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   corse ai bivacchi bedin e cozzolino, 29/06/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  corse ai bivacchi bedin e cozzolino
Regione  Veneto
Partenza  da valle  (800 m)
Quota arrivo  2200 m
Dislivello  1400 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  scarpette leggere
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Nell’estate del 2000 passiamo come diverrà poi consuetudine parte delle nostre vacanze a Caprile, nel cuore delle Dolomiti. Armin, il nostro primo figlio non ha ancora 1 anno e per stare con lui e non far preoccupare eccessivamente mia moglie, cerco di limitare le gite lunghe che sostituisco con frequenti e rapide sveltina da mezza giornata, in abbigliamento leggero per far più strada possibile nel poco tempo a disposizione. In due giorni di luglio. Il 26 e il 28, raggiungo due bivacchi mitici. Subito finito il pranzo leggero, salgo in macchina e da Caprile,passando per Alleghe, raggiungo Cencenighe da dove si stacca a destra una ripida e stretta strada asfaltata che permette di raggiungere in breve un piccolo parcheggio in prossimità delle ultime case di Pradimezzo 873 mt (BL). Inizio a corricchiare alle 14 parcheggio percorrendo lo stretto viottolo che abbandona il parcheggio, lascianndomi alle spalle le ultime case del piccolo borgo per poi trovare subito dopo sulla destra la tabella con il segnavia n° 764 con indicazione per il Bivacco dei Bivacchi. Per buon sentiero si sale ripidamente lungo la valle del Torcol fino a Casera Torcol 1382 mt, immersa in una lussureggiante radura ricca di felci,dove transito ansimante mezz’ora dopo. Si continua sempre nel bosco su terreno meno ripido guadagnando, dopo aver attraversato una cascatella, la bella conca di casera Ambrosogn 1700 mt( h.15). Da qui si imbocca il sentiero n° 765 , si sale gradualmente di quota fino a raggiungere le ripide ghiaie che scendono da forcella Besausega. La traccia ora sale ripida e faticosamente, passando proprio sotto le pareti delle cime di Ambrosogn, si perviene ad un evidente pulpito erboso a sinistra della forcella. Magnifico è il colpo d’occhio sullo spettacolare precipizio del Boral di Besausega. Da qui il sentiero, con percorso sinuoso e spettacolare, attraversa in quota tutto il versante sud della Prima Pala di San Lucano per poi raggiungere il bivacco dopo un ultima breve salita. Manca poco alle 16 e in 2 orette mi sono fatto i 1400 mt di dislivello che mi separano ora dal fondovalle. Non è facile spiegare cosa si prova quando si arriva per la prima volta al Bedin, a detta di molti, il più bel bivacco delle Dolomiti. Eretto nel 1977 in memoria di Margherita Bedin deceduta sul Gran Sasso d’Italia, sorge a 2210 mt sul verdeggiante pianoro della prima Pala di San Lucano, proprio sopra un altissimo precipizio che guarda verso la valle del Cordevole. La piccola costruzione di legno con rivestimento in lamiera si distingue dai soliti bivacchi per la splendida verandina. Meno spartano delle classiche botti, mi piace pensare abbia un’anima femminile visto di chi ci deve ricordare. E in quanto a grazia le nostre compagne di vita sono impareggiabili. Da dentro il bivacco comodamente seduti è possibile scorgere dalle finestrelle alcune delle più famose cime dolomitiche come il Civetta, l’Agner, le Tofane, il Cristallo e la Schiara. La vista da fuori è ancor più notevole,ma star dentro non da immediatamente la voglia di uscire e sembra di affacciarsi sul mondo dagli oblò di un aeroplano. Purtroppo sono di fretta e dopo essermi imbibito d’infinito, riprendo a correre verso il basso..e chi mi ferma più? Alle 17 spaccate riaccendo l’auto per tornare dai miei amori col cuore colmo di ringraziamento.
Due giorni dopo la fuga dai doveri genitoriali è invece al mattino e raggiunto Taibon Agordino mi butto in quella piccola yosemite dolomitica che è la valle di San Lucano dove le pareti dell’Agner a sx e quelle delle pale omonime a dx hanno ben poco da invidiare alle più celebrate e famose rivali statunitensi. Dopo pochi km, si parcheggia a bordo strada(quota 800mt) e si deve traversare il torrente Tegnas che separa due mondi. La strada vs Col di Pra da una parte con le sue osterie e le case giardino lungo la rotabile e il nulla selvaggio di chi si avventura ai piedi della grande Parete Nord dell'Agner. Inizio la mia corsa alle 9 saltando felice fra le fresche acque in un caldo mattino di sole e poi percepisco l’umido del fresco bosco che ancora non è riscaldato. Poi cominciano i mughi e piccole ondate di calore nascosto fra il loro fitto intreccio, fino ad arrivare ad un ampio canalone valanghivo, rientrare nel bosco e poi sui ghiaioni del ripido Van de Mez. Sulla destra è ben evidente la traccia che porta ad una forcelletta dove vi è l'attacco del famoso Spigolo. Successivamente ci si innalza sulla sinistra per ghiaioni e nevai presenti fino ad estate inoltrata fino a scorgere il bivacco protetto da un grosso masso(quota 1560). Correndo ci ho messo solo un ora. Il luogo è selvaggio,austero,incredibilmente silenzioso,quasi opprimente, con le pareti dell’Agner che incombono sopra il capo che per vederne la fine dev’esser reclinato verso il cielo.
E’ emozionante leggere all’interno, sul libro del bivacco, le firme celeberrime dei maggiori esponenti dell’alpinismo mondiale che su questa parete hanno lasciato la loro firma: Messner, Miotto, Massarotto,Bee. Con molto pudore, vergogna e ammirazione, lo scarabocchio anch’io…sognando lo Spigolo. I sogni restano appesi ai tiranti che ancorano lo scatolotto alle rocce più belle del mondo..io scendo giù di corsa e in mezz’ora ritorno alla macchina.
Di quel periodo anche le tante corse d’allenamento che facevo nei boschi sopra Caprile e in particolare vs Lagusel un piccolo villaggio a 1250 m di quota dove ho passato tanto tempo della mia infanzia estiva giocando a buttarmi dai suoi pendii erbosi a ruzzoloni o seduto sui cartoni, da solo o col mio fratellino e i genitori che lassù ci portavano a dare del tu alla parete del Civetta che incornicia il borgo. Luogo metafisico di una bellezza soprannaturale. Poesia. Consegno ai posteri la mia miglior prestazione effettuata nel luglio 2001. Partenza dal ponte sulla Fiorentina alle 17, passaggio a Lagusel alle 17.14, al Pez(enorme abete centenario) alle 17.27 e arrivo al Tabiè Forcella a quota 1850 mt. alle 18.
Qualche anno dopo il 30/09 del 2004 torno al Cozzolino per accompagnarci mio padre che non era mai riuscito a salirci nei suoi anni giovani. Saliamo tranquilli in un pomeriggio dove tutto par che dorma in un incredibile clima di pace e serenità, scattando foto allo spigolo, al suo diedro d’attacco e a quello della via Jori..e poi alla bellezza di una natura che esplode di colori nell’autunno portato dal vento.
Foto 1 il bivacco Bedin vs Civetta e Moiazze Foto 2 l’interno del bivacco Foto3 lo spigolo nord dell’Agner con la partenza della via (10) che è il luogo dove,poco distante, sorge il Cozzolino

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