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Pizzo di Rodes, 17/04/2021 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | chesko |
Gita | Pizzo di Rodes |
Regione | Lombardia |
Partenza | Gaggio (Piateda) (1020 m) |
Quota arrivo | 2829 m |
Dislivello | 1900 m |
Difficoltà | BSA |
Esposizione in salita | Varia |
Esposizione in discesa | Varia |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Farinosa |
Altra neve | Farina pesante |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Itinerario stupendo, arricchito ancora di più da un meteo spaziale, assenza totale di traccia e altri scialpinisti sul percorso. Partenza da Gaggio (Piateda) sci in spalla. Il portage dura circa 25 minuti, poi inizia un togli-metti che dura altri 20 minuti circa. Dai 1450 mt gli sci non si tolgono più. Seppur la prima parte della gita non sia scialpinisticamente interessante, i luoghi lo sono sia da un punto di vista paesaggistico: boschi di abete, contrade e baite, prati a volontà e una vista eccezionale sulle alpi retiche. Superata località "le Piane" ci si immette nel bosco e si traversa con qualche sali scendi fino alla baita Armisola. Grazie al socio Paolo che aveva già percorso questo itinerario, individuiamo facilmente la linea da seguire lungo il bosco. All'Armisola si apre tutta la valle, oggi eccezionalmente carica di neve. Da qui battere traccia si fa sempre più difficile: prima nel canalino che evita il salto di roccia (salendo tutto a sinistra) e poi lungo i valloni che portano verso la bocchetta di Santo Stefano. Si sprofonda 30-40 cm, il passo si fa lento, ci scambiamo di frequente per riprendere fiato. In compenso il contesto è fantastico e le condizioni del manto appaiono sicure. Ai 2400 circa tracciamo a sinistra del canale (che faremo in discesa) e da qui si apre la conca finale che porta sotto vetta. Tribuliamo parecchio per tracciare gli ultimi 150 mt: la pendenza si fa più ripida e si sprofonda sempre di più. Gli ultlimi 70 mt vanno fatti a piedi, ma siamo dentro fino alla vita: difficile proseguire. A questo punto il socio Federico ravana un pò e individua una linea con fondo più duro: con tenacia la traccia tutta fino in vetta. La vista a 360 gradi è stupenda, dalle retiche alle Orobie lato nord: si vede TUTTO! Fatte le dovute fotografie, pronti via: si scende sci dalla vetta. Fino ai 2200 circa è una goduria estrema, amplificata ancor di più dalla solitudine e dal meteo fantastico. Più sotto la farina si fa pesante e marciotta (d'altronde sono le 14…). All'Armisola rimettiamo le pelli e con calma ci avviamo verso le Piane. Da qui si cerca di lasciar scorrere gli assi sulla stradina fin dove si può. Giornata da incorniciare, con Federico e Paolo! |
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