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   Cima Papa Giovanni Paolo II, 07/03/2014
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Onicer  oscarrampica      
Gita  Cima Papa Giovanni Paolo II
Regione  Lombardia
Partenza  Capovalle (Fraz. Roncobello)  (1130 m)
Quota arrivo  2230 m
Dislivello  1100 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Sud
Esposizione in discesa  Sud
Itinerari collegati  Cima Papa Giovanni Paolo II (2230m), dalle Baite di Mezzeno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Un paio di settimane dopo la felice nostra prima uscita scialpinistica al guglielmo, con Max decidiamo di alzare il tiro delle nostre ambizioni e puntiamo ad una montagna quasi vera che lui ha scovato in val Brembana e di cui io non sapevo neanche l’esistenza. Anche il nome è incerto perché trovasi alla destra del Passo di Mezzeno e con la sorella che si trova invece a sinistra veniva chiamata Cima di Mezzeno Or. (l’altra era l’Occ. Ma ora è stata ribattezzata. Così il 7/3/2014 risaliamo la valle e la lasciamo per la strada che a dx supera Roncobello e arriva alla testata della valle nel paesino che si chiama proprio Capovalle. Alle 9 in punto imbocchiamo la stradina gelata che corre attraverso le ultime semplici costruzioni case del paesino e punta ai boschi lasciandosi alle spalle le casette sommerse dalla neve. Entriamo subito nel folto dello scuro bosco di abeti e la prima bella immagine di giornata è la dorsale illuminata dal sole e splendente di neve del Monte Vindiolo. Veramente bello il contrasto fra la nostra buia e gelida zona d’ombra e la parete che riflette d’oro. Incrociamo un abete bianco gigantesco e un bellissimo crocefisso ligneo semisommerso dalla neve e poi ammiriamo la grandiosa parete del Menna. Con la neve queste montagne bergamasche, un poco brulle nella stagione estiva, assumono un aspetto veramente magnifico. E poco dopo ne abbiamo una riprova quando da un’ apertura del folto del bosco emergono le pareti imbiancate del Corno Branchino e delle sue creste laterali, innevate e colme di neve che sembrano tanti piccoli Cerri Torri. Poi scivoliamo sulla grande carrareccia sotto la sua grande mole e dalla nostra prospettiva assume un aspetto veramente imponente come una grande pinna che s’alza verso il cielo. Improvvisamente, siamo inondati dalla luce del sole e tutto splende da dar fastidio per troppa bellezza riflessa. Continuiamo a seguire la lunga carrozzabile(che con 14 tornanti porta alle baite di Mezzeno) e ad una svolta vs sx si apre la vista sul passo di Marongella e poi sulla piana dove sono adagiate le baite( m. 1590,h 10.15). Ora sono l’Arera da una parte e il Menna dall’altra a dominare nell’arco montuoso che ci abbraccia. Saliamo ora verso sx su pendenze più sostenute, fino ad arrivare a delle piccole costruzioni per la raccolta dell’acqua con la valle che alzandoci si amplia a mostrare i Passi di Mezzeno e dei laghi Gemelli. Una bellissima conca nevosa che abbraccia il cielo azzurro verso cui stiamo tendendo le punte dei nostri sci. Raggiungiamo poco dopo la Baita delle Foppe (m. 1864) e iniziamo quasi in piano a compiere un semicerchio che attraversa i ripidi pendii SE del Monte Spondone, passando alle 11.30 dalla Baita della Croce, praticamente sommersa dalla neve. Arrivati ad una piccola conca si vedono ancora meglio i due passi: a sx il Passo di Mezzeno (m. 2142) e a dx il colletto(Passo dei Laghi Gemelli) ai piedi della cresta NW della nostra Cima Papa Giovanni II che è anticipata a destra da grandi ed estetici cornicioni. Puntiamo al colletto più a dx tra dossi e vallette e, ci avviciniamo sensibilmente al bacio che il bianco pendio da al blu del cielo. Superato l’ultimo tratto piuttosto ripido, e attraversando plateau nevosi che riempiono di bellezza e dolcezza i nostri sentimenti regalandoci scorci fotografici bellissimi sulle vette circostanti, arriviamo sotto la verticale della nostra vetta. Ora ci resta l’ultimo strappo per arrivare all’agognato passo (q.2170) che raggiungiamo dieci minuti prima del mezzogiorno con la vista che si apre sul versante dei laghi Gemelli che candidi disegnano le loro bianche e regolari forme sul fondovalle. Ci salutano dall’altra parte la grande vela bianca del Farno e il più roccioso sperone del Monte Corte. E’ sempre bello quando la vista si apre su nuovi orizzonti..è la piccola esplorazione che fa bello l’andar per monti per scoprire…cosa c’è dietro! Arrivo al passo qualche minuto dopo Max e contemplo la bellezza del panorama che si allontana fino al gruppo del Cengalo, al Disgrazia , al Corno Stella e al Pizzo del Becco. A destra l’ultimo cono nevoso della nostra cima finisce in cielo mentre a sinistra si alza lo Spondone con la cresta che prosegue verso il Pietra Quadra. Subito oltre il passo la bella e appuntita cima di Mezzeno occidentale ma Max è già ripartito e lo vedo affrontare il ripido scivolo finale che s’inarca verso l’alto simile ad una parabolica. Gli zig zag di chi nei giorni precedenti ci ha preceduto segnano la linea da seguire sul versante nordovest e a mezzogiorno la china spiana, rivelandoci la croce di vetta e il panorama che si allarga sull’ovunque. Ma è l’Arera a sembrare gigantesco come un 8000 himalayano e a rubare la scena, notevole anche il complesso Spondone,Pietra Quadra. Mezz’ora dopo ci lanciamo in discesa su immacolati pendii per una sciata veramente fantastica lasciando le nostre tracce come autografi sulle bianche lavagne che traversiamo. Ritornati alle baite di Mezzeno, rinfiliamo la carrozzabile e seguendola planiamo dolcemente al punto di partenza dove torniamo che son da poco passate le 14.30. Grande giornata di sole sport e natura. Foto1 vetta nel sole Foto2 dalla vetta Foto 3 io e l’Arera
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