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   Monte Mucrone, 12/11/2017
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Mucrone
Regione  Piemonte
Partenza  Santuario di Oropa (BI)  (1225 m)
Quota arrivo  2335 m
Dislivello  1200 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Savoia
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + ramponi. Ciaspole non necessarie, dal momento che la traccia è battuta.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Da un po’ di tempo eravamo stuzzicati dall’idea di andare a scoprire che volto avessero le montagne circostanti il Santuario di Oropa, nel Biellese. I percorsi in questa zona sono molteplici e perciò le possibilità sono diverse, anche se la prima seria nevicata di stagione a quote medie ha reso più difficile la scelta dell’itinerario. Alla fine decidiamo di prendere in considerazione due percorsi nella prima parte in comune, ma che in prossimità del Rifugio Savoia (punto di arrivo della funivia che parte proprio da Oropa) si separano nettamente: uno va a destra diretto verso il tranquillo Monte Camino, l’altro va a sinistra verso il più selvaggio Monte Mucrone. Saranno le condizioni tastate con mano, e perché no l’eventuale parere di chi ci ha preceduto, a farci propendere da una parte o dall’altra.
Posteggiata l’auto nell’ampio parcheggio che si trova appena sopra il Santuario, prendiamo un sentiero che segue fedelmente la pista da sci che dal Rifugio Savoia scende a Oropa. La prima parte della salita è priva di neve, dopodiché compare soprattutto nei tratti all’ombra per farsi regolare nei pressi del Rifugio.
Giunti al bivio, non siamo ancora sicuri dove orientarci. Un po’ titubanti, scegliamo di andare a sinistra, verso il Lago del Mucrone e poi su alla Bocchetta del Lago, con l’intenzione di raggiungere una vecchia struttura fatiscente posta sull’anticima del Mucrone. È soprattutto l’idea di stare in un ambiente meno antropizzato e più severo a farci propendere per questa scelta, considerando che sul Monte Camino arriva una bidonvia al momento dismessa.
Ci avviamo così verso la Bocchetta del Lago, costeggiando in salita il suggestivo Lago del Mucrone. A sorpresa siamo accompagnati da un paio di scialpinisti che sfruttando la prima nevicata importante sono intenti a fare su e giù per allenarsi, seppure il manto nevoso sia al minimo sindacale per praticare questa attività.
Raggiunta la Bocchetta del Lago, con altrettanta sorpresa constatiamo la debolezza del vento, nonostante le mappe facessero pensare che anche questa zona oggi sarebbe stata preda del favonio in lungo e in largo. Invece, incontriamo le prime raffiche solo salendo verso l’anticima. Con le condizioni attuali la salita si svolge ancora lungo il sentiero estivo, che in qualche breve passaggio è anche leggermente esposto e ripido. Senza troppe difficoltà arriviamo sull’anticima, accolti da raffiche di vento a momenti più serie.
A questo punto, il nostro sguardo volge verso la cima vera e propria del Mucrone, posta a poca distanza dall’anticima. Sentendo i pareri di alcune persone di ritorno dalla cima lungo la salita, ci è stato detto che con le condizioni attuali i ramponi sarebbero d’aiuto, ma al contempo non necessari. Noi non li abbiamo messi nello zaino perché in principio abbiamo scartato l’idea di andare in cima, pensando di accontentarci di una uscita più tranquilla senza l’ausilio di alcuna attrezzatura aggiuntiva. Invece, a detta di chi ci ha preceduto, la cosa sembrerebbe fattibile anche senza ramponi. Non siamo del tutto convinti di questo osservando attentamente la via di salita, ma decidiamo comunque di salire per valutare la fattibilità della cosa, pronti a fare dietro front in caso di eccessivo pericolo.
Incamminatici dall’anticima, saliamo agevolmente nella prima parte. Più su, in prossimità di un paio di traversi esposti e di alcuni tratti ripidi, le cose si fanno un pochino più delicate. Fortunatamente la neve è di buona qualità e i passaggi di chi ci ha preceduto hanno creato una traccia che funge da piccola trincea e aiuta non poco la progressione. Con attenzione superiamo tutti i passaggi difficoltosi, arrivando sulla breve cresta finale che nel giro di qualche minuto porta sulla croce del Mucrone. Il panorama è stupendo, complice anche il tappeto di nuvole basse create dall’inversione termica di questi giorni, pronta a essere spazzata via dal poderoso ingresso di un fronte freddo previsto in serata. Sono proprio i prodromi del fronte a costringerci a una sosta breve sulla vetta, visto che il vento è in costante intensificazione.
Con cautela, giriamo i tacchi e ripercorriamo integralmente la via di salita fino al Rifugio Savoia. Da qui, anziché scendere per la pista da sci, prendiamo un sentiero denominato D13 che permette di tornare a Oropa con diversi zig zag nella prima parte e nel bosco nella seconda. Durante la discesa ci immergiamo nelle nuvole e di colpo l’atmosfera passa dall’essere limpida e luminosa a buia e tetra.
Chiudiamo così l’escursione contenti e soddisfatti, soprattutto per la sorpresa di essere riusciti a salire fino in cima al Mucrone, nonostante non lo avessimo inizialmente preventivato. La salita senza ramponi nelle condizioni incontrate era al limite della fattibilità ed è comunque consigliabile l’utilizzo, soprattutto in considerazione degli sbalzi termici di questi giorni che certamente hanno modificato la consistenza del manto nevoso.

Foto 1: sui tratti ripidi lungo la salita alla vetta
Foto 2: visuale dalla cima
Foto 3: in discesa, poco sopra la struttura fatiscente posta sull'anticima
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