ormai della vicina Forcella delle Mede e di un’altra forcella a sinistra alla quale occorre puntare.
Giunti alla forcella (h 12.10)m. 2350, osserviamo incuriositi la stranissima formazione rocciosa a mò di cono gelato del Dente d’ Henrietta, e tiriamo un poco il fiato. Ci dirigiamo poi a sinistra passando sotto le pareti della Croda di Pelsa; si continua finche non si trova un grosso ometto che segnala l’inizio della via di salita alla Croda. Si percorre quindi il canalino abbattuto indicato dall’ometto e si giunge a una piccola forcella tra 2 pareti; si prende a destra e con un passaggio di primo grado si giunge in cresta che, percorsa facilmente, ma con attenzione, porta in breve in vetta, sulla quale ci sediamo a ridere e scherzare per un abuona mezz’ora alle 13. Volevamo per la verità provare a salire anche Cima delle mede, ma la vista della parete ripida e molto friabile, ci ha dissuaso dalla malsana idea. Ridiscesi dalla vetta si può ancora un po’ esplorare continuando in cresta verso sud fino a raggiungere lo splendido arco visto da sotto risalendo la valle delle Mede. Una valle in un ambiente da favola che ricorda i canyon dei cartoni di Beep Beep e Wil Coyote.
Foto 1 l’arco in val delle Mede Foto 2 io sul vuoto Foto 3 noi tre in cima
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