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   Motto Rotondo, 16/06/2019
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Motto Rotondo
Regione  Lombardia
Partenza  Dosso del Liro loc. Prennaro (CO)  (1025 m)
Quota arrivo  2245 m
Dislivello  1300 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Buono
Commento Un leggera instabilità meteorologica pomeridiana prevista sulle Orobie ci porta oggi a volgere lo sguardo verso ovest, in direzione delle cime che si ergono nelle vicinanze del Lario, alla ricerca di condizioni più favorevoli. Dopo uno sguardo alle cartine, individuiamo in una cresta che si innalza dalla località Dosso del Liro la nostra meta odierna. Questa cresta costeggia quella che porta alla vetta del Monte Duria e ospita alcune cime secondarie, prima di terminare sulla vetta più rilevante, denominata Motto Rotondo (o Cima degli Orsi).
La partenza dell’itinerario avviene da un piccolo parcheggio ombreggiato posto appena sotto la piccola località bucolica di Prennaro, raggiungibile tramite strada asfaltata prima e cementata poi.
Il sentiero, mai bollato, segue inizialmente pendii che portano a raggiungere due suggestivi micro borghi (Sortaiolo e Piaghedo), dopodiché si fa più “crestoso” toccando le modeste elevazioni del Monte Piaghedo e della Cimetta dell’Acqua.
Da qui in avanti inizia una sorta di calvario fatto di pendenze costantemente sostenute che mettono alla prova la nostra tenuta fisica e mentale, dal momento che la vista dinnanzi a noi di un pendio così ripido e al contempo lungo tende un po’ a scoraggiare.
Non ci perdiamo però d’animo e continuiamo così la faticosa salita, toccando un’altra modesta elevazione che fa da anticima alla vetta vera e propria, il Dosso Bello.
Sempre su pendenze notevoli continuiamo a salire, arrivando in prossimità della nostra meta. Per raggiungerla, giunti a una biforcazione del sentiero, peraltro non sempre semplice da individuare a questo punto, teniamo la destra salendo su labile traccia il pendio che taglia a mezza costa il fianco della montagna.
Finito il traverso, sterziamo con decisione a sinistra salendo su larga cresta, sempre su pendenze ripide.
Giunti al termine di questo ultimo deciso strappo, ci troviamo ora su cresta più sottile e meno pendente, ma mai troppo esposta, con la cima di fronte a noi.
Proseguiamo superando un primo facile tratto roccioso, dopodiché siamo di fronte a un breve sbarramento verticale che spezza altimetricamente questo ultimo tratto di cresta. Sulle prime ci desta una certa preoccupazione, ma dopo i primi passi di semplice arrampicata ci accorgiamo che le difficoltà non sono così sostenute. Con molta attenzione superiamo anche il piccolo e breve passaggio chiave che ci permette di accedere al terminale tratto di cresta, e sempre con una certa attenzione copriamo gli ultimi metri fino a trovarci di fianco alla piccola croce che segna così il raggiungimento della vetta, posta a poca distanza dal Monte Duria ma separata da esso da una tormentata cresta.
Il ritorno, non essendoci alternative, avviene dalla stessa via di salita, che nella prima parte, complici sempre le pendenze sostenute e il caldo, ci affatica ulteriormente.
Ritoccate nuovamente tutte le località dell’andata, arriviamo alla conclusione dell’escursione stanchi, ma come sempre in questi casi contenti. Il percorso, nonostante le fatiche che implica, presenta una splendida visuale, specie in direzione del Lago di Como.

Foto 1: gran parte del percorso di salita
Foto 2: cresta finale
Foto 3: in discesa, con una bella visuale
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