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   Sustenhorn e Gwachtenhorn, 08/06/2014
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Gita  Sustenhorn e Gwachtenhorn
Regione  Svizzera
Partenza  Parcheggio oltre il lago Steisee  (2051 m)
Quota arrivo  3503 m
Dislivello  1800 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Varia
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Marcia
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Ringraziando Calimero per l'ispirazione, vado a raccontare la nostra di gita.
E' ampiamente buio quando fermiamo il camper nel parcheggio nei pressi dello Steisee (strada a pagamento - 5 fr o 4 euro per la giornata). Possiamo quindi solo intuire la maestosità dell'ambiente.
L'indomani, raggiunto il già affollato parcheggio superiore, ci dirigiamo verso la non lontana lingua nevosa che, con un solo togli e metti, ci permette di mettere piede sul maestoso Steigletscher. La luce si fa via via più decisa, ingentilendo gli aspri profili delle montagne del circondario e donando colore alle sculture di ghiaccio già visibili. Il rigelo è solo parziale. Pieghiamo decisi a destra, per oltrepassare alcune suggestive placche di ghiaccio vivo. Proseguendo in tale direzione, transitiamo sotto una bastionata di seracchi, aggirandola non appena possibile. Abbiamo ora dinnanzi agli occhi il duplice scivolo settentrionale del Gwachtenhorn: ripidissimo quello diretto, più bonario l'altro che, forse, andremo a scendere. Entrambi hanno ai loro piedi una ghirigoro di valanghe.
Con direzione est, seguiamo il vasto pianoro che anticipa la rampa finale del Sustenhorn. Una potente luce ci investe. Il manto nevoso, qui decisamente duro, luccica al sole. Le mille e più tracce, solitamente note per aumentare l'entropia del ghiacciaio, assumono ora, per qualche istante, una connotazione artistica.
L'orda umana, prima ben diluita lungo il percorso, comincia adesso a compattarsi: sono molti gli scialpinisti che, con una punta di anarchia, risalgono i quattrocento metri finali per la vetta. E noi non siamo da meno.
Stipato nei pressi della croce, preferisco dedicarmi alle molteplici sagome che affollano l'orizzonte. La prospettiva è decisamente insolita: riesco a riconoscere solamente lo Zwachten, gli Spannort, Galenstock e Dammastock; individuo approssimativamente i 4000 dell'Oberland e poco altro. Mi affaccio sul vertiginoso baratro orientale.
Dopodichè mi concentro sul prossimo e più immediato obiettivo: il Gwachtenhorn. Tolte le pelli, scendiamo su neve marmorea che diventa ben sciabile (una meraviglia!) solo verso i 3250 m. Poco più giù è già ora di fermarsi a ripellare.
Con una lenta ma costante progressione, raggiungiamo la seconda cima di giornata. Da qui è migliore il colpo d'occhio sulla bastionata rocciosa del Dammastock, ora sì che possiamo realmente desiderare di salirlo.
La discesa per lo scivolo nord, che imbocchiamo intorno alle 12.15, è purtroppo viziata dalle alte temperature. La neve tende al marcio e ci costringe ad affrontarla con salti decisi. La stabilità del manto non è delle migliori (in questo tratto pericolo marcato - assistito a scaricamento spontaneo dallo scivolo diretto): talvolta ci lasciamo dietro una scia di svalangamenti superficiali che, seppur innocui, consigliano di esser rapidi. E' tutto sommato divertente sciare goffamente sul fondo tutt'altro che regolare.

Un ringraziamento speciale a Stefano che ci ha viziato con le comodità del suo camper.

FOTO:
1- Slalom tra placche ghiacciate.
2- Sci e sole dipingono sul ghiacciaio.
3- Dai pendii sommitali del Sustenhorn, è notevole il colpo d'occhio sulla bastionata rocciosa di Dammastock-Galenstock.
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