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Venerocolo dalla val di Belviso, 13/03/2021 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Syd |
Gita | Venerocolo dalla val di Belviso |
Regione | Lombardia |
Partenza | Diga del Frera (1380 m) |
Quota arrivo | 2590 m |
Dislivello | 1250 m |
Difficoltà | BSA |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Farinosa |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Partiti da sotto la diga, risaliamo cautamente (ghiaccio) i tornati che portano sopra lo sbarramento e poi percorriamo lungamente la strada che costeggia il lago. Attraversato il ponte che supera il torrente che scende dalla valle di campo imbocchiamo finalmente salendo la carrareccia che porta nella valle. L’innevamento è più che abbondante. Lasciata la deviazione di dx che porta verso il Tagliaferri, attraversiamo la valle e, sempre per carrareccia, saliamo comodamente fino al piano della malga di campo. Qui la valle si apre davanti a noi in tutta la sua solitaria magnificenza: senza tracce, ampia, bellissima. Il Venerocolo ci appare lontano e ricostruisco mentalmente la traccia da seguire, per vallette e pendii intonsi.
La neve ci appare subito straordinariamente ancora polverosa: una gioia tracciare in questo ambiente. Puntiamo al passo sulla sx della vetta, ma ben prima di arrivarci notiamo un gruppo di Scialp che arriva dal passo del Venerocolo e che ci risparmiano la tracciatura dell’ultimo pendio. Sappiamo essere Fedora e compagni. Li incrociamo che scendono dalla cima, dopo aver tracciato la breve parte alpinistica finale (ramponi utili per far presa sullo strato più compatto sotto un’abbondante polvere ghiacciata). Il gruppo ci precede anche nella discesa, che però offre spazio a tutti per scegliere il pendio ideale e pennellare le proprie serpentine. Neve eccellente e polverosa, ma volendo variare e buttandosi sui pendii sud si passa ad un godibile firn, fino all’ultimo canalino che ci porta quasi sulla piana di Campo. Riguadagnata la carrareccia scendiamo scodinzolando fino alla strada che costeggia la diga. Decidiamo di ripellare per non spingere, e comodamente rientriamo. Gita dallo sviluppo notevole (circa 23 km) e che è molto più faticosa di quanto il dislivello non dica. Con questo innevamento sarà fattibile ancora per un pò: d’altronde, 25 anni fa, ero solito farla a aprile/maggio.... Una decina di persone verso il Torena, che però ci hanno detto essere in condizioni mediocri. |
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