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   meraviglie a Forcella Forada, 06/01/2014
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Onicer  oscarrampica      
Gita  meraviglie a Forcella Forada
Regione  Veneto
Partenza  Park x Rifugio Città di Fiume  (1660 m)
Quota arrivo  1977 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  MS
Esposizione in salita  Sud
Esposizione in discesa  Sud
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Vacanze invernali a Caprile come d’abitudine in quegli anni sfruttando i miei permessi al lavoro e la loro assenza dalle aule scolastiche. Da poco Nico mi ha regalato un paio di suoi sci da alpinismo che mi permettono assieme all’acquisto via internet di un clamoroso scarpone scarpa un notevole salto in avanti nella qualità della mia attrezzatura, che non vedo l’ora di provare. L’occasione si presenta il 5 gennaio complice una grandiosa nevicata che indurrebbe a non metter il naso fuori da casa. Ma la mia vita mi impone di non perdere nessuna occasione..ogni lasciata è persa. E allora esco di casa con lo scudo che nevica a più non posso e non vedo l’ora di uscire dalla scatola di metallo riscaldata che mi impedisce il contatto con l’amata, gelida e soffice neve. Risalgo la stradina verso Selva di Cadore, e poi a destra traversando Pescul e i paesi della Val Fiorentina in direzione passo Staulanza, fin quando al 3° tornante, a q.ta 1660,svolto a sinistra nell’ampio parcheggio, deserto,immobile e irriconoscibile perché sommerso da una spessa coltre di candida neve. E’ tutto bianco solo gli abeti colorano questo mondo con le loro fronde verdi,cariche, sepolte ma non completamente coperte di bianco. Anche la strada è completamente coperta da uno spesso strato e non passa nessuno, sembra un mondo dimenticato in cui io sono l’unico vivente. Mentre mi allontano sci ai piedi, fotografo lo scudo a cui attribuisco il potere di farmi compagnia in questo vuoto siderale in cui l’unico suono è il sssshhhh delle lamine che fendono la soffice neve intonsa. manca mezz'ora al mezzogiorno ma non c'è tempo e spazio in questa dimensione e potrebbe essere qualsiasi ora di un qualsiasi luogo creato per magia. Nevica amore,nevica bellezza e io parlo col bosco in silenzio ammirato e ascolto risposte che solo in questi momenti sono in grado di ascoltare. Oltrepasso la sbarra metallica e m’infilo nel bosco. A me sembra di essere in Paradiso: silenzio,gioia,lievi suoni ovattati,la neve sche scende dolce e abbondante,qualche tonfo di rami che si scrollano dalla neve in eccesso rimbalzando verso l’alto come molle. Vedo solo la mia ampia strada bianca scorrere larga nel bosco ammantato. Qualche slargo fra gli alberi permette di vedere poco oltre distese bianche come onde di un mare bianco che lambisce il bosco e più su oltre le file degli abeti un cielo grigio immoto che sembra scolpito ma che riversa fiocchi abbondanti come se troppo fosse il peso per trattenerli. Esco dall'incanto quando un'oretta dopo oltre la fitta nevicata,compare il Rif. Fiume sommerso dalla neve che cinge i suoi fianchi e cresce sul suo tetto. che immagine dolce,sembra abbracciato. Poi la carrareccia si stringe fino a sparire nel bosco e improvvisamente la strada è mangiata, si perde fra le dune e io salgo fra gli abeti a fatica. Non scivolo più ma uso gli sci come fossero ciaspe,faticando poi ad estrarli dalla troppa neve, fino a quando mi sento cadere e praticamente mi catapulto verso il basso rovesciandomi in un'involontaria capriola. Mi viene da ridere ma smetto un minuto dopo quando comprendo di essere bloccato e di non riuscire a spostarmi. Probabilmente gli sci sono sommersi e frenati dalla neve: non riesco ad estrarli. Guardo il cielo e ringrazio per il momento che mi è dato da vivere, continuamente baciato dai grossi fiocchi che s'appoggiano e sciolgono sul mio viso. Poi comincio a muovere le braccia finchè riesco ad estrarle dal bozzolo nevoso e poi scavo tutto storto per cercare di liberare gambe e poi sci. Credo di impiegare una decina di minuti di sforzi furiosi e poi sudato e trafelato riguadagno la postura eretta che contraddistingue l'homo sciemens. Mi regalo un autoscatto per ricordo dell'accaduto e fotografo anche l'enorme cratere lasciato che sembra scavato da una lotta fra due folletti. Ne ho abbastanza e decido di scendere prima che mi ricapiti un'altra volta. Ma che bello è stato però. Ricomincio a lottare nel mare calmo di neve immacolata anche se ora seguo la trincea scavata salendo e mezz'ora di sacrifici dopo sono nuovamente al rifugio e soprattutto sulla carrareccia che scio tutta in posizione da discesista fino allo scudo. Spettacolo! Grazie neve,grazie montagna,domani ritorno. Buonanotte. La sera smette di nevicare e il cielo spazzato dal vento diventa nero e poi compare un morbillo di stelle che rendon meno buia la notte..e si prepara la meraviglia dell’indomani. Alle 9 esco di casa in una luce abbacinante, già dal paese che rifulge immagino la fantasmagoria che ammirerò una volta nei boschi. Dopo Selva mi fermo ad ammirare la bellezza della valle dal Belvedere dove le montagne imbiancate come signore vestite per la festa fanno a gara per mostrar la loro bellezza. Sasso Bianco, Cime di Pezza, Zorlet, Monte alto e poi il grandioso nodo del Fop con il Monte La Banca teatro di recenti mie avventure. Infine a sinistra inizia il gruppo della Marmolada con Sasso Vernale e Cime d’Ombretta. Tutte queste punte brillano lucenti illuminate dai raggi del sole ed emergono dalle brume scure del fondovalle ancora in ombra. Che contrasto e quanta bellezza. I pendii inferiori,ricoperti d’abeti,sono sfumati di bianco, come i capelli di un anziano. Anche il Migogn s’è rifatto il trucco e biancheggia sopra Caprile. Contempo l’immensa conca del Fop che si alza sopra le Pale e poi a malincuore mi stacco da questo pulpito sul quale mi sento sempre come un aquila che domina la valle. Girerei sulle termiche tutto il giorno se avessi le ali, ma la Forcella mi attende e risalgo in auto. Parcheggio nel desertro come ieri e mi avvio per la strada innevata che sono quasi le 10. Le forme possenti del Pelmo e del Pelmetto, controllano la mia scivolata da dietro gli abeti ed ogni tanto mi fermo ad ammirare le loro incredibili pareti nord. Smerigliate di neve fresca sembrano pandori pronti per la festa. Poi sono le guglie della Croda da Lago che splendenti oltre le punte dei pini mi salutano festose..e io scivolo di meraviglia in meraviglia. Seguo l’ampia pista in un fantastico bosco innevato come ieri ma oggi il cielo azzurro che ci abbraccia dall’alto rende tutto fantastico. Dopo circa 1,5 km di spinte, raggiungo la malga Fiorentina sepolta da mezzo metro di neve e adagiata con vista sulla Marmolada. Proseguo oltre per la strada ben tracciata che devia a destra, in direzione est e dopo aver percorso in leggera salita un altro chilometro, arrivo al rifugio Città di Fiume(m.1915, h 11), la vista sul Pelmo e sulla sua fessura( stretto intaglio) che lo divide dal Pelmetto, è d’incanto. Un giorno mi piacerebbe salirci con gli sci. Davanti a me la punta triangolare del Col de la Puina con un ampia striscia di distacco verticale che ritengo più probabile possa essere naturale che causata da sciatori mi ricorda che oggi c’è tanta neve e dovrò stare attento ai pendii che attraverserò. Poi rapidamente la strada è inghiottita dalla neve e solo una leggera depressione mi indica dove probabilmente corre il sentiero. Comincia la meraviglia dello scivolare sulla neve fresca che arrendevole si aqquatta sotto la pressione dei miei sci, in direzione della Val d’Arcia. Creo scie profonde che mi diverto ad osservare voltandomi. Ora il mio sguardo abbraccia la Val di Zoldo su cui troneggia la Civetta con i suoi bastioni sud. Serpeggio surfando seguendo la linea immaginaria nascosta tra cumuli soffici e spumosi. Ammiro i contrafforti spesso dimenticati che stanno alla sinistra del pelmo che li sovrasta per grandezza e bellezza( Cime di Val d’Arcia,Forada e Forca Rossa). Poi rapidamente il declivio lievemente inclinato che sto seguendo va a terminare su una cresta meringata e capisco che potrebbe essere il mio punto d’arrivo. Un cartello che emerge quasi completamente sepolto poco sotto la neve massima, conferma i miei sospetti e alle 11.40,dopo aver percorcorso ancora circa 1 km, preparo l’autoscatto che m’immola al valico di Forcella Forada(q.1977). Oltre, dall’altra parte bellissima vista sul Sorapiss a sinistra e il gruppo Bel Prà con le cime Scotter e Bastione. E’ un incanto volgersi verso il bosco da cui sono uscito e leggere sulla neve i due dolci solchi che conducon fino a me. Sotto i miei occhi si stende l’immacolato vallone della Forada dove fra poco libererò i miei sci. E’ emozionante avere davanti a se un simil bianco paradiso in bilico fra l’ammirazione della perfezione e il desiderio di sciarci sopra, quasi profanandolo. A mezzogiorno li punto verso il basso e inizio lentamente a sentire il vento sul viso e gli sci prender velocità. Inizio le prime curve.. mi sembra di sciare sulla schiuma tanto è morbida e soffice la neve. Mi fermo a fotografare le strisce e i geroglifici delle mie evoluzioni. Che bello, che meraviglia, che sensazione di libertà e infinita gioia in questo ambiente puro che si offre dolcemente. Scio rimanendo alto e costeggiando le rocce della val d’Arcia , scivolando sotto i Pelmi che ora luccicano imbrillantati dall’onda liquida solare. Di meraviglia in meraviglia, fino in fondo ritornando al punto di partenza. WOW che giornate! Ieri tormenta di neve..e oggi di sole. E che sciate. Foto 1 io in forcella Foto2 la mia traccia Foto3 il pelmo oltre gli abeti
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