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Monte Duria, 26/08/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Duria |
Regione | Lombardia |
Partenza | Bodone, fraz. di Livo (CO) (1165 m) |
Quota arrivo | 2264 m |
Dislivello | 1220 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo + caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Dopo la tempesta che sabato ha imperversato su molte zone del nord Italia, la domenica si preannuncia soleggiata e tersa, particolarmente sull’area lariana, più esposta alle correnti secche e fresche provenienti da nord che fanno seguito alla perturbazione. Sfruttiamo così l’occasione di una giornata meteorologicamente ideale per andare a salire su una cima per noi ancora inedita, il Monte Duria, che brilla dal punto di vista panoramico.
Il sentiero di salita parte dalla località Bodone, raggiungibile da Peglio (pagando un pedaggio di 1 euro) attraverso una strada stretta e tortuosa, ma interamente asfaltata. Lasciata l’auto in un comodo parcheggio, ci incamminiamo su pendenze subito sostenute per salire fino a una prima cima panoramica, il Monte la Motta. Proseguiamo su larga cresta tramite sentiero in saliscendi, arrivando a una sella dove sono presenti differenti indicazioni, tra cui quelle per il Monte Duria. Da qui, parte un faticoso sentiero che sale per lungo tempo con pendenze da moderate a sostenute, puntando direttamente le pareti rocciose che scendono dalla cima del Duria. Arrivati faticosamente sotto le pareti, il sentiero piega a destra costeggiandole, portandoci ad immetterci in un canalino, in parte erboso e in parte roccioso, che tramite una labile traccia di sentiero conduce a una forcella che taglia la cresta del gruppo montuoso. Bolli e ometti ci portano a sterzare a sinistra, su un sentiero particolarmente esposto in alcuni punti che corre appena sotto la cresta. Giunti ormai nei pressi della cima, il sentiero si immette in un breve canalino roccioso da salire aiutandosi anche con le mani in alcuni brevi ma semplici tratti di arrampicata. Superatolo, si piega nuovamente a sinistra e con un po’ di attenzione si arriva sulla vetta, dove ci sono due grandi ometti di pietra e da cui si può godere di una vista veramente notevole. Vista la fatica per salire e la visibilità oggi eccezionale, ci concediamo abbastanza tempo per contemplare il panorama e osservare le cime vicine, possibili mete future. Per scendere ripercorriamo per gran parte il percorso di salita, ma arrivati alla sella dove sono presenti più indicazioni, decidiamo di seguire una via alternativa in cemento che, secondo i cartelli, dovrebbe riportarci a Bodone in 50 minuti. Un po’ seccati dal fatto di dovere scendere sul cemento e notando da lontano un sentiero che taglia a mezza costa le pendici del Monte la Motta, decidiamo di seguirlo. La scelta è però errata, perché si tratta di un sentiero creato dai bovini che per buona parte è anche ben percorribile, ma poi finisce nel nulla depositandoci su ripidi pendii erbosi che ci tocca vincere con molta fatica per poterci ricollegare al sentiero dell’andata nella sua parte iniziale. Facciamo rientro al parcheggio un po’ provati dalle fatiche conseguenti all’errore commesso, promettendoci di evitare in futuro deviazioni colme di ignoto. Per il resto bella escursione, pepata quanto basta nel suo tratto conclusivo per la vetta, rendendo così la salita ancora più interessante e soddisfacente. Foto 1: vista sul Lario nella prima parte della salita Foto 2: il canalino che dà l'accesso alla parte conclusiva dell'escursione Foto 3: vetta super panoramica |
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