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   Antelao, 23/05/2010
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Onicer  furbo      
Gita  Antelao
Regione  Veneto
Partenza  Rif. Scotter da San Vito di Cadore  (1580 m)
Quota arrivo  3264 m
Dislivello  1684 m
Difficoltà  OSA
Esposizione in salita  Nord-Ovest
Esposizione in discesa  Nord-Ovest
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Gran giornata ieri in quel di Cortina. Alle 4.50 siamo in sei alla partenza, due cruki, il kino (new entry), il bono col suo socio ed io.

Parcheggiata l’auto nei pressi del rifugio Scotter si risale brevemente a piedi fino a raggiungere la lingua di valanga. Qui vista la qualità della neve un pochetto movimentata e ghiacciata preferiamo proseguire sciinspalla. Raggiungiamo così forcella piccola e ci si apre davanti un nuovo mondo fatto di pendii inclinati (lastoni) e pareti vertiginose (foto 1). Calzati gli assi risaliamo il vallone che si fa via via più ripido fino all’evidente strozzatura che da accesso a piani superiori. Il gruppo è un po’ sgranato, i cruki sono imprendibili. Il cannibale nonostante l’ottima trovata di dimenticare i rampanti in macchina (non poteva scegliere gita migliore) non fa una piega. Arrivati alla strozzatura calziamo i ramponi e grazie ad una bella gradinata con passi da 70 cm cad giungiamo al canalino sui 50° e poi ai lastoni. Ambiente spettacolare. I lastoni hanno una pendenza non eccessiva (30÷35°) ma regolare. Sembrano dei piani inclinati sospesi nel vuoto (foto 2). Salendo il pendio si restringe sempre più fino ad arrivare al deposito sci in cresta. Appena giù di là c’è il canale Oppel in condizioni super come riferiscono alcuni da lì saliti a di qua scesi. La breve cresta è piuttosto affilata e con salti vertiginosi, ricorda un po’ il Disgrazia. Si giunge così all’ultimo tratto, una rampa verticale con un singolo passo tra rocce che dà un attimo da pensare, almeno a me che son pippa. Si trova proprio proprio all’imbocco dell’Oppel. Per un attimo mi sento come una pallina dentro ad un flipper… schiacci un tasto e wooooommm sei giù alla macchina. Superato il saltino si raggiunge velocemente l’aerea vetta. Panorama di primordine, si vedono praticamente tutte le dolomiti. Giornata spaziale. Dopo una pausa che va dal brevissima al lunghissima a seconda del passaporto cominciamo la discesa. Occhi ben aperti fino al deposito sci e poi via con gli assi. Il primo tratto, in assoluto il più temibile è da prendere con le pinze, la neve è buona ma molto dura e la contropendenza porta a sx verso il baratro. Poi per un po’ si respira, terreno aperto come essere in pista. Peccato solo che la neve nonostante le temperature non ha mollato. I lastoni ad un certo punto finiscono, bisogna tagliare a sx verso il canalino. L’acceso sciaipiedi è di nuovo delicato, si derapa allegramente per qualche metro fino a portarsi in bilico sulla forcella (foto 3), a sx non c’è niente o perlomeno non si vede cosa c’è sotto, a dx il canalino a 50° (scarsi direi) ormai lisciato e reso marmoreo dalle precedenti derapate. Qui il cannibale da sfoggio della sua classe e incurante del successivo obbligatorio traverso che evita l’ultimo imponente salto si lancia in uno slalom stretto da finale olimpica. Sticazzi!

Poi traverso a sx e ultimo tratto ripido con passaggio tra le rocce. Anche qui impressionante la differenza tra noi e LUI.

"Pendio sui 40° a imbuto, la fotocellula è fissata venti metri sotto le rocce, il cannibale arriva fluido e lanciatissimo, accelera ad ogni uscita di curva, abbatte tutti i pali, supera il cambio di pendenza e nello spazio di un metro è immobile, derapata di cinque metri in diagonale tra le rocce su un fazzoletto largo un metro e venti con sci da 1.70, curva saltata in un uno spazio che non c’è, due scintille ed è fuori. Medaglia d’oro!"
… Mavaffanculo però!!

Grazie a tutti, giornata indimenticabile
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