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   Ben Nevis, 26/10/2018
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Ben Nevis
Regione  Altro
Partenza  ben nevis visitors centre  (18 m)
Quota arrivo  1344 m
Dislivello  1300 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  bivacco scatola in cima
Attrezzatura consigliata  ..da inverno,anche in estate
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La salita al Ben Nevis montagna simbolo dell’alpinismo britannico e non solo, dalla via normale, è una storia senza storia. Si tratta infatti di un panettone tondeggiante il cui pianoro sommitale sembra preparato apposta per ricevere la quotidiana orda di scozzesi che si avventurano sul grande Ben come avviene per il Triglav in Slovenia. Ci troviamo a Fort William io e mia moglie perché quando possiamo regalarci qualche giorno di vacanza dagli impegni di casa famiglia e le condizioni del viaggio sono favorevoli anche dal punto di vista economico proviamo ad approffittarne. Questo è il regalo per il nostro 20° anniversario di matrimonio. Per me è comunque stata un’ avventura temporale perché avevo il tempo contingentato e per via del meteo Very Scottish. Sveglia alle 5.30 scozzesi (le nostre 6.30) nel lodge dal quale esco furtivo e dopo aver declinato (con successivo pentimento) l’invito del cameriere ad approfittare delle colazioni che stava preparando, mi dileguo nelle buie stradine di Fort William alla ricerca del Ben Nevis Visitors Centre da cui dovrebbe partire l’escursione. Parcheggio osservando con timore i cartelli riportanti l’avviso “play and display” e constatando, causa mancanza del portafogli, come al solito, di non poter ottemperare all’invito. Dopo qualche giro a vuoto per l’ampia zona ricezione, indovino il cartello che indica la via da seguire e alle 6 traversato il ponte sul fiume resto solo nel buio diventato assoluto. Uniche compagne luminose, la luna piena che rinsalda le mie speranze di bel tempo e la frontale di Nadir che ho casualmente rinvenuto nello zaino dopo essermi arrabbiato perché avevo dimenticato in carica a casa la mia. Le luci della Nevis Valley si allontanano rapidamente e salgo guidato dal passo della fretta perché debbo essere di ritorno prima delle 11 per poter far la doccia e liberare in tempo la stanza ma soprattutto non far aspettare Dani. Il sentiero perfettamente segnato e spianato all’inizio diventa poi un normale sentiero alpino. Supero una bella cascata che scende dall’alto e poi alle 7 le prime luci rischiarano un mattino di quasi bel tempo scozzese mentre arrivo al lago Meall che occhieggia in una sorta di altipiano che si percorre solo in parte, abbandonandolo poi per svoltare a dx dove il sentiero sale a zig zag il fianco del Nevis. Supero 4 escursionisti e mi lancio su per le rampe che ad un certo punto mi colpiscono quando in lontananza assumono uno strano riflesso argenteo. Ad un certo punto la nebbia sale a tutto coprire e cominciando a slittare sulle pietre del sentiero (è tutta una pietraia intorno..) mi rendo conto che è tutto gelato e un sottile strato di brina ricopre ogni cosa. Non mi sembrava far così freddo… La pendenza sembra diminuire, sembra sempre di esser arrivati ma dalla nebbia cominciano ad uscire in successione giganteschi ometti che immagino servano in queste condizioni a non smarrirsi. Le previsioni di salita velocisima lasciano il passo al tempo che scorre ma poi improvvisamente appaiono 2 canaloni alla mia sx (che penso essere tra quelli che hanno reso famosa la scalata invernale da queste parti) e poi una sorta di cumulo di pietre con appollaiato sopra un bivacco da puffi. Si è alzato il vento, nevischia, fa veramente freddo e alle 8.30 mi butto dentro al riparo non sapendo neanche se sono in cima. Dentro ho brividi di freddo e mangio una barretta gelata e dura. Mentre riprendo fiato noto un gruppo di ragazzi che festeggiano attorno al cippo e si dileguano rapidamente vs la discesa. C’è un vento forte però le nubi si sono un poco aperte e ne approfitto per fare qualche foto del versante nord. Un attimo dopo la cappa bianca torna e non mi resta che lanciarmi a corse in discesa, superando gli altri ragazzi visti in cima e poi scendendo vs la luce che ritorna ( il Ben è coperto da nubi 9 gg su 10…leggerò). Incontro colonne di persone tanto numerose da farmi pensare ad un pellegrinaggio. Di corsa in corsa e di complimento in complimento (che raccolgo da quanti incrocio e che si stupiscono che io stia già tornando dalla cima), mi riempio gli occhi dei meravigliosi colori che dipingono le colline della Nevis Valley e arrivo puntuale sulla tabella di marcia al park per le 10. 4 ore tra andata e salita. No multa, e trafelato, arrivo in albergo per una rapida doccia e l’inizio di una nuova giornata nelle highlands scozzesi, con mia moglie. Vs la Lost Valley. Foto1 la cima foto 2 io in cima foto 3 colori della Nevis Valley.
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