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Tentativo Adula dalla Val Malvaglia - colletto a SO del Pizzo Forca, 02/05/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Giacomo cordamolla |
Gita | Tentativo Adula dalla Val Malvaglia - colletto a SO del Pizzo Forca |
Regione | Svizzera |
Partenza | Fine strada Val Malvaglia (1707 m) |
Quota arrivo | 2800 m |
Dislivello | 1600 m |
Difficoltà | OSA |
Esposizione in salita | Varia |
Esposizione in discesa | Varia |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Marcia |
Altra neve | Ventata |
Rischio valanghe | 3 - Marcato |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Siam partiti dalla fine della lunga stradina della Val Malvaglia, poco dopo Cusiè (da questa località al parcheggio, che è anche la partenza per la capanna Quarnei, c’è un ultimo tratto sterrato ma ben percorribile).
Spalliamo gli sci fino al pianoro dell’Alpe Quarnei (qualche breve macchia di neve solo nel tratto fino all’alpe di Pozzo). Da qui saliamo sul pendio delle Gane di Cassei su neve brutta (crosta sottilissima da pioggia che si spacca subito e lascia scoperta la polenta/granatina sottostante) su corridoio innevato a tratti ben stretto (molte inversioni). Il traverso in direzione NE per superare il gradino che da accesso ai pianori soprastanti lo effettuiamo sci ai piedi su strato sottile di neve recente (che poggia direttamente su sassi e erba), evitando nell’ultimo tratto un canale un po’ carico di neve ventata. Dai pianori superiori il vento inizia a infastidirci sempre più. Superiamo il canale per il passo del Laghetto tutto sci ai piedi a parte l’uscita di pochi metri su roccette. Affrontiamo poi l’inizio del pendio sopra il laghetto dei Cadabi tenendoci (come da relazione) sul costone che chiude a sud la conca. Quando ci apprestiamo a passare nei pressi del cengio San Martino la situazione, già di per se fastidiosa per il vento teso e forte nonostante il bel meteo, ci fa decidere di rientrare. Dovendo passare in pendii ampi con i vari accumuli presenti non ce la sentiamo (il bollettino dava rischio 2 ma specificava che sopra i 2600 m la situazione poteva essere più critica). Da una veloce analisi fatta sul posto si evidenziavano 2 strati non durissimi di neve ventata (presumo delle 2 nevicate di giovedì e venerdì sera) da circa 10-12 cm l’uno scollegati fra loro e poggianti su neve molle (presumo per il caldo fatto a inizio-metà settimana). Scendiamo quindi su neve a tratti ventata ma sciabile fino al passo; da lì, dopo breve tratto sci in mano, sciamo il canale del passo del Laghetto prima su tratti portanti abbastanza sciabili alternati a qualche tratto un po’ impaccato dal vento, poi sul pendio più ampio c’è stato un tratto abbastanza bello su farina un po’ rimaneggiata. Dal passo in giù è comunque sempre in agguato il rischio di prendere qualche pietra, soprattutto ora che la poca neve nuova le ha mascherate per bene. Il traverso lo facciamo un poco più in basso della salita, attraversando per prudenza uno per volta e togliendo poi gli sci. Visto il rischio pietre scendiamo a piedi fino all’alpe (su neve ormai fradicia!). Una volta qui ci dirigiamo verso l’anfiteatro fra Forca di Cassei e Pizzo Forca, giusto per curiosare un poco. Alla fine saliremo fino al colletto appena a SO del Pizzo Forca a circa 2570 m. Da qui almeno abbiamo avuto una bella vista sulla Val di Soi e sulla parte finale della salita all’Adula. La discesa l’abbiam effettuata su neve ormai pesante (esp. E), più che sciabile la definirei scendibile. Abbiam sciato per lo meno senza rischiare di prendere sassi, giungendo poco sotto i 2100 m sci ai piedi e poi scendendo su pascoli diretti verso l’alpe di Pozzo incrociando il sentiero fatto in mattinata poco dopo l’inizio del traverso che porta all’Alpe Quarnei. Con quest’ultimo siam mestamente rientrati all’auto. Foto: 1)Dall’Alpe Quarnei il pendio delle Gane di Cassei con il traverso per i pianori sotto il passo del Laghetto 2)In primissimo piano il Pizzo Forca e sullo sfondo l’ultima parte di salita all’Adula Partecipanti: io, Luca (njek) e Marzio (mmalanc). |
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