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Monte Venturosa, 02/06/2019 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Venturosa |
Regione | Lombardia |
Partenza | Capo Foppa (1290 m) |
Quota arrivo | 1999 m |
Dislivello | 750 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | A distanza quasi esatta di tre mesi tentiamo nuovamente la salita al Monte Venturosa partendo da Capo Foppa, in Val Taleggio. A marzo, infatti, fummo respinti dalla neve residua presente in un passaggio esposto del sentiero che dal Passo Baciamorti porta a quello di Grialeggio. Per non rischiare inutilmente, decidemmo di battere in ritirata.
Stavolta, sebbene maggio sia stato contraddistinto da condizioni piuttosto fresche e piovose per il periodo, confidiamo nel fatto che i passaggi chiave siano puliti, stante anche l’esposizione parzialmente meridionale degli stessi. Posteggiata dunque l’auto sull’ultimo piazzale sterrato della frazione Capo Foppa (la strada per raggiungerlo prevede un pedaggio di due euro), ci incamminiamo sul sentiero che sale gradualmente al Passo Baciamorti, compiendo una sorta di semicerchio. Giunti al Passo, le pendenze si fanno più sostenute e volta per volta superiamo tutti i passaggi già toccati mesi fa. Arrivati al punto critico dove allora siamo stati costretti a fermarci (un piccolo canale su sui sale ripidamente il sentiero), stavolta non ci sono problemi e senza difficoltà continuiamo così la salita. Il sentiero continua poi alternando salite a tratti a mezza costa, in ambiente sempre più selvaggio. Giunti nei pressi di una malga, anziché continuare a seguire il percorso che continua verso il Passo Grialeggio, viriamo nettamente a sinistra e senza percorso obbligato saliamo i ripidi pendii erbosi che scendono dalla cima, memori del fatto di essere scesi da questo versante lo scorso anno tramite una labile traccia di sentiero che oggi ritroviamo solo nel tratto conclusivo. Un po’ affaticati per il fatto di avere tenuto un passo sostenuto, arriviamo in cima, e dopo un po’ di riposo scendiamo per un breve tratto dalla via normale, allo scopo di andare a riprendere nuovamente il sentiero originario che avevamo abbandonato alla malga. Una volta ripreso, torniamo così alla malga e da lì in avanti non ci resta che ripercorrere integralmente la via di salita, dal momento che alternative non sono possibili. Chiudiamo così non solo l’escursione, ma anche il “conto in sospeso” che avevamo con questo percorso. Foto 1: il passaggio che a marzo fu critico, ora è percorribile Foto 2: dal passaggio, voltandosi verso il Pizzo Baciamorti Foto 3: vetta |
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