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   Corno settentrionale di Sardegnana e vallone della pioggia, 19/02/2023
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Onicer  fabiomaz      
Gita  Corno settentrionale di Sardegnana e vallone della pioggia
Regione  Lombardia
Partenza  Carona  (1030 m)
Quota arrivo  2380 m
Dislivello  1350 m
Difficoltà  BSA+
Esposizione in salita  Nord-Ovest
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Ventata
Altra neve  Ventata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Ritorno in pista dopo un mese di stop forzato e a due settimane da un piccolo intervento chirurgico e voglio mettermi alla prova. Parto in scarpe leggere da Carona con sci, picca e ramponi nello zaino. Risalgo la ripida scala del piano inclinato e appena spiana metto sci e scarponi. Fin qui tutto bene.
Passo la diga dei guardiani, sbircio le condizioni della nord del Becco (foto 1) e risalgo faticosamente il vallone di Sardegnana tenendomi sul fondo. Neve molto variabile. 10 metri prima si traccia in neve fonda e invernale, 10 metri dopo devi calzare i rampanti per stare in piedi su una corazza luci di neve ventata.
Comincio a sentire crescere la fatica.
L'intero pendio sotto il passo di Sardegnana è una grande placca ghiacciata dove anche i rampanti fanno fatica. Quindi decido di non salire verso l'ingresso normale del canalone ovest dei Corni di Sardegnana ma, calzati i ramponi, provo a risalire una diramazione rivolta a Nord Ovest (è il primo evidente canalino che si vede dalla piana della diga), la chiamerò la variante della "ureteronefrolitotrissia" :).
Il canale ha pendenze modeste (40-45) con solo brevi tratti a 60-70° e una picca è più che sufficiente. Si ricongiunge poi con il canale principale negli ultimi 60 metri (foto 2)
Gli ultimi 20 metri per uscire in cresta in neve fonda sono un'odissea tra fatica, crampi e il desiderio di agguantare quella piazzola al sole che intuisco appena sopra.
Visto la mia penosa condizione lascio perdere la salita alla cima del Corno (http://www.on-ice.it/onice//onice_view_report.php?type=1&id=18584) e punto subito al pianerottolo al culmine del vallone "della pioggia" e del canalino che permette l'accesso al più noto "Vallone". Dopo una lunga pausa per cercare di riprendermi comincio la discesa (foto 3). Rispetto alle condizioni trovate la volta precedente la discesa risulta molto più complicata. Il sole non riesce ancora ad entrare nel vallone e quindi è assente la neve trasformata. Tratti di neve fresca si alternano a neve crostosa, a tratti portante a tratti no. O forse sono solo le mie gambe che sono troppo stanche per sciare decentemente.
La fascia centrale mediana la supero tutto a destra per ripido ma breve canalino che richiede un piccolo drop per accedervi (1 metro).
I pendii sottostanti alternano invece neve farinosa pesante e crosta leggera sciabilissima e ho la conferma che sono le mie gambe il vero problema.
Arrivati al grande masso dove si incrocia il sentiero e, in primavera, si rimettono le scarpe leggere, si scende ancora per circa 150 metri ravanando tra i boschi ripidi, fino a ricongiungersi con la discesa del Vallone.
Entrati nel bosco si tolgono gli sci e lungo il sentiero estivo del Calvi si torna a Carona.

Fatica bestiale e discesa abbastanza penosa, ma più per il mio stato che per le condizioni del percorso.
Sicuramente l'itinerario, vario e pienamente sciALPINISTICO, è più consigliabile in condizioni tardo primaverili, quando il sentiero del ritorno è sgombro da neve e ghiaccio.
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