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   Cima Ezendola, 06/01/2019
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Cima Ezendola
Regione  Lombardia
Partenza  Villa di Lozio (BS)  (1025 m)
Quota arrivo  2176 m
Dislivello  1170 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento In teoria questo itinerario lo avevamo rimandato al di là della stagione invernale, quando le condizioni lo avrebbero permesso, ma visto che questo inverno si sta finora rivelando avaro di precipitazioni, siamo dell’idea che la salita alla Cima Ezendola, un’altra vetta Camuna per noi ancora inedita, potrebbe essere fattibile anche in questo periodo.
Il punto di partenza è Villa Di Lozio, lasciando l’auto in un comodo parcheggio posto di fianco a un Bed & Breakfast.
Il percorso nel primo tratto si svolge attraverso una strada non asfaltata che conduce ad alcune cascine e nel primo tratto è piuttosto ripida.
Successivamente la strada si tramuta in un sentiero ed entra nel bosco, continuando a salire a tratti con buona pendenza.
Usciti fuori dal bosco, davanti a noi ci si para davanti una valle, compresa tra il Monte Sossino e la Cima Ezendola, che bisogna salire. La traccia di sentiero lungo questo tratto è piuttosto labile, ma qua e là è presente qualche bollo indicatore.
Oltrepassata la caratteristica Malga Valburnega, ricavata sotto una roccia, ci immergiamo nella seconda e più ombrosa parte della valle.
Non seguiamo pedissequamente quello che dovrebbe essere il percorso originale, bensì ci teniamo più a destra, allo scopo di pestare meno neve, che sebbene poca, è piuttosto dura. Non prendiamo ancora in considerazione l’ipotesi di mettere i ramponi perché sopra di noi è già visibile parte dell’ultimo tratto di salita, in buona parte sgombro di neve. Piuttosto, quindi, tentiamo di salire per evitare di calzare i ramponi solo per un breve tratto.
Così facendo finiamo però per non raggiungere proprio il Passo di Ezendola, e a momenti ci troviamo depositati su pendii erbosi decisamente ripidi. Con buona volontà saliamo di fatto tagliandoli, collegandoci più avanti con il sentiero che proviene dal Passo di Ezendola.
Oltrepassato un traverso lievemente esposto ma pressoché privo di neve, se non di qualche residuo ghiacciato, alla nostra sinistra ci si para il ripido pendio che porta in cima. Lo saliamo nel primo tratto senza ramponi, dopodiché la crescente pendenza e la presenza di qualche tratto innevato, a momenti duro, ci induce a calzarli.
Senza grandi difficoltà, ma stando sempre attenti, arriviamo quindi sulla panoramica cima.
Per scendere prendiamo in considerazione l’idea di percorrere la cresta opposta che perde quota verso il Passo del Lifretto, ma qualche raffica di vento e la presenza di uno strato nevoso inconsistente ben presto ci fanno tornare sui nostri passi.
Ridisceso il ripido pendio che digrada dalla cima, anziché tornare sul sentiero che conduce al Passo di Ezendola continuiamo a scendere dritto per dritto, camminando su un’ampia cresta erbosa parzialmente innevata.
La scelta si rivela corretta, perché nel giro di poco tempo arriviamo a incrociare, nel suo tratto iniziale, il sentiero che sale al Passo del Lifretto.
Dal punto di incrocio scendiamo brevemente per rientrare nel bosco e riprendere così il sentiero di andata.
A questo punto il ritorno al punto di partenza è una formalità.
Bella escursione anche quella odierna. Prestare attenzione al ghiaccio lungo il percorso e avventurarsi su cime come queste solo se muniti di ramponi in questo periodo, perché l’insidia può essere sempre dietro l’angolo.

Foto 1: teniamo la destra e non raggiungiamo il Passo di Ezendola, visibile a sinistra
Foto 2: il traverso che porta sotto il pendio finale
Foto 3: in discesa dal pendio
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