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   Schareck, 01/01/2019
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Onicer  Pierpaolo      
Gita  Schareck
Regione  Austria
Partenza  Partenza impianti Heiligenblut (AUT)  (1725 m)
Quota arrivo  2543 m
Dislivello  970 m
Difficoltà  MS
Esposizione in salita  Sud-Ovest
Esposizione in discesa  Sud
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Variabile
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  3 - Marcato
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Il leitmotiv della giornata oggi sarà: vento, vento e ancora vento. Sfruttando una finestra di tempo soleggiato, sebbene ventoso, oggi calziamo gli sci d’alpinismo e decidiamo di effettuare un’escursione nei pressi del comprensorio sciistico di Heiligenblut. Il nostro intento è quello di evitare la salita attraverso le piste, quantomeno per intero. Così, tramite le cartine, intravediamo una possibilità che porta a salire per un tratto attraverso la strada del Grossglockner, per poi prendere lo Ski Route 1 che conduce nella parte posteriore del comprensorio. Da lì, sarà sufficiente salire per la parte più alta delle piste per arrivare in cima.
Posteggiata l’auto alla partenza degli impianti, ci incamminiamo per la panoramica strada del Grossglockner.
Giunti nei pressi di un ristorante/rifugio (chiuso), abbandoniamo la strada e pieghiamo verso destra, seguendo lo Ski Route 1, utilizzato da alcuni sciatori che amano il fuori pista.
Per un tratto consistente tagliamo a mezza costa i pendii che digradano dalla vetta del Lacknerberg, fino a giungere sotto un canaletto, piuttosto ripido.
Finora non è salito nessuno e, complice la neve fresca, ci toccherà battere la traccia, aiutati nel compito solo dalle tracce di chi è sceso.
Con fatica, svolta dopo svolta, saliamo fino a uscire fuori dal canaletto, continuando poi la salita sempre su pendenze piuttosto sostenute. Arriviamo così in località Fallbichl, dove si trova un rifugio, punto di accesso alla parte posteriore del comprensorio sciistico.
Fuori dalle difficoltà, seguiamo più comodamente le piste, da questo lato poco affollate, guadagnando regolarmente quota. Man mano che saliamo le raffiche di vento si fanno sempre più forti. Nei pressi dell’arrivo della funivia, poco sotto la vetta, a tratti dobbiamo fermarci e puntarci con i bastoncini perché le folate sono molto intense.
Arrivati di fronte al ristorante nei pressi dell’arrivo, pochi metri ci separano dalla vetta vera e propria, ma dobbiamo rinunciare perché stare in cresta con questo vento, sebbene non troppo esposta, può essere pericoloso.
Ci rifocilliamo così nel ristorante davanti a una cioccolata calda, dopodiché ci prepariamo alla discesa.
Nella prima parte le piste sono in discrete condizioni e il problema a scendere è sempre rappresentato dal vento. In quella intermedia il vento molla un po’ la presa, ma sono le lastre di ghiaccio a rappresentare un’insidia. Nella parte terminale sia vento che ghiaccio scompaiono e la discesa diventa perciò più continua.
Al termine dell’escursione ci resta un senso di soddisfazione generato dal fatto di avere visto scenari bellissimi e di avere vissuto il tutto in compagnia di Eolo a rendere l’escursione si un po’ più complicata, ma anche più affascinante.

Foto 1: il traverso sotto il Lacknerberg
Foto 2: salita ripida nel canaletto
Foto 3: tempesta di vento verso il Grossglockner, dalla finestra del ristorante in vetta
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