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   Cima Lesena, versante sud-ovest, 16/05/2010
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Onicer  Giacomo cordamolla      
Gita  Cima Lesena, versante sud-ovest
Regione  Lombardia
Partenza  poco sotto Malga Lincino  (1580 m)
Quota arrivo  2855 m
Dislivello  1600 m
Difficoltà  BSA+
Esposizione in salita  Ovest
Esposizione in discesa  Ovest
Itinerari collegati  Cima Lesena (2855m), versante sud-ovest
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Partenza da poco sotto Malga Lincino: sull'ultima valle è presente una grossa valanga che impedirà ancora per un po' l'accesso al parcheggio. Sotto, poco dopo il rif. Stella Alpina, sul piano con malga è presente un'altra grossa valanga che invade la strada. Io ho fatto un vero e proprio Camel Trophy con la mia Punto aggirando a valle la neve (tracce vecchie di jeep presenti) e effettuando un guado un po' impegnativo. Son stato l'unico che è proseguito oltre ma lo sconsiglio se non avete una jeep o una macchina particolarmente alta (sul sentiero che taglia i tornanti in 10 minuti a piedi si è su).
Salita poi dalle scale dell'Adamè a piedi. Dai 1800 in su si nota il primo rigelo, buon presagio. Dal ponte che oltrepassa il fiume prima del Lissone si calzano gli sci e di neve ce n'è ancora un bel po'. Il rigelo è ottimo e la salita va via bene, la neve non è ghiacciata ma ha ottima porosità che permette buona tenuta. Arrivato alla fascia rocciosa da superare sci in spalla mi faccio tentare da un canalino diretto. Calzo i ramponi e in breve mi rendo conto che la neve ha poca tenuta e nasconde rocce subito sotto. Quindi lo aggiro a metà fra esso e il traverso classico e poi sul canalino ben innevato (e a tratti anche abbastanza ghiacciato (entravano al primo colpo solo le 2 punte frontali)) giungo in breve ai pendii sommitali. Qui ricalzo gli sci e prima su neve ancora trasformata e poi su ventata un poco impegnativa da tracciare (tendeva a scappar via da sotto i piedi) giungo in vetta con un local incontrato poco sopra il canale.
Scarto subito la discesa per il canalone NO, valutando troppo pericoloso il traverso per entrarvi e scendo più o meno sull'itinerario di salita, prima su neve ventata abbastanza sciabile, poi su neve trasformata che non molla vista la nuvolosità. Il canale lo scendo sci ai piedi, in alto una derapatina visto che c'è un roccione affiorante al centro, poi sotto faccio un paio di curve (fondo a tratti svalangato ma blocchi piccoli che disturbano poco). Entrato poi sui pendii inferiori buona neve, ancora duretta per i miei gusti. Scendo fin 100 m circa sopra il rifugio, presso la palina di atterraggio dell'elicottero. Risalgo poi con il local prima citato e colloquiando vengo a sapere che ha aperto numerose vie in zona negli anni 80-90, roba da rare ripetizioni e aderenza estrema su protezioni anche distanti. Piacevoli gli aneddoti e anche le sue idee chiare sull'etica e su chi grada le vie in modo strano (sia al ribasso che al "rialzo"). Verso i 2500 ci fermiamo, sotto la N del Grevo. Da lì andiam a imboccare il sentiero n°1 che, con breve tratto a piedi, ci permette di andare a prendere il canale di valanga del Monte Foppa. Il primo canalino è abbastanza liacio ma ha un sassone grosso in mezzo, quindi lo scendiamo a piedi. Poi calziamo gli sci a tratti e, con ravanamenti fra grossi blocchi, rami e rari (per fortuna) sassi giungiamo a 1640 circa sci ai piedi.
Sconsiglio però ancora per almeno un paio di settimane la discesa da qui. Se si liscia e non si aprono buchi nella valle fra una paio di settimane, andando ad imboccare il canale più in alto verso il Forcel Rosso, si fa una bella sciata.

P.S. Ho messo BSA+ perchè BSA con il canalino in alto (quello a 2500 m che permette di giungere sullo spallone della cima) se sceso sci ai piedi per me è oltre il BSA.

Il Grevo è stato tentato da 2 persone, non so se siano arrivati in vetta, ma la parte alta del canale che sbuca in cresta e soprattutto la prima parte di quest'ultima sembrava un po' carica.

In zona ho visto comunque che c'è ancora abbastanza roba da fare, tutta bella e in ambiente solitario.

Alla fine anche se il dislivello non è stato eccessivo mi son dievrtito anche grazie ai racconti su storie di alpinismo adamellino e su vie di cui si fa fatica a trovar traccia anche sugli annuari locali, quindi ringrazio il local di Grevo (non cito il nome perchè mi pare una persona abbastanza schiva da questo punto di vista, comunque il livello delle sue realizzazioni penso sia indiscutibile). Unica pecca il cielo nuovoloso che non ha permesso il giusto remollo e soprattutto ha un po' precluso la visbilità in discesa.
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