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| gitarelle ciaspe sci e roccia, 27/02/2011 | Tweet |
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| Onicer | oscarrampica
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| Gita | gitarelle ciaspe sci e roccia |
| Regione | Lombardia |
| Partenza | lizzola (1100 m) |
| Quota arrivo | 1900 m |
| Dislivello | 800 m |
| Difficoltà | MS |
| Esposizione in salita | Nord |
| Esposizione in discesa | Nord |
| Itinerari collegati | nessuno |
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| Neve prevalente | Trasformata |
| Altra neve | Farinosa |
| Rischio valanghe | 1 - Debole |
| Condizioni | Buone |
| Valutazione itinerario | Buono |
| Commento | Il mio 2011 alpino inizia il 4 gennaio. Trovandomi come al solito in vacanza a Caprile con la famiglia in quegli anni decido di provare a salire al Bivacco della Bernardina per dare un occhiata da vicino al mitico Ago della Gusela che vorrei arrampicare nella bella stagione. Alle 6 del mattino sono già al cartello sulla statale agordina che indica la via per il Rif. Bianchet che inizia da una scaletta a bordo strada vicino “alla Stanga”. Inizio a camminare nel bosco e poi arrivo alla carrarreccia che sale dalla Costa dei Pinei e che mi terrà noiosa compagnia fino al rifugio nel suo interminabile troppo tranquillo prender quota. C’è un freddo siderale e quando inzio a pestar neve e metto le ciaspe, anziché scaldarmi la sensazione di disagio e fatica aumenta. Faccio una foto che è la sintesi del mio momento: ho davanti neve e buio,null’altro nel mio campo visivo. Sono stremato non capisco se dal freddo o dalla stanchezza e non vedo l’ora di arrivare al locale invernale per riposarmi e ripararmi un poco. Una livida luce accompagna il mio arrivo alle 8.30 al Pian dei Gat e stranamente la bellezza gelida del paesaggio non mi scalda il cuore e neppure la vista della Gusela col suo incredibile dito puntato al cielo sortisce effetto. Ho solo voglia di entrare e riposare, colto anche da un sonno incoercibile. Non ci ho neanche messo tantissimo per cui fisicamente dovrei starebene, ma ho solo voglia di dormire un poco e poi deciderò cosa fare. Il locale invernale (lontanissimo dagli standard orobici) è gelido freddo ed umido. Una stanza quadrata senza letti ne coperte. Mi butto sul tavolo in legno e provo a coprirmi con dei grossi teloni pubblicitari in plastica. Provo a concentrarmi per lasciarmi vincere dal sonno ma fa troppo freddo e la mia improbabile copertura non sortisce effetto. Scosso dai brividi attendo un poco l’effetto riscaldante tipo sacco a pelo che non arriva e poi ribalto tutto consapevole che per scaldarmi non mi resta che muovermi. Esco guardo la Gusela stavolta un poco più ammirato ma è troppo distante oggi e cìè troppa neve fra lei e me Mi congedo da lei avviandomi veloce in discesa per sperare s’accenda il termosifone del mio metabolismo corporeo che finora oggi s’ è preso un giorno di riposo. Che debba chiamare l’idraulico? Il 27/02 faccio l’unica uscita scialpinistica del classico corso/sci dei ragazzi che quest’anno è a Lizzola. Salgo sulla scia di uno skialp con l’intenzione di non perderlo di vista perché non conosco la zona e c’è una nebbia fortissima. Faccio fatica a tenerne il passo ma dò tutto per non mollare il ritmo infernale fino a quando lo vedo fermo sulla punta di una cimetta. Lo raggiungo e mi dice felice che abbiamo fatto un dislivello di 800 mt in un’ora, si chiama Flavio facciamo amicizia e gli telefonerò negli anni seguenti qualche volta per avere info sciistiche. Lui riparte e io mi fermo a riprender fiato e a fare qualche foto alle cime( Barbarossa e Pizzul) che timide si mostrano appena e a malapena tra le nebbie. Sono le 12.30 e mangiato qualcosina, faccio la mia tranquilla sciata fra le nebbie fin giù alle piste da dove più tardi scenderò in paese con i figli. Il 25 aprile io e Filippo festeggiamo la liberazione d’Italia tornando ad arrampicarci sulle assolate rocce di Rogno lungo una via che ormai ben conosciamo ma che non abbiamo mai smesso di amare. La foto sdraiati sulle erbe della cima è l’emblema della bella giornata passata insieme.
Foto1 buio e freddo Foto 2 la Gusela Foto 3 io e Fil in cima al Corno pagano |
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| Immagini |    |
| Fotoreport | |
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