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   Traversata 3 Confini, Gleno e Glenino, 23/07/2019
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Onicer  maurizio1972   
Gita  Traversata 3 Confini, Gleno e Glenino
Regione  Lombardia
Partenza  Pianezza - Vilminore di Scalve  (1267 m)
Quota arrivo  2882 m
Dislivello  1700 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  Da escursionismo, utile caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Bella giornata con Daniele. Ancora un
risveglio stupendamente notturno. La città dorme, autostrade e tangenziali anche… è un piacere guidare nella notte e risalire le valli. Vilminore ci aspetta e ci regala una fresca alba. Iniziamo a camminare (sentiero 411) da Pianezza (1256mt) alle 6.30 ed in breve siamo al monumento involontario all’incontenibilità della natura: quello che resta della diga del Gleno (1516mt). La frattura nel cemento è come una gigantesca porta che funge da ingresso per la verde valle del Gleno. Ci immergiamo nel ventre della Grande Madre e risaliamo una dopo l’altra le tre balze che ci portano alla testata della valle. L’ombra provvidenziale ci ha accompagnato finora, ma il sole conquista metri e inonda inesorabilmente ogni spazio. A 2320 metri circa seguiamo a sx il segnavia 321 per il passo Bondione… un sentiero che si perde nel nulla e quindi risaliamo a vista verso i contrafforti del 3 Confini. Qui intercettiamo la traccia alta che proviene dal Tagliaferri e su percorso ora evidente e bollato saliamo prima con traverso attrezzato e poi ripidamente verso il passo Bondione a quota 2680mt. Una traccia si tiene sulla costa sx della cresta fino a rimontare sulla stessa, raccordandosi con quello che normalmente è il tracciato scialpinistico proveniente da Lizzola. Ora è preferibile seguire il filo di cresta fino alla visibile croce con campana del Pizzo 3 Confini (2824mt), che raggiungiamo alle 10.30. Mezz’ora di pausa e poi inizia la cavalcata verso il Gleno. Il cielo è ancora limpido, le nubi d’umidità arriveranno a coprire il panorama solo nell’ultimo tratto di salita. Complessivamente ci si diverte a trovare i passaggi migliori, anche se sicuramente quasi sempre è meglio seguire il filo, anche perché la roccia è più sana. Più che il grado di roccia è la qualità della stessa a creare problemi. Bisogna tastare le scaglie conficcate nel terreno e i vari massi appoggiati. Tutto è decisamente instabile e tenersi sulle cenge sotto la cresta non aiuta: il pietrisco è molto friabile ed infido, così come il terreno che contraddistingue queste coste ripidissime. Infatti due nostri tentativi di aggiramento di gendarmi rocciosi, si risolvono inesorabilmente in varianti di risalita complesse ed esposte per recuperare il filo di cresta. In ogni caso se si presta molta attenzione e si ha esperienza su roccia orobica non si trovano difficoltà insormontabili. Alle 12.15 tocchiamo quindi la vetta del Monte Gleno. Per chi volesse info per la discesa lungo il versante seriano ed il Barbellino: i nevai arrivano quasi alla sella e al momento permettono una salita degli stessi abbastanza agevole e senza ghiaccio (questo non significa non portarsi i ramponi). Per il tracciato da noi effettuato invece si sale e si scende interamente senza toccare neve. Dopo una ulteriore sosta scendiamo alla sella e risaliamo in breve anche il Glenino (2852mt); molto bello di qui il panorama verso il sottostante lago Belviso e sulla cresta del Gleno. Ritornati alla sella, con nebbia bisogna fare attenzione a trovare la traccia che scende ripida zigzagando su ghiaioni. Una volta intercettata più in basso si verrà guidati da numerosi ometti, che agevolano non poco la discesa. Anche in questo caso il terreno è infido e ripido e bastano pochi metri per trovarsi in difficoltà… alla base del tratto ripido si trova anche una sorgente che può tornare molto utile. Su traccia ora più evidente e via via più semplice, si divalla fino a trovare un masso che indica (per chi sale dalla valle) l’ascesa al Gleno. Ancora in discesa si arriva, chiudendo l’anello, al bivio con il sentiero 321. La discesa sarà ancora lunga e con un caldo veramente umido e anomalo per queste montagne. Terza e ultima sosta alla diga del Gleno e poi giù a Pianezza. Circa 10 ore per tutto il giro, soste incluse circa 1800mt di dislivello tra saliscendi e una ventina di km di sviluppo.
Foto 1 - La cresta da percorrere vista dal 3 Confini
Foto 2 - In cresta
Foto 3 - Ultima placca prima della vetta del Gleno
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