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   Punta di Stou e pizzo Molare, 08/03/2015
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Gita  Punta di Stou e pizzo Molare
Regione  Svizzera
Partenza  Molare  (1488 m)
Quota arrivo  2585 m
Dislivello  1350 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Sud-Ovest
Esposizione in discesa  Sud-Ovest
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Marcia
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dalla punta di Stou, il panorama è a trecentosessanta gradi e, a parte le principali (dalla vicina Adula, al più lontano Aletschorn, passando per il Campo Tencia) sono moltissime le cime che non conosco. Ma che vorrei conoscere.
E d'altra parte non conoscevo né la punta di Stou, né il pizzo Molare. O meglio, li conoscevo eccome, erano nel mirino da almeno un paio d'anni, ma in maniera assai superficiale: non pensavo avessero da offrire un itinerario così valido e panorami da mozzare il fiato. Sarà forse merito delle vedute, amplissime fin da subito, se non ho quasi sentito la fatica. Ero davvero in forma (sarà stata la torta di Andreis?) e, se lo fosse stato anche il socio, non escludo che ci sarebbe potuta scappare la (terza) ripellata.
Ma procediamo con ordine:
dal nucleo di Molare, con buon innevamento, seguiamo la direzione di una stradina che punta ad est, incrociando dapprima qualche baita satellite e facendoci successivamente strada tra una radura e l'altra nel bel bosco di abeti. Lo sguardo è già attratto dalle montagne sul versante opposto della val Leventina: Campo Tencia, Tremorgio, Forno…).
Abbandonato il bosco nei pressi del grazioso alpeggio di Stou di Sotto, il percorso per raggiungere l'omonima cima ci appare in tutto il suo bianco candore. Tale gioia per gli occhi si accompagna a un godimento delle membra, riscaldate da un tepore finalmente primaverile. Lasciate alla nostra sinistra la solitaria alpe di Stou e la traccia per la punta Barreta, incredibilmente non preceduti da anima viva, proseguiamo su ideali pendenze alla volta del canalone che permette l'accesso alla conca del Molare più a est. Mano a mano che si sale, compare un numero sempre maggiore di cime (pizzo del Sole, Rondadura, Basodino, Finsteraarhorn…). Da ubriacarcisi.
Il capolavoro della natura, si completa una volta superato il canalone (con neve dura, modellata dal vento, ma con buona presa sulla vecchia traccia, non indispensabili i rampanti) e raggiunta la punta di Stou: è invitante il solco della val di Blenio; il biancore del Lucomagno e la mole dell'Adula non sono da meno. Notevole è pure il colpo d'occhio sulla vera meta di giornata: la pala del pizzo Molare svetta in tutta la sua pendenza. Sormontata da un'immensa cornice, sembra, da qui, quasi proibitiva. Ma andiamo a vedere.
Ci abbassiamo un centinaio di metri con buoni scodinzolii su neve trasformata e dura, per poi ripellare, senza reali problemi, lungo il costolone di destra. Raggiungiamo la vetta praticamente sci ai piedi. E' ora visibile l'unica cima fin qui celataci: il bel dossone del motto Crostel, l'accesso al quale mi studio in men che non si dica.
Giornate come quella di oggi riconciliano con l'ambiente alpino e, conseguentemente, con quello quotidiano e più cittadino. Donano un leggero senso di libertà, evidenziano il meglio che c'è in me. E' anche per questo che vorrei godermi l'atmosfera il più a lungo possibile, senza mai rientrare a valle.
La discesa (interrotta da un centinaio di metri di ripellata) è più che buona sulla pala del Molare, così come nel canalone oltre la punta di Stou. Cento metri sotto, la neve diventa via via più marcia, senza peraltro mai compromettere del tutto la fluidità della sciata. E' relativamente tardi e va benissimo così: Stou e Molare ora posso quasi definirle vecchie conoscenze.

FOTO:
1- Vedute di ampio respiro sul versante opposto della val Leventina. Invitante il bianco lenzuolo del Campo Tencia.
2- Scesi dalla punta di Stou, al cospetto della pala nord-est del pizzo Molare.
3- Il lavorìo del vento durante il tratto finale per il pizzo Molare.
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