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Monte Rosa, Parete Est, CANALONE MARINELLI dalla Silbersattel, 30/05/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | sorega |
Gita | Monte Rosa, Parete Est, CANALONE MARINELLI dalla Silbersattel |
Regione | Piemonte |
Partenza | Zermatt, Stazione di Rotenboden (2815 m) |
Quota arrivo | 4517 m |
Dislivello | 2000 m |
Difficoltà | OSA+ |
Esposizione in salita | Varia |
Esposizione in discesa | Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Farinosa |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Canalone Marinelli sulla Est del Monte Rosa, una discesa che è diventata un mito dello sci ripido sulla parete più grande delle Alpi! In tanti la fanno salendo comodamente in elicottero al Colle Gnifetti da Gressoney, diversi la fanno salendo con le pelli dal Rif. Mantova o Gnifetti. Molti meno la fanno partendo dalla Monterosahutte fino alla Silbersattel e praticamente più nessuno la fa in salita e discesa per il canalone per il troppo alto rischio di pericoli oggettivi durante il prolungato tempo di permanenza nel canalone. La grandissima traversata da Zermatt a Macugnaga che abbiamo compiuto in due giorni è quanto di più completo possa esistere sull'arco alpino. Ma veniamo ai fatti. Appuntamento alla stazione di Visp dove prendiamo il treno che ci porta a Zermatt e quindi con il trenino del Gornergrat saliamo a Rotenboden. Da qui seguiamo il sentiero per la Monterosahutte, ormai sgombro dalla neve. Prima di arrivare sul ghiacciaio c'è un passaggio un po' delicato a causa del ritiro del ghiaccio. Probabilmente verrà sistemato con l'apertura estiva del rifugio. Dal Grenz risciamo a mettere le pelli e saliamo al rifugio stando sul ghiacciaio e sulla neve anche se con qualche bel pezzetto non facile. Il rifugio è chiuso, ma dispone di un bel locale invernale riscaldato, con un fornello a gas a 3 fuochi e diverse stoviglie e pentole. Un vero lusso! Fortunatamente siamo soli e ci godiamo il rifugio tutto per noi. Sveglia ale 2.00 e... sorpresa!.... Sta nevicando. Molto assonati decidiamo di rimandare la partenza di un'ora e difatti il cielo si schiarisce e si va! Saliamo abbastanza veloci fin verso i 4000 m di quota dove prendiamo in direzione della Nordend piuttosto che verso la Sattel per la via normale alla Doufur. Ma da qui in poi il ritmo cala notevolmente per la cattiva qualità della neve scivolosa e per la complessità del ghiacciaio. Logicamente non c'è nessuna traccia da seguire e ci si deve destraggiare nel labirinto di crepacci che portano alla Silbersattel a m 4517 dove ci accoglie un vento freddo. Sul lato opposto si spalanca il Canalone Marinelli che però oggi viene inghiottito da una nebbia che sbarra la visibilità. Non con qualche perplessità si decide comunque di attaccare questa discesa già di per sè complessa. La parte alta è su neve dura, ma si riescon a trovare quasi sempre punti in cui girare su neve un po' più morbida. Veniamo inghiottiti dalla nebbia e dobiamo aspettare più volte una debole schiarita per capire che direzione prendere. Verso quota 4000 m dove il pendio di neve e ghiaccio che scende dal Colle Gniffetti si congiunge al Canalone Marinelli si deve saltare un crepaccio che taglia completamente l'immenso canale. Scegliamo un punto adatto e giù! L'atterraggio è su neve farinosa su fondo buono. Qui si trova la parte migliore del canale su di un buon strato di neve soffice e pendenza contenuta sui 40°: una libidine! Più si scende e più si trova neve trasformata. In fondo al canale si è obbligati a saltare la terminale che però nel punto più stretto è abbordabile, anche se non si devono avere incertezze. Purtroppo da qui in poi inizia il Calvario, in quanto emormi valanghe invadono tutti i pendii e il ghiacciaio è disseminato di crepacci da aggirare o qualche volta da saltare. Logicamente su questo terreno spesso e volentieri la neve è coperta di detriti, fango e sassi. Proprio su uno dei passaggi più sporchi Chris decide di togliersi gli sci e scendere a piedi, ma inciampandosi perde il controllo, molla gli sci e questi si infilano in due crepacci distinti. Giocoforza realizzare prima una sosta, calarsi e recuperare il primo sci e poi fare una seconda sosta per recuperare l'altro sci. Già che non eravamo abbastanza stanchi.... Ma il brutto arriva ora: la discesa che ci porta verso il fondo del Ghiacciaio del Belvedere è una fatica unica per spingere, attraversare e risalire le chiazze di neve ormai ridotte al lumicino. Alla fine riusciamo a guadagnare il sentiero che ci porta al Belvedere e da qui scendere a Macugnaga. Un grazie immenso al collega Fabio Jacchini che gentilmente ci è venuto incontro e ci ha portato fino alla stazione di Domodossola dove in treno siamo tornati a Visp. Grandiosa e lunghissima giornata insieme a Chris Kholer, uno dei migliori freeride di Verbier.
Foto 1: In salita nella parte alta del Monterosa Gletscher Foto 2: Il salto del crepaccio verso quota 4000 m Foto 3: Nella seconda parte del Canalone Altre foto a questo link: https://www.facebook.com/mauro.soregaroli/media_set?set=a.10207323867401398.1073741873.1426945726&type=1&pnref=story |
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