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   Monte Giove, 07/10/2018
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Onicer  cinzia   
Gita  Monte Giove
Regione  Piemonte
Partenza  Fondovalle  (1200 m)
Quota arrivo  3009 m
Dislivello  1800 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  bastoncini molto utili
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Lasciata l'auto al parcheggio di Fondovalle appena fuori dalla galleria elicodale si torna verso la vecchia strada delle Casse sino al bivio per Antillone. Superato il paesino con laghetto, dopo 10 minuti nel bosco si trova in masso con scritta in vernice che indica sulla destra la traccia che sale all'Alpe alla Scala. Si sale sul sentierino molto ripido segnalato da segnavia bianco rossi, che si insinua tra i salti di roccia e I massi, sino a sbucare in una radura dove si trova una grande balma chiusa da un muro, ancora utilizzata. Da li in breve si esce nel pascolo dell'Alpe alla Scala, splendido balcone a picco sulla Formazza.
Il sentiero ancora segnalato prosegue sopra le case nel bosco , e dopo breve tratto risbuca nei prati. Qui bisogna fare attenzione, perche` la logica porterebbe ad attraversare a destra dove si trova una casa che ha sul muro un segnavia e indica di traversare in falsopiano a destra del muro, ma in realta` si deve proseguire indirizzandosi verso una fascia di rocce scure attraversate da una piu` bianca che stanno in alto a sinistra. Si trova qualche ometto e una traccia che portano a superare la fascia rocciosa per una cengia inattesa, che ci porta nei ripidi prati sopra l'alpe, intruducendo in un ambiente spettacolare e selvaggio.
Si risalgono i prati molto ripidi stando prima a destra, poi portandosi verso sinistra ad incrociare, in in piccolo piano in rudere appoggiato ad in sasso. Qui si traversa il torrente e ci si porta sulla sua sinistra, proseguendo la salita finche` conviene ritraversare a destra per costeggiare sotto una fascia di rocce scure. qui non ci sono ometti ne` altri segni, bisogna andare a occhio.
Proseguendo per i prati che si fanno via via pietrosi si ritrovano gli ometti e sbuca prima in un pianoro e quindi nella conca lunare dei laghi Creil, che sono 3 o 4 a seconda della loro secchezza. e` in luogo fuori dal mondo, il senso di isolamento e` notevole. Da qui la cresta del Giove e` sopra le nostre teste, ma per raggiungerla dai laghi Creil superiori si devia a sinistra per il vallone detritico cercando di passare dove conviene. Noi abbiamo seguito la pietraia instabile a sinistra per poi portarci sui pendii ripidi ma piu` solidi a destra. Giunte in fondo al vallone, sulla destra si risale faticosamente l'ultima pietraia sino a sbucare sulla cresta a 2900 mt.
Da qui, volgendo verso est, si supera in gendarme su cengetta e in pochi minuti si arriva sulla Cima, con ometto, croce, madonnina e libro di vetta.
Panorama mozzafiato e spaventoso baratro verso la parete nord.
La discesa l'abbiamo fatta dal lago Busin inferiore e poi scendendo all'alpe Giove e a Vova. Da qui in circa un'ora si traversa ad Antillone e all'auto.
Questa gita e` bellissima. Da evitarsi assilutamente con la nebbia, e meglio farla in salita che in discesa, sia per la ripidezza che per i passaggi da trovare.
Con Ivana e lo zio Pippo
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