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   Monti Lorio-Telenek-Torsolazzo, 12/04/2015
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Onicer  Giacomo cordamolla      
Gita  Monti Lorio-Telenek-Torsolazzo
Regione  Lombardia
Partenza  Ponte Frera parco giochi  (1373 m)
Quota arrivo  2754 m
Dislivello  2300 m
Difficoltà  OS
Esposizione in salita  Varia
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento PREMESSA
Bel giro di carattere esplorativo (almeno per noi, ma credo per molti) che avevo in mente da tempo. Del vallone che scende a NE della cresta fra la Cima Cadin e il Monte Torsolazzo non avevo trovato nessuna info ne da quanto chiesto a gente di Edolo ne da guide cartacee, report o relazione in rete. Forse è stato meglio così, visto che sapere qualcosa in più avrebbe tolto quel pizzico di incertezza iniziale che è l’ingrediente principale di certe gite.
Il canale SE del Telenek l’avevo notato sin dalla prima mia visita estiva alla cima ormai datata agosto 2003 (e avevo visto che Beno e co. L’avevano visitato nel marzo 2010), il vallone del Torsolazzo mi aveva ispirato già visto da San Antonio, la discesa per rientrare dal Torsolazzo alla Valle del Latte mi era sembrata fattibile (e logica) da una foto vista in rete (presa dall’ultimo tratto che sale al Lorio dalla Valle del Latte appunto).

DESCRIZIONE GITA
Siam partiti dal parco giochi appena dopo il Ponte Frera (ci sarebbe il classico divieto già alla centrale di Ganda, credo messo soprattutto in inverno per eventuale ghiaccio, ma ora si sale benissimo e noi l’abbiamo ignorato, come credo quasi tutti). Da lì il sentiero 331 per Malga Nembra è ben segnato e nelle condizioni attuali (bosco non molto innevato e con qualche traccia pedonata) è anche ben visibile e porta in quota abbastanza rapidamente. Gli sci si calzano non appena si entra in Val del Latte, poco dopo il traverso sotto il roccione, ad una quota di circa 1700 m. Risaliamo poi l’ampia valle fino a 2250 m svoltando poi sul pendio NNO del Lorio. Su questo pendio troviamo neve a tratti ventata e crostosa, ma a tratti troviamo anche una traccia ben scorrevole. Giungiamo quindi comodamente in vetta.
Ci abbassiamo poi brevissimamente sulla cresta ESE, giusto per evitare delle cornici, andando poi a scendere un bel pendio ENE che, su neve già smollata al punto giusto, ci porta poco sotto la Bocchetta del Lorio (lato Vallone delle Rose). Saliamo poi in vetta al Telenek, chi in sci e chi con ramponi.
Dalla spianata di vetta sciamo nei pressi della dorsale che porta verso il Sellero (passaggi fra qualche roccetta comunque fattibili facilmente) fino ad imboccare il canalone SE. Il canale è abbastanza largo, pendente circa a 40° e noi l’abbiam trovato in neve già smollata facile (scesi verso 9:20 – credo che un’ora dopo sarebbe stato ben peggio e anche in condizioni di sicurezza più critiche); si sviluppa per un dislivello all’incirca di 300 m (non contando il tratto dalla vetta all’imbocco vero e proprio). Giunti poi nella spianata sotto passo Telenek sciamo sui dossi della valle, sempre su neve trasformata bella, stando alti in sx orografica (seguito in basso a tratti il sentiero 4 luglio – sv 7) giungendo poco sopra malga Culvegla; forse è meglio stare in centro alla valle e scendere sulla spianata che porta poi alla malga (si scia un po’ di più ma forse si spinge anche un poco per arrivarvi).
Rimesse le pelli affrontiamo un lungo traverso con direzione NO, prima in salita fino alla base del Vallone delle Rose, poi in piano con anche tratti in leggera discesa. Passiamo dalla palina CAI dove c’è un incrocio di 3 sentieri: uno è il sv 7, uno una sua variante che risale il Vallone delle Rose fino al Monte Telenek e uno (quello da noi appena percorso) che da qui scende a malga Culvegla. Dal cartello seguiamo il sv 7 a ritroso, traversando alti sopra la valle di Campovecchio (questo tratto è da fare con condizioni sicurissime). Poco dopo la palina i segnavia non son più visibili (coperti da neve) ma la direzione è chiara. Doppiamo il costolone NE del Monte Torsolazzo e poi entriamo nel vallone che si origina dalla cresta fra il Torsolazzo appunto e la cima Cadin. Per immetterci nell’alveo togliamo brevemente le pelli e sciamo fino al suo interno, soprattutto per non rischiare di incasinarci fra saltini di roccia e arbusti. Il vallone citato è nella prima parte totalmente ingombro dei residui di una grossa valanga a blocchi (è quella che si trova spesso a Malga Venet salendo dalla val Campovecchio) staccatasi dalle pendici est di cima Cadin, quindi è stata giocoforza risalire i primi 150 m di dislivello sci a spalla (anche qui condizioni sicurissime necessarie). Risaliamo poi in sci tracciando in tratti di neve marcia fino ad un caratteristico catino chiuso (di cui ignoravo l’esistenza) a N dal Monte Torsolazzo e a S dalla Cima Cadin. Dal catino, posto ad una quota di circa 2300 m, traversiamo prima sopra di esso lato N (qui neve portante), poi attacchiamo la salita verso la bocchetta del Torsolazzo (è la bocchetta immediatamente a ONO della vetta settentrionale del Torsolazzo). Tracciamo in neve crostosa fino ad essa e saliamo poi sulla cresta ONO (chi con sci e chi in ramponi) fino alla vetta.
Dalla cima raggiunta siamo poi scesi a ritroso dalla dorsale appena salita (leggermente lato est) su neve dura con buon grip. Poco prima della bocchetta siam ridiscesi su un bel pendio che porta in Val del Latte, trovando qui neve smollata bella. Abbiam tolto poi gli sci nello stesso punto in cui li avevamo calzati in mattinata e siam poi scesi all’auto.

BREVE DIGRESSIONE SULLA CIMA DEL MONTE TORSOLAZZO
La vetta sulle carte da me visionate è indicata proprio nel punto da noi raggiunto, però mi pare giusto far notare che il Monte Torsolazzo ha una cresta con varie vette tutte quasi alla stessa altezza; sulla IGM la cima da noi raggiunta è indicata appunto come Monte Torsolazzo e quotata 2610 m, però si nota un poco più a sud lungo la cresta una elevazione quotata 2611. Pezzotta nel suo libro indica 2 cime, quella da noi raggiunta come cima N e la terza da N (procedendo in direzione del Monte Lorio) come la più alta; credo che quest’ultima interpretazione sia la più corretta e mi piacerebbe venirci magari d’estate traversando tutta la cresta per chiarirmi definitivamente le idee.

FOTO
Purtroppo mi son accorto che non ho tirato assieme molto da questo punto di vista. Metto un paio di foto che permettono almeno un minimo di capire il percorso.

F1) Dalla cima del Torsolazzo il Lorio con il pendio NO (fatto in salita) - in secondo piano il Telenek
F2) La discesa in Val del Latte dalla cresta ONO del Torsolazzo
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