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Maja Gostiles, 22/07/2019 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Maja Gostiles |
Regione | Altro |
Partenza | Borsh (Albania) (82 m) |
Quota arrivo | 1142 m |
Dislivello | 1045 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Accettabili |
Valutazione itinerario | Discreto |
Commento | Il sud dell’Albania presenta molte zone montuose, non di alta quota ma interessanti, anche a ridosso del mare. Molte cime alla vista risultano invitanti, ma ben presto, a nostre spese, ci rendiamo conto della pressoché totale assenza di sentieri per raggiungerne le vette. Dopo un primo, fallimentare, tentativo di cercare un sentiero che conduca a una vetta rocciosa denominata Mali i Corajt, decidiamo di volare più bassi e cercare di raggiungere un’altra cima che alla vista sembra più dolce e abbordabile della prima, la Maja Gostiles. Anche stavolta, dobbiamo letteralmente inventarci il percorso a vista, individuando a occhio quale potrebbe essere la via migliore, consci del fatto che la cosa potrebbe comunque portare a un fallimento.
Partiti da Borsh, saliamo seguendo la strada che sale al castello di Borsh, ignorando la deviazione a sinistra che porta a raggiungerlo, continuando a camminare in direzione della frazione chiamata Fterre. Ben prima di raggiungerla, voltiamo a destra seguendo una strada di servizio sterrata che sale in una zona dove sono posti dei tralicci. A un certo punto la strada termina e si tramuta in un sentiero. Da qui in poi bisogna stare attenti, perché da un momento all’altro la traccia potrebbe sparire ed essere necessario guardarsi attorno per scorgere passaggi alternativi. Per fortuna la traccia, creata molto probabilmente dalle capre, prosegue fino a tagliare un canalino nella sua sommità. Passati dall’altro versante di questa valletta divisa da un canalino, viriamo sempre più a sinistra allo scopo di puntare più direttamente la nostra cima, ancora lontana. Il pendio erboso da salire è abbastanza ripido, ma sono sempre presenti tracce irregolari create dagli animali. Continuiamo a fatica la salita arrivando in spazi sempre più aperti. Al contempo, la vegetazione si fa più rada e bassa, permettendoci di scegliere a vista il percorso migliore e di camminare comunque in modo agevole anche quando perdiamo le tracce degli animali. La cima si avvicina sopra di noi, ma le pendenze sono sempre sostenute. Non ci perdiamo però d’animo nonostante il caldo si faccia sentire, e nonostante la fatica arriviamo sulla rotonda vetta, da cui si può godere di un notevole panorama. Per fare ritorno decidiamo di non ripercorrere la via di salita, ma di seguire inizialmente quelle che da sotto parevano essere creste, ma in realtà sono ampi pianori e che vanno in direzione di un’altra montagna, la Maja Pikses. Percorsa metà della strada che divide le due cime, pieghiamo a destra vagando per alcuni pendii, fino a raggiungere (per fortuna) un sentiero, utilizzato probabilmente dai pastori con il bestiame, che con infiniti zig zag perde quota e alla fine ci deposita sulla strada asfaltata a circa due chilometri da Borsh. Non ci rimane che percorrerla e chiudere così questo avventuroso giro ad anello andato quindi a buona fine. Foto 1: visuale su Borsh lungo la salita Foto 2: i pianori con i pascoli tra le due cime Foto 3: dalla vetta vista verso l'interno |
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